Oggi, davanti al Sant’Anna, i lavoratori e le lavoratrici del settore multiservizi hanno manifestato per chiedere il rinnovo del contratto nazionale scaduto da 7 anni. Con loro i sindacati lariani di Filcams Cgil, Fisacat Cisl, Uiltrasporti.
Sanificano i locali degli ospedali, trasportano le barelle, lavorano nei magazzini, nelle mense e si occupano delle pulizie. Spesso considerati “invisibili” ma fondamentali sia per l’economia sia per i servizi offerti. Nella fase delicata della prima ondata della pandemia non hanno mai fatto mancare il proprio apporto all’interno delle strutture sanitarie e nel comparto logistico, nonostante i contratti con poche ore – di fatto dei “part time involontari” – e stipendi molto bassi. In grandissima parte donne, si tratta di lavoratrici senza garanzia nei cambi d’appalto, sovente con scatti d’anzianità dimenticati, permessi cancellati e malattia non garantita.
Donne come Naziha Khlifi, che lavora in ospedale e durante l’emergenza sanitaria si occupava di pulire il reparto Covid.
VIDEO – NAZIHA KHLIFI
“Abbiamo lavorato dando tutto il possibile, facendo straordinari e saltando riposi e ferie – spiega – siamo state tre mesi nel reparto Covid. Ora siamo molto preoccupate perché sappiamo a cosa si va incontro, guardare le persone che soffrono è brutto. Ti chiedono se devono morire, non dimenticherò mai quell’immagine. Siamo preoccupate anche per le nostre famiglie, non vogliamo portare la malattia ai nostri figli. Ci siamo sentite dimenticate, il mancato rinnovo del contratto è una cosa vergognosa. Rischiamo la nostra vita con questo lavoro”.
In provincia, gli addetti del settore sono attorno alle duemila unità: solo al Sant’Anna lavorano 246 addetti fra operatori di pulizia, barellieri e logistica (la cooperativa datrice di lavoro è Rekeep).
Per loro, i sindacati hanno quindi chiesto il rinnovo del contratto e maggiori tutele, come spiega Erica Caldarelli (Filcams Cgil).
VIDEO – ERICA CALDARELLI (FILCAMS CGIL)
“Sono ben 7 anni che non viene rinnovato il contratto per queste persone – afferma – durante la prima ondata si sono trovate a fare turni di 13 ore, assumendo responsabilità al pari di medici e infermieri. Chiediamo che le associazioni categoriali rinnovino questo contratto fermo da troppo tempo, con stipendi bassi e nessuna tutela”.
Un commento
Siamo messi proprio male. Povera gente che viene trattata da come è peggio della carne da macello.
Azzz e riazz la priorità erano i banchi a rotelle.
Ma la magistratura trova tutto normale e legale????