In una città in cui lo sport preferito sembra essere quello di dire che non c’è mai niente da fare e che pare equamente divisa tra chi vuole andare a letto presto e chi vuole passare la serata brindando sotto le finestre (di chi vuole andare a letto presto), capita talvolta di imbattersi in un serpentone silenzioso di persone che camminano guardandosi intorno e ascoltando letture e poesie dietro a una sorta di moderno pifferaio magico, Pietro Berra.
Non ha di certo bisogno di presentazioni: giornalista del quotidiano La Provincia, scrittore, poeta e mille altre cose ma, soprattutto, “papà” delle Passeggiate Creative.
E neanche le Passeggiate Creative hanno bisogno di grandi presentazioni, a dirla tutta, perché riescono sempre a fare il tutto esaurito con una media di 150 persone circa ad appuntamento, a cui spesso se ne aggiungono altre strada facendo “ma solo perché, dopo le prime volte in cui si sono presentate 500 persone, abbiamo dovuto mettere un numero chiuso, se no sarebbero molte di più. Finora abbiamo coinvolto circa 7500/8000 persone in tutto”, racconta Pietro.
Qual è il segreto di questo straordinario successo? Insomma, diciamocelo, non è così scontato riuscire a tirar fuori di casa 200 comaschi al suono della parola “cultura”.
“L’errore principale in realtà è proprio quello di considerare la cultura come una cosa per specialisti, soprattutto la poesia. In realtà basta portarla per strada, fuori dalle librerie, per vedere quanto la gente si appassiona. Dopotutto anche Omero era un poeta di strada, no? Il “trucco” è quello di rendere le persone attive e partecipi, accendere la passione. Perché se ci limitiamo a una fruizione passiva non potremmo mai fare concorrenza alla televisione. La gente ha bisogno di bellezza e se ti puoi appassionare alla vita di una fashion blogger, perché non puoi farlo, ad esempio, anche con quella dei Plinii?”
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Quando tutti tornano a casa, che traccia resta di queste iniziative e di tutto il lavoro e lo studio che c’è dietro a ogni evento? “Resta tantissimo perché a noi interessa generare un cambiamento, lasciare una traccia concreta. Nel caso dei Plinii, ad esempio, abbiamo “riscoperto” l’orto botanico dei Musei Civici e l’intenzione è quella, come è ormai noto, di arrivare a realizzare un Parco Letterario dedicato a loro – spiega Pietro- In un’altra occasione, invece, prendendo spunto da una stampa di metà Ottocento, abbiamo sistemato un tratto della mulattiera tra Como e Brunate coinvolgendo anche alcuni richiedenti asilo, E poi ci sono le Little Free Library: la sesta è stata appena inaugurata di via Sant’Elia e puntiamo ad averne a breve altre quattro. Poi c’è la collana di volumi dedicati alle Passeggiate Creative che vedrà presto la luce”.
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E nell’attesa che si concretizzino tutti questi progetti? “Intanto stiamo già lasciando una traccia dei contenuti e degli itinerari (sotto forma di tracce gps, foto e voci di Wikipedia) su Wikipedia, Open Street Map, Wiki Commons e Wikitravel anche grazie all’accordo firmato circa un anno fa con Wikimedia Italia. Sono strumenti di promozione del territorio meno noti ma molto efficaci”.
Quindi studio, coinvolgimento di moltissime persone, valorizzazione e promozione del territorio attraverso diversi canali, le istituzioni vi stenderanno il tappeto rosso. “Siamo sostenuti di volta in volta da diversi partner che ci riconoscono una grande forza promozionale ma che, soprattutto, trovano in noi una corrispondenza con i loro obiettivi e i risultati si vedono. Ad esempio l’Università di Palermo sta preparando una ricerca sulle nostre Passeggiate Creative che porterà come best practice da imitare in una relazione al Parlamento Europeo (per questo ai partecipanti alle passeggiate è stato richiesto di compilare una sorta di “sondaggio di gradimento”, Ndr). La stessa cosa era già stata fatta da Luciano Monti (docente di Politiche Europee alla Luiss di Roma) nella sua relazione a Ravello Lab, che è un po’ l’Ambrosetti dello sviluppo sostenibile dei territori. Ma con le istituzioni la cosa è un po’ più complicata.
“Banalmente aspettiamo da quasi due anni l’autorizzazione a posizionare una Little Free Library nei giardinetti di Via Vittorio Emanuele. E stiamo ancora aspettando una risposta dal Comune sul progetto della mappa della Lake Como Poetry Way, che abbiamo protocollato a ottobre, che permetterebbe di creare un sistema di 30 km di percorsi pedonali sul nostro territorio riconoscibili internazionalmente e gemellati con il Cammino di Santiago de Compostela”. Quindi aspettiamo? “Aspettiamo. Ma noi intanto andiamo avanti”.