In provincia di Como, nel verde e a pochi minuti dal Lago di Como, c’è un piccolo paesino di Canzo: un borgo antico da scoprire capace anche di dare il nome a un dolce amatissimo.
La storia di Canzo
Le origini del piccolo borgo di Canzo, situato in provincia di Como, risalgono a millenni or sono: le prime tracce di un insediamento umano in queste zone sono datate ben 10.000 anni fa, e per moltissimi secoli venne usato come avamposto per la caccia. Durante il periodo dell’Impero Romano, il paese divenne un luogo di passaggio per diversi importanti snodi commerciali e per questo motivo fiorì in maniera rigogliosa.
Successivamente, nel corso del Medioevo visse periodi alterni: passando da un feudo all’altro, Canzo assorbì culture e tradizioni molto diverse, che ancora oggi caratterizzano questo splendido borgo. È solo nell’ultimo secolo che il paese divenne un importante centro nevralgico per la siderurgia, essendosi prima basato interamente sull’agricoltura e, in parte, sull’industria della seta per la sua sussistenza.
Il borgo antico di Canzo
Il cuore del paese è senza dubbio il suo borgo antico, dove sono racchiuse alcune splendide testimonianze del suo florido passato. Assolutamente da non perdere è la Basilica prepositurale plebana di Santo Stefano protomartire, edificata a partire dalla prima metà del ‘700 secondo i canoni del barocco classico. Particolare caratteristico della chiesa è il suo alto campanile dal tetto in bronzo che svetta lateralmente, e che si affaccia sul piazzale antistante. Qui, periodicamente si svolgono delle mostre d’arte che richiamano numerosi curiosi dall’intera regione.
A non molta distanza possiamo ammirare l’eremo di San Miro al Monte, dove in precedenza sorgeva un oratorio. La chiesa e il piccolo convento adiacente sono posti a pochi passi da un ripido pendio dove si notano ancora i segni dei terrazzamenti coltivati ad orto dai frati che vi abitavano. Il luogo è considerato meta di pellegrinaggio soprattutto per la fonte dalla quale sgorga un’acqua che avrebbe proprietà curative, secondo il culto di San Miro.
Ma il borgo di Canzo è sul versante dell’architettura civile che possiede delle perle di rara bellezza. Tra le tante ville pittoresche da ammirare passeggiando per le viuzze del paese, spicca senza dubbio Villa Meda: non è solo un edificio splendido, a pochi passi appena da un bellissimo giardino, ma riveste anche una grande importanza storica. Marianna Meda, che visse per lungo tempo in questa villa, fu la suocera di Alessandro Manzoni. E lo scrittore stesso trascorse delle vacanze a Canzo, da cui trasse ispirazione per le ambientazioni del suo capolavoro I Promessi Sposi.
Canzo, un gioiello incastonato nella natura
Sono davvero molte le bellezze naturali che circondano il paese, e che offrono molteplici possibilità ai turisti che desiderano ritrovare la pace e la serenità. Ad esempio, sulle rive del lago del Segrino, piccolo specchio d’acqua di origine glaciale tra i più limpidi d’Europa, è possibile concedersi un po’ di relax e prendere fiato prima di una lunga camminata nel verde. Nei dintorni del borgo, infatti, si diramano tantissimi sentieri che permettono di esplorare il fantastico paesaggio delle Prealpi lombarde. Ci sono percorsi semplici, adatti alle famiglie e ai meno esperti, ma anche itinerari lunghi e tortuosi concessi solamente agli alpinisti dotati di una buona attrezzatura.
Simbolo del paese è senza dubbio il panorama dal quale svettano i Corni di Canzo, un piccolo gruppo montuoso caratterizzato da tre cime rocciose che si innalzano all’orizzonte. La vetta orientale è di facile accesso per chiunque, grazie ad un sentiero piuttosto semplice da percorrere. Le altre due cime, invece, sono meta di escursionisti esperti che vogliono mettersi alla prova. Una cosa è certa: il panorama, da lassù, val bene un piccolo sforzo.
I Nocciolini di Canzo
I Nocciolini di Canzo sono piccolissimi dolcetti realizzati con soli tre ingredienti: nocciole, zucchero a velo e albumi.La nascita si fa risalire al 1922, in un piccolo laboratorio artigianale che da allora sino ad oggi ha fatto storia come pasticceria, passando tra diverse proprietà.
Il signor Citterio, creò un dolce capace di utilizzare le nocciole raccolte nei numerosi boschi della zona. Fu un grande successo, tanto da diventare con il tempo il prodotto tipico di Canzo, con sconfinamenti nella vicinissima Asso. Una produzione divenuta identitaria di tutte le pasticcerie della zona, meta di tanti escursionisti diretti ai Corni di Canzo, le tre vette rocciose del Triangolo lariano e lungo i tanti sentieri che portano in quota, con diverso grado di difficoltà. Al rientro da una giornata di cammino, la tappa per assaggiare e acquistare i nocciolini è d’obbligo. Si possono gustare a piacere, perché uno tira l’altro, essere utilizzati come decorazione per torte o serviti con cioccolata.