La Guardia di Finanza di Como ha arrestato uno dei responsabili del fallimento Cartorama, azienda leader a livello nazionale nel settore del commercio di prodotti di cartoleria e cancelleria.
I Finanzieri hanno eseguito, nelle scorse settimane, un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di L.R., 52 anni, residente a Varese ma di fatto domiciliato nella Repubblica del Sud Africa. Si tratta di uno dei principali autori della frode che, attraverso il sistematico depauperamento del patrimonio aziendale, ha provocato il fallimento di Cartorama, leader nazionale nel settore del commercio di prodotti di cartoleria e cancelleria.
Nel mese di febbraio, su proposta della Procura della Repubblica di Como, era stata disposto l’arresto nei confronti di C.G., 67 anni, di Lomazzo ma domiciliato presso la Repubblica del Sud Africa, amministratore di diritto dell’azienda fallita e di L.R., amministratore di fatto della stessa, nonché ideatore e co-autore della frode finanziaria. Ai due infatti sono contestati i reati di bancarotta fraudolenta e di ricorso abusivo al credito: a loro carico c’è una distrazione patrimoniale complessiva pari a circa 27 milioni di euro, che va a sommarsi ai sequestri patrimoniali
già in precedenza eseguiti per un valore di 1.022.000 euro disposti per omessi versamenti di imposte.
Ad aprile le Fiamme Gialle di Como, in collaborazione con la Polizia di Frontiera di Malpensa, hanno arrestato L.R., appena sbarcato in territorio comunitario e proveniente dalla Repubblica Sudafricana. Nei confronti dell’altro indagato invece verrà attivata una procedura di estradizione.
La vicenda
Secondo quanto ricostruito dai Finanzieri comaschi, i vertici dell’azienda hanno nel tempo strumentalizzato, in maniera fraudolenta, il processo di ricapitalizzazione della società, realizzato mediante una complessa operazione bancaria, ovvero un acquisto mediante indebitamento verso terzi che avrebbe dovuto potenziare la situazione finanziaria del Gruppo societario, favorendone il consolidamento sul mercato.
Nel 2008 l’operazione si era realizzata prima con la creazione di una nuova società (Newco), in cui i soci erano, oltre agli investitori, anche l’indagato e alcuni complici tramite schermi fiduciari esteri. Successivamente, la Newco, ricevuto il finanziamento da un consorzio di Banche, aveva acquistato le quote della vecchia società (target), divenendone proprietaria. Infine, l’operazione aveva trovato il suo perfezionamento, mediante la realizzazione di un’operazione straordinaria di “fusione inversa”. Quindi l’accollo in capo alla ricostituita Gruppo Cartorama Srl, di un debito di 53 milioni di euro, pari al finanziamento concesso per la realizzazione dell’operazione di ricapitalizzazione.
Tramite tale operazione, allo scopo di incassare una parte cospicua del prezzo pattuito nel contratto di vendita e un sovrapprezzo (earn out) condizionato dal raggiungimento di alcuni parametri e requisiti contabili, gli indagati hanno attivato una serie di operazioni commerciali fittizie per oltre 5 milioni di euro, finalizzate esclusivamente a gonfiare artificiosamente il fatturato del Gruppo societario tale da renderlo appetibile per la realizzazione dell’operazione finanziaria. Cessioni che erano esclusivamente documentali, di prodotti di cartoleria e cancelleria venivano simulate nei confronti di diverse società, sia italiane che estere. La merce oggetto di scambio veniva, di fatto, collocata presso un magazzino sito in Svizzera dove rimaneva giacente per lungo tempo,
deprezzandosi e divenendo praticamente invendibile.
La ricostruzione delle Fiamme Gialle sottolinea che i vertici aziendali hanno ulteriormente aggravato lo stato di dissesto dell’azienda con attività distrattive finalizzate all’illecito drenaggio delle risorse finanziarie a danno dell’azienda fallita, tra le quali spicca l’acquisizione, da parte dello stesso Gruppo Cartorama, di una società logistica di proprietà di una compagine di diritto inglese – nella disponibilità dei sodali – per un corrispettivo sproporzionato rispetto al valore reale nonché un “massiccio finanziamento” ad una società controllata con sede a Honk Kong, anch’essa
riconducibile alla sfera soggettiva del principale indagato.
Nel corso delle indagini, condotte anche mediante analisi documentali e bancarie nonché intercettazioni telefoniche ed ambientali, i baschi Verdi hanno eseguito perquisizioni locali e sequestri nelle province di Monza Brianza, Como, Varese e Caserta, presso le abitazioni degli indagati e le sedi delle società clienti del Gruppo Cartorama nonché, tramite attività rogatoriale, presso l’abitazione svizzera di C.G.