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Ostellari visita il Bassone. La Uil Polizia Penitenziaria: “Basta pacche sulle spalle. Aggressioni, possibile esposto”

Il sottosegretario alla Giustizia Senatore Andrea Ostellari ha visitato questa mattina la Casa Circondariale di Como. Visita che ha riportato in superficie questioni di lunga data. “E’ necessario porre l’attenzione sui problemi concreti, tangibili, quotidiani che la politica non può evadere. I poliziotti penitenziari, al pari di tutte le categorie lavorative, sono stanchi di ricevere attestati di stima, pacche sulle spalle, visite di cortesia. L’ambizione di questa segreteria territoriale – dice Il Segretario Territoriale Uilpa-Polizia Penitenziaria, Dario Esposito – è che la politica esca dal ruolo, certamente non imposto da noi, di sostenitrice morale di questa o quella realtà lavorativa per passare finalmente al “ fare” al “decidere” al “risolvere i problemi giornalieri dei lavoratori”.

E ancora è stato sottolineato come “le aggressioni, l’ultima nel mese di giugno, continuino ad aumentare. Problemi riscontrati in ogni casa circondariale, su tutto il territorio nazionale, non di meno la Segreteria Territoriale di Como della Uilpa Polizia Penitenziaria valuterà se depositare nelle prossime settimane- un esposto in Procura contro ignoti relativamente alle condizioni lavorative dei baschi azzurri comaschi. Noi chiediamo alla Politica decisioni concrete, chiediamo alla dirigenza penitenziaria nazionale, regionale e locale, ogni azione che possa migliorare le condizioni lavorative della Polizia Penitenziaria”, aggiunge Dario Esposito.

Inoltre prosegue la nota “non si può tacere il fatto che l’Amministrazione Penitenziaria vive una contraddizione in termini. Nella stessa Amministrazione, per usare un eufemismo, convive il ruolo di controllore e controllato: questo è il caso del V.I.S.A.G. ( “servizio vigilanza igiene e sicurezza amministrazione giustizia”) i cui nuclei, su base territoriale, sono costituiti presso gli stessi Provveditorati dell’Amministrazione Penitenziaria. Un’attività di vigilanza quindi, al di là della professionalità e buona fede dei singoli individui, che nasce con contraddizioni che non dovrebbero esistere in una nazione dalla cultura giuridica quale l’Italia. Per arrivare infine alla cronica carenza organica su base nazionale (che tocca anche Como) che mina la sicurezza e provoca l’accorpamento di posti di servizio in periodi festivi o il viaggiare sui livelli minimi di sicurezza nell’ordinarietà dei casi. 18 mila donne e uomini mancanti su base nazionale, un dato impressionante se confrontato all’attuale disponibilità di 37 mila baschi azzurri, una carenza di quasi il 50%. Diventa difficile quindi, su base nazionale, applicare il contratto collettivo nazionale, veder rispettate alla lettera le norme pattizie frutto di contrattazioni anche decentrate. Questo viene chiesto alla politica oggi: non decisioni draconiane che vadano contro il principio della rieducazione, chi lavora negli istituti di pena conosce benissimo l’importanza di confrontarsi con uomini e donne che intendono compiere un percorso risocializzante, viene chiesto di poter porre la Polizia Penitenziaria nelle condizioni di lavorare non sul filo del rasoio, sui livelli minimi di sicurezza, ma in condizioni di discreta ed ordinaria tranquillità”.

Il sottosegretario ha poi raccontato la visita su Facebook:

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