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Christian Leotta e Beethoven, domani grande concerto a Brunate

Si terrà sabato 1 ottobre alle ore 18.00 al Teatro Biblioteca Comunale di Brunate (via Funicolare 16) il terzo concerto del ciclo “Il linguaggio universale della musica: le 32 sonate per pianoforte di Ludwig van Beethoven” eseguito dal pianista di fama internazionale Christian Leotta, e organizzato dall’Associazione Melos con il sostegno di Fondazione Cariplo e con la collaborazione e il contributo del Comune di Brunate.

In programma la Sonata n. 30 in Mi maggiore Op. 109, la Sonata n. 31 in La bemolle maggiore Op. 110 e la Sonata n. 32 in Do minore Op. 111.

Portare la grande musica fin quasi sulla soglia di casa, anche per coloro che non hanno la possibilità di raggiungere le sale da concerto nei capoluoghi, è l’obiettivo di questo progetto innovativo, che tocca altri 7 comuni del territorio lariano in una tournée di 10 concerti, fino al 30 marzo 2023, che intende proporre l’esecuzione integrale di tutte e 32 le Sonate per pianoforte di Beethoven.

IL PROGRAMMA

La Sonata n. 30 in Mi maggiore Op. 109, è stata composta nel 1820, a breve distanza dalle successive Op. 110 e Op. 111, con le quali Beethoven completerà l’intero corpus delle 32 Sonate per pianoforte, portando in questo modo alle vette più alte della storia della musica la forma principe dello Stile Classico. Si tratta di una Sonata dal tono luminoso (come l’unica altra delle 32 Sonate scritta nella medesima tonalità, la n. 9 Op. 14 n. 1) – commenta Christian Leotta -. Nel primo tempo, marcato “Vivace, ma non troppo”, Beethoven riesce con straordinaria maestria ad esporre il Primo tema e a modulare al Secondo in sole otto battute, fatto mai successo in nessun’altra Sonata per pianoforte finora (e successiva). Il Secondo tempo, un “Prestissimo” dal carattere teso e drammatico, è in grande contrasto con il precedente movimento. Il Terzo tempo, un “Andante molto cantabile ed espressivo”, è scritto in forma di Tema con sei variazioni, ognuna delle quali recante un’autonoma indicazione agogica, unico caso in tutte le 32 Sonate”. Nessuna di queste Variazioni modula in tonalità minori, e il carattere generale è dominato da una grande espressività e cantabilità, unite al virtuosismo delle Variazioni n. 3 “Allegro vivace” e n. 5 “Allegro, ma non troppo”.

La Sonata n. 31 in La bemolle maggiore Op. 110 è stata composta nel 1821, ed è l’unica dell’ultimo periodo che non rechi alcuna dedica. Si tratta di una meravigliosa riflessione sull’esistenza umana – prosegue Leotta -, che Beethoven ha voluto mirabilmente tradurre in Forma sonata, riuscendo a fondere come mai prima d’ora (e come nessun altro compositore potrà fare dopo di lui), forme arcaiche quali la Fuga e l’Aria, ponendole in funzione drammatica fra esse, come lo potrebbero essere un Primo e un Secondo tema”. Il primo tempo, un “Moderato cantabile molto espressivo”, presenta tutti i tipici elementi di un primo movimento in Forma sonata. Qui l’attenzione di Beethoven è concentrata, più che sull’innovare la forma, sulla straordinaria ricerca espressiva. Il secondo tempo, un “Allegro molto”, è in contrasto con la calma del precedente e presenta dinamiche molto differenti a breve distanza, passando numerose volte dal “Forte” al “Piano” improvvisamente e senza alcun preavviso. Il tutto per introdurre uno dei tempi più significativi di tutte le 32 Sonate e di tutta la storia della musica, il successivo e conclusivo “Adagio ma non troppo”. Di proporzioni assai sviluppate, presenta numerose sezioni con diverse indicazioni agogiche, fra le quali una “Fuga” a tre voci, la sua “Inversione”, e ben due “Arioso”, dove Beethoven supera davvero ogni limite espressivo dello strumento, trattando qui il pianoforte come la voce umana. Il movimento termina con un “tempo primo”, grazie al quale l’Op. 110 si conclude con grande splendore e solennità.

La Sonata n. 32 in Do minore Op. 111, composta da Beethoven fra il 1821 e il 1822, chiude l’intero ciclo delle Sonate per pianoforte scritte dal genio di Bonn, serie di composizioni che può certamente essere definita quale il più importante corpus di tutta la storia della musica. “Di soli due tempi e nella tonalità prediletta di Do minore – osserva Leotta -, la Sonata Op. 111 raccoglie in sé l’ultimo messaggio all’umanità, e forse anche il più profondo e commovente, che Beethoven abbia voluto trasmettere attraverso il suo strumento prediletto, il pianoforte, fedele compagno di tutta la sua vita”. Il primo tempo si apre con un “Maestoso”, dal carattere teso ma allo stesso tempo solenne e misterioso, che introduce un “Allegro con brio ed appassionato”, scritto in Forma sonata, dove il Primo tema viene sviluppato in modo straordinario attraverso l’ampio utilizzo del contrappunto, unito ad un virtuosismo stravolgente. Il secondo tempo, il più ampio movimento di tutte le 32 Sonate, è un’ “Arietta”, che reca l’indicazione agogica di “Adagio molto semplice e cantabile”. Anche se non espressamente indicato da Beethoven, questo sublime movimento è scritto essenzialmente in forma di Tema con variazioni. Ma ogni “classificazione”, a questo punto della sua vita, rappresenta per Beethoven anche una possibile “limitazione” all’espressione. A partire da quella che potrebbe essere definita come la quarta “Variazione”, pur cambiando il tempo da dodici trentaduesimi a nove sedicesimi Beethoven non indica più alcuna relazione di metro da seguire (come fatto nelle battute precedenti), come se lo spirito, assieme alla forma, cominciassero da qui a staccarsi man mano da questo mondo, per condurci verso vette sublimi dell’essere, grazie alla musica più vicine a Dio.

Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria a tel. 031/221345 oppure biblioteca@comune.brunate.co.it

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