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Il Lockdown di carta, due comaschi per Arcana: i “78 giri quasi d’amore” di Maurizio Pratelli e “Isolation Rock” di Fabrizio Barabesi”

A pochi mesi dal periodo del lockdown che tutti abbiamo affrontato a causa della pandemia, due libri di altrettanti autori comaschi – Maurizio Pratelli e Fabrizio Barabesi – raccontano da un punto di vista personalissimo i giorni vissuti rinchiusi all’interno delle proprie case.

Maurizio, 78 giri quasi d’amore

Lago, Coronavirus, buona musica, ricordi d’infanzia. C’è tutto questo in “78 giri quasi d’amore – Al riparo da un futuro invadente”. Titolo con doppia citazione (Guccini, De Gregori) per il nuovo libro, edito da Arcana, di Maurizio Pratelli, firma che da sempre si occupa di cultura e spettacolo e che ha al suo attivo già diversi volumi, ultimo il terzo capitolo di “Vini e Vinili: Gaber & Champagne”.

Il nuovo lavoro è nato durante la quarantena, proprio guardando il lago. “Io passo la vita a scrivere – racconta Maurizio – In quel momento sono un po’ uscito dai miei soliti canali, ovvero musica e vino. All’inizio alla mattina riversavo sulla carta i miei pensieri notturni. Erano le emozioni di quei momenti: a marzo non sapevamo nulla e volevo che ciò che provavo in quella particolare condizione rimanesse fissato. In quel momento non pensavo sarebbe diventato un libro”.

Così ci sono la cronaca quotidiana di quei giorni ma anche i ricordi dell’infanzia e dell’adolescenza. “Poi verso la fine, gli ultimi scritti sono dopo il lockdown – aggiunge l’autore – ho raccontato la mia riscoperta della libertà, ritornando nei miei luoghi preferiti”.

Pian piano è nato un vero e proprio diario di quei 78 giorni che è anche cronaca di vita da lockdown accompagnata dalla saggezza del cantautorato italiano. “Come molti altri ho trascorso la quarantena con la famiglia ed è strano quanto in un momento di tale isolamento si ricercasse ancora più la solitudine – racconta l’autore comasco – Tutti noi abbiamo dovuto creare una nuova economia degli spazi nella nostra casa”.

Ma di quel periodo cosa resta? “Non penso né che ne siamo usciti migliori né peggiori – risponde Maurizio – Siamo però sicuramente tutti più sinceri e ognuno ha mostrato le proprie debolezze. Personalmente sono cambiato e do più importanza a cose che prima mi sembravano scontate”.

Fabrizio Barabesi, storie di musica e quarantena

Playlist da lockdown. Avremmo dovuto averla a marzo, quando tutto sembrava perduto e la speranza di tornare alla vita normale sempre più lontana. Soprattutto avremmo dovuto avere tra le mani “Isolation Rock – Storie di musica, quarantena e coronavirus”, il nuovo libro, sempre edito da Arcana, del giornalista comasco Fabrizio Barabesi, già autore di “Baby Rock” insieme alla moglie Manuela Lozza.

“Durante il lockdown ero tra coloro che continuavano a uscire per lavorare ma mi sono accorto che, a differenza di prima, durante il tragitto in auto da Varese, dove risiedo, a Como non accendevo la radio – racconta Fabrizio – E vedevo il clima surreale attorno a me che mi faceva venire in mente diverse canzoni. Così sono cominciate a nascere playlist per il tragitto in auto in totale solitudine, per sopportare l’assalto di mezzanotte al sito del supermercato per prenotare l’appuntamento per la consegna della spesa manco fosse il concerto dei Clash o per far passare il tempo in coda per entrare al supermercato”.

In “Isolation Rock” c’è tutto questo, condito con un po’ di sana ironia, i ritratti degli artisti citati disegnati dalla mano di Filippo “Kultgeneration” D’Angelo e dalle fotografie del lockdown di Roberto Colombo.

Ma le tue canzoni del lockdown a cui sei più affezionato quali sono? “Sicuramente ‘Where Is My Mind’ dei Pixies che prende in giro le persone un po’ come eravamo noi durante il lockdown – racconta l’autore – Poi ‘Lost in the supermarket’ dei Clash perché mi ricorda chi affollava i supermercati per acquistare l’impossibile. E infine ‘Living in a ghost town’ che i Rolling Stones hanno scritto durante la quarantena e per la quale hanno girato un video con sette città deserte”.

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