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Cultura e Spettacolo

I 10 luoghi del cuore Fai più votati in Lombardia, due in provincia di Como: la storica Funicolare e la riserva naturale

Il Fai ha diffuso la classifica dei luoghi del cuore più votati finora in Lombardia, ovvero che hanno preso più di mille preferenze.

I 10 luoghi del cuore Fai più votati in Lombardia:

* Traghetto di Leonardo da Vinci a Imbersago (LC)
* Motonave La Capitanio 1926 a Lovere (BG)
* Stazione funicolare a Lanzo d’Intelvi (CO, in copertina)
* Parco Trotter Casa del Sole e Minitalia a Milano
* Chiesa e Convento di Maria Incoronata a Martinengo (BG)
* Cascina dei Poveri a Busto Arsizio (VA)
* Santissima a Gussago (BS)
* Riserva Naturale “Fontana del Guercio” a Carugo (CO, qui sotto)

* Chiesa di Santa Maria Vecchia (Chiesa dei Morti) a Gussago (BS)
* Cuore di roccia, il Museo delle Pietre Coti e dei Coderocc a Pradalunga (BG)
* Villaggio Saffa a Magenta (MI)
* Liceo Classico Severino Grattoni – IIS Galilei a Voghera (PV)
* Villa Arconati a Castellazzo di Bollate (MI)
* Campanile della Basilica di Desio (MB)

A oggi il luogo in Lombardia al primo posto della classifica provvisoria (classifica provvisoria completa su www.iluoghidelcuore.it) è il Traghetto di Leonardo da Vinci, simbolo di Imbersago (LC), che ha storicamente prestato servizio come importante collegamento tra il Ducato di Milano e la Repubblica di Venezia fino alla fine del XVIII secolo. Si ipotizza che Leonardo da Vinci abbia progettato o perfezionato questo traghetto durante il suo soggiorno a Vaprio d’Adda, tra il 1506 e il 1507, con un disegno datato 1513 incluso nel Codice Windsor.

Il sistema funziona grazie a un cavo d’acciaio teso tra le due sponde, sfruttando la corrente del fiume per il movimento, rendendo superfluo un motore. Questo traghetto ha rappresentato un mezzo vitale per il trasporto di merci e persone, e continua a operare oggi, offrendo attraversamenti in un contesto naturale di straordinaria bellezza. Il progetto di Leonardo coincide con l’inizio della gestione del porto di Imbersago da parte della famiglia Landriani, che, nel 1512, ottenne i diritti di traghettamento. Nel corso del tempo, la gestione passò a diverse famiglie fino a diventare comunale. Proprio l’amministrazione comunale ha scelto di candidare il traghetto al censimento de “I Luoghi del Cuore” promosso dal FAI perché è l’unico esemplare funzionante al mondo, un autentico patrimonio storico e culturale da preservare

Ampliamente segnalata la Motonave La Capitanio 1926, ancorata a Lovere (BG), il battello più antico del lago d’Iseo ancora oggi navigante.

Lunga 24 metri e larga 4,40, la motonave, un tempo piroscafo a vapore, è stata costruita nel 1926 a Genova Voltri per la Società di Navigazione a Vapore del Lago d’Iseo. Porta il nome di Bartolomea Capitanio, una religiosa di Lovere, beatificata nello stesso anno. Dismessa nel 1965, fu salvata dalla rottamazione dall’armatore Giovanni Battista Carrara. Nel 2023, l’Associazione “La Capitanio”, che sostiene la candidatura della Motonave al censimento FAI “I Luoghi del Cuore”, ha avviato un intenso lavoro di manutenzione, con più di 700 ore di volontariato e l’aiuto di professionisti, per celebrare al meglio il suo centenario e continuare a far navigare questo storico veicolo. L’obiettivo è anche quello di formare Il Museo ‘La Capitanio 1926’, che raggiungerà tutti i 16 Comuni del Sebino.

Molti voti anche per la Stazione funicolare di Lanzo d’Intelvi (CO), un impianto che ha rappresentato un importante collegamento tra il borgo montano e il lago di Lugano. Fondata nel 1902 da un comitato di cittadini, la funicolare fu progettata anche per facilitare l’afflusso turistico nella regione.

Inaugurata nel 1907, copriva un dislivello di 608 metri, con un percorso su rotaia appoggiato al fianco della montagna di 1,3 km. Negli anni ha vissuto diverse fasi di rinnovamento e trasformazione, compreso un significativo ammodernamento negli anni ‘50 che ha migliorato le prestazioni e l’efficienza. Tuttavia, il suo utilizzo è diminuito drasticamente a partire dagli anni ‘60, culminando nella chiusura nel 1977. Il Comitato per la Riattivazione cerca da anni di promuovere il recupero dell’impianto e nel 2020 è stato realizzato da Regione Lombardia un Documento di fattibilità delle alternative progettuali. La stazione di monte, in abbandono, viene votata per auspicare il suo recupero, insieme alla riattivazione della funicolare, importante attrattiva turistica per la zona.

Segue il Parco Trotter Casa del Sole e Minitalia a Milano. Situato nel quartiere Turro, il parco deve il suo nome all’ippodromo del trotto che un tempo sorgeva in quest’area: ancora oggi, il viale principale del parco ripercorre l’antico tracciato di gara.

Dopo il fallimento della società sportiva, il Comune acquisì l’area e nel 1922 vi creò la scuola Casa del Sole, ispirata a teorie pedagogiche avanzate e rivolta in particolare a bambini in condizione di precarietà sociale e fisica, a rischio di tubercolosi, con aule concepite come padiglioni affacciate sullo spazio verde e incentrando la didattica su attività all’aperto. Rientrava in questo innovativo approccio anche la Minitalia in pietre ed essenze vegetali, realizzata per aiutare lo studio della geografia. Con il passare del tempo, tanti spazi si erano degradati ed erano caduti in disuso, ma dagli anni Novanta, grazie alla spinta dell’Istituto Comprensivo Francesco Cappelli, che ha sede nell’ex Casa del Sole e dell’attivissima associazione Amici del Parco Trotter, costituita dai genitori degli studenti, molto è stato fatto. Anche “I Luoghi del Cuore” ha avuto un ruolo importante: nel 2018, grazie alla partecipazione a una passata edizione del censimento, è stata infatti recuperata la Casa delle Scoperte, che conserva l’archivio storico della scuola e ospita spazi di lettura e attività per gli studenti. Quest’anno l’associazione e la scuola hanno deciso di partecipare nuovamente al censimento per puntare l’attenzione sulla Minitalia, bisognosa di recupero.

Ampiamente segnalato anche il complesso della Chiesa e Convento di Maria Incoronata a Martinengo (BG), importante testimonianza della tradizione architettonica francescana. Costruito attorno al 1475 per volere del condottiero Bartolomeo Colleoni e della moglie Tisbe per i Frati Minori, è oggi affidato alle cure della Congregazione della Sacra Famiglia. La facciata è scandita da monofore a sesto acuto e lesene, mentre un fregio di archetti in cotto, tipici dell’architettura tardogotica lombarda, corre sottogronda lungo tutto il perimetro, interessando anche la torre campanaria.

All’interno la chiesa è composta di due vaste aule, la prima riservata ai fedeli, con soffitto in legno; la seconda costituisce la chiesa conventuale vera e propria, coperta da volte a vela, che si conclude con un coro quadrato. L’interno è riccamente affrescato: spicca il tramezzo a divisione delle due aule, con scene della Passione di Cristo realizzate probabilmente a inizio Seicento da Pietro Baschenis, appartenente a una dinastia di pittori molto arriva tra la bergamasca e il Trentino. Il complesso viene votato al censimento per renderlo più noto e valorizzato.

Fortemente sostenuta è la Cascina dei Poveri, complesso storico nel quartiere Beata Giuliana di Busto Arsizio (VA), con origini che affondano nel periodo medievale. Questa località sorge lungo l’antica Strada di Milano, diventata nel XIX secolo la via napoleonica del Sempione, realizzata attraversando la Selva Longa, il vasto tratto di brughiera che si estendeva in epoca antica tra Busto e Gallarate.

Inizialmente nota come Cascina del Covino, era un borgo autosufficiente legato alla Pieve di Gallarate, con forno e spazi religiosi. Nel XVI secolo la Scuola dei Poveri ne acquisì la proprietà, mentre nel XVII secolo si unì ufficialmente a Busto Arsizio. Qui, nel 1663, iniziò la costruzione della chiesetta di San Bernardino, completata nel 1667 e ampliata nel 1920. Col passare degli anni, la cascina è andata incontro a un lento abbandono, culminato nei primi anni Settanta. Oggi il Comune ha recuperato parte della struttura e nel 2000 la chiesetta è stata restaurata, diventando nuovamente patrimonio della comunità. Promuove la raccolta voti l’associazione “Riabitare”, nata dal comitato formato durante il censimento “I Luoghi del Cuore” 2022. Nel 2023 il comitato ha evoluto la sua struttura in un’associazione culturale, con l’intento di valorizzare e proteggere la Cascina dei Poveri, trasformandola in un centro per eventi musicali, tradizionali, artistici e culturali.

Molti voti anche per la Santissima, un complesso domenicano sul colle Barbisone, che sovrasta il borgo di Gussago (BS). La prima attestazione di una chiesa rurale in questo luogo risale al 1460, quando papa Pio II concesse un’indulgenza per il restauro dell’edificio, frutto dell’impegno della comunità locale. Nel 1479 papa Sisto IV la affidò ai Domenicani, che le affiancarono un convento, rendendola un importante centro spirituale e agricolo per oltre tre secoli.

Nel 1797, con il distacco di Brescia dalla Serenissima, il convento venne assegnato all’Ospedale Maggiore bresciano e subì poi diversi passaggi di proprietà, finché nell’Ottocento venne modificato assumendo la forma di castelletto neogotico. Dopo anni di abbandono, nel 1990-91 sono iniziati alcuni lavori di recupero. Nel 2006 è stato creato il Parco della Santissima, oggi curato da un gruppo di volontari, e nel 2010 tutto il complesso è stato acquistato dal Comune, che nel 2022 ha avviato nuovi lavori di restauro, tra cui quello degli affreschi dell’abside attribuiti a Paolo da Caylina il Giovane. Il comitato “Santissima nel Cuore”, che aveva già partecipato al censimento 2020, torna a far votare il complesso, auspicando la realizzazione di tutti i lavori necessari e per rendere più conosciuto questo luogo identitario per Gussago.

Ampiamente segnalata anche la Riserva Naturale “Fontana del Guercio”, importante area protetta situata a Carugo (CO), che deve il suo nome alla presenza di una serie di sorgenti. È riconosciuta come Sito di Importanza Comunitaria per la sua singolarità geologica, caratterizzata dalla rara emersione, che appunto qui si verifica, dello strato acquifero.

La riserva comprende la valle della Roggia Borromeo e un sistema di 14 fontanili, insieme a un’area forestale, che conferiscono alla zona una notevole diversità ambientale e biologica, nonostante l’elevata pressione antropica. L’ambiente creato dalle sorgenti ha garantito la conservazione di un’importante popolazione di gamberi di fiume, molluschi ed anfibi, oltre alla presenza di popolazioni abbastanza floride di ghiri e ricci e di specie di uccelli non comuni. Estesa su 34,8 ettari, l’area ha anche un interesse storico: le sue sorgenti alimentavano in passato le fontane del Palazzo Borromeo di Cesano Maderno. La riserva viene votata al censimento per valorizzarla e per promuovere attività di sensibilizzazione ed educazione ambientale, affinché le future generazioni possano apprezzare e proteggere questo angolo di biodiversità.

Segue la Chiesa di Santa Maria Vecchia (Chiesa dei Morti) di nuovo a Gussago (BS), che vanta origini altomedievali legate a un antico nucleo longobardo. Dopo significativi interventi nell’XI secolo, l’edificio ha acquisito l’assetto attuale nel 1470, con ulteriori interventi secenteschi.

Tra le opere artistiche spicca il “Pulpito di Maviorano”, frutto dell’assemblaggio di pilastrini e lastre longobardi dell’VIII secolo, queste ultime ricche di figurazioni di valore simbolico, oltre al cinquecentesco “Polittico del Rosario” di Luca Mombello. La chiesa viene celebrata saltuariamente ed è aperta per visite su richiesta alla Parrocchia, continuando a svolgere un ruolo vitale nella comunità; versa tuttavia in condizioni preoccupanti: infiltrazioni d’acqua hanno fatto sorgere la necessità di interventi urgenti. Il comitato “Amici della Pieve di Gussago” si impegna attivamente per il recupero di questo bene, promuovendo la manutenzione straordinaria del tetto e il restauro degli affreschi.

Tante segnalazioni per il singolare Cuore di roccia, il Museo delle Pietre Coti e dei Coderocc a Pradalunga (BG), che valorizza una tradizione artigiana tipica della Valle Seriana, tramandata sin dall’epoca romana. La pietra cote, utilizzata dai contadini per l’affilatura degli utensili da taglio, come le falci fienaie, è un oggetto umile, di uso quotidiano ma indispensabile. La sua produzione a Pradalunga è documentata negli Statuti di Bergamo del 1248 e già all’epoca le pietre coti si esportavano verso il Nord Europa.

Le pietre, dalla particolare forma affusolata, venivano lavorate dopo l’estrazione dalle cave sul monte Misma sovrastante il paese, la cui roccia ha una peculiare composizione minerale che permette di affilare le lame senza rovinarle, né consumarle troppo, consentendo di allungare di molto la loro durata nel tempo. Il Museo Laboratorio, oggi di proprietà comunale, è allestito negli ambienti della ex Ligato Fratelli, gli ultimi di una dinastia di produttori documentata già nel XV secolo. Cessata l’attività nel 2023, i locali trasformati in sede espositiva restituiscono una veritiera rappresentazione delle modalità e delle condizioni di lavoro, poiché gli ambienti, che risalgono a epoche differenti, conservano strumenti di lavoro originali e reperti storici. Il Museo viene votato non soltanto per rendere più nota questa tradizione, ma anche perché venga arricchito e valorizzato, insieme ai suoi spazi.

Molti voti anche per il Villaggio Saffa a Magenta (MI). La S.A.F.F.A. è nata nel 1932 dalla fusione delle fabbriche italiane dell’industria fiammiferaia, con a capo la più grande, la De Medici di Magenta. Lo stabilimento Saffa arrivò a produrre 45 miliardi di fiammiferi all’anno, ricavati soprattutto da tronchi di pioppo.

Negli anni Sessanta l’ing. Pietro Molla, direttore generale e marito della futura santa Gianna Beretta, che risiedeva con la famiglia nel villaggio, visto il ridursi del consumo di fiammiferi e cerini, convertì l’azienda alla produzione di accendini a gas, senza tuttavia riuscire a risollevarne le sorti; nel 2002 si arrivò alla chiusura definitiva. Come il più famoso Villaggio Crespi a Crespi d’Adda, il Villaggio Saffa si configura come una vera e propria frazione a se stante ed è costituita da un complesso di edifici distinti, costruiti tra gli inizi del ‘900 e il 1962. Il villaggio era destinato ad accogliere le famiglie dei lavoratori dello stabilimento di Ponte Nuovo e a ospitare funzioni sociali ed educative a servizio della comunità, dalla chiesa alla scuola fino alla mensa. Diverse strutture ebbero tra gli anni ’50 e ‘60 un progettista di eccezione, l’architetto milanese Giovanni Muzio, autore della chiesa, della scuola primaria e del cinemateatro, ora in disuso, in mattoni pieni rivestiti da piccole piastrelle di cotto. Il villaggio viene votato per auspicarne il pieno recupero e la valorizzazione.

Ampiamente segnalato anche il Liceo Classico Severino Grattoni – IIS Galilei di Voghera (PV). Fondato nel 1861, il Regio Ginnasio è divenuto sin dagli inizi un punto di riferimento per la cultura cittadina, connettendo in modo proficuo storia ed educazione. L’istituzione è intitolata alla figura di Severino Grattoni (1815-1876), architetto già noto per la progettazione del traforo del Frejus, il cui busto posizionato all’ingresso dell’edificio accoglie gli studenti tutte le mattine. Di grande pregio sono gli strumenti scientifici d’epoca conservati nelle aule di chimica e fisica.

L’architettura del plesso scolastico, in stile neoclassico, evoca il gymnasion delle antiche città greche, luoghi dove i giovani potevano occuparsi di letteratura, filosofia e sport. A sostegno della candidatura di questo luogo si schiera il comitato “I Severini”, composto da alunni attuali, ex studenti e insegnanti, che sottolinea l’importanza di tutelare la storica sede del liceo classico attraverso interventi di manutenzione e riqualificazione degli spazi esterni, nonché la riorganizzazione espositiva degli strumenti scientifici di laboratorio.

Torna a essere votata Villa Arconati a Castellazzo di Bollate (MI), già vincitrice nel 2004 della seconda edizione del censimento. Oggi divisa tra il Comune di Bollate e la Fondazione Augusto Rancilio, fu la più imponente dimora gentilizia dello Stato di Milano fino alla costruzione della Villa Reale di Monza. Sorta con un primo nucleo a inizio Seicento per volere del maggior proprietario terriero della zona, il marchese Guido Cusani, esattore delle tasse per conto del governo spagnolo, passò poi poco dopo a Galeazzo Arconati, uomo colto, collezionista tra l’altro di disegni e taccuini di Leonardo, che la ingrandì ed arricchì, dando forma anche al giardino, presto celebre per i suoi giochi d’acqua e la grande voliera.

Un nuovo ampliamento fu realizzato nel Settecento dal pronipote Giuseppe Antonio, che chiamò inoltre intorno al 1750 i fratelli Galliari, scenografi del Teatro alla Scala, incaricati di decorare il soffitto del salone del piano nobile con un grandioso affresco a tema mitologico. Sul finire del secolo scorso era andata incontro a un periodo di declino: nel 1989 tutti i suoi arredi erano stati venduti all’asta, con la conseguenza che l’enorme edificio, rimasto completamente vuoto, non riuscì a trovare una nuova destinazione d’uso. Sede di eventi culturali, la villa viene nuovamente votata affinché ne venga completato il recupero e sia sempre più valorizzata.

Molti voti anche per il Campanile della Basilica di Desio (MB). L’imponente torre a base quadrata, connotata da archetti pensili e aperture a sesto acuto, due elementi tipici dell’architettura gotica, dovrebbe risalire al XV secolo anche in base a fonti archivistiche. Nel tempo ha subito certamente svariate modifiche, dalla rimozione di una trifora avvenuta nel 1830, all’abbattimento della guglia per far spazio agli archi che sostengono le campane.  Queste ultime vengono tutt’oggi suonate manualmente dal Gruppo Campanari della Basilica di Desio, mantenendo viva l’antica tradizione tramandata per generazioni. La raccolta voti al censimento “I Luoghi del Cuore” è promossa per preservare il più antico monumento della città e farne conoscere la storia centenaria.

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