Con in agenda la prossima inaugurazione del nuovo allestimento della sezione Romana e la, non troppo segreta, speranza che un domani il “tesoro in monete” del Cressoni (qui le foto) possa essere ospitato all’interno della struttura, tutto ci si aspetterebbe dal Museo Archeologico tranne la chiusura di alcune sale.
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E invece, dalla settimana scorsa, senza alcuna comunicazione ufficiale (leggi: il non comprensibile e certo non giustificabile silenzio del Comune che nemmeno ha diffuso una nota informativa), due sale della sezione dedicata alla Preistoria (la Sala dell’Eta del Bronzo e quella dedicata alla cultura di Golasecca in cui è esposta, tra gli altri reperti, la spada di Prato Pagano) sono transennate e completamente chiuse al pubblico.
Le ragioni? I beninformati – ma bene informati – raccontano in modo estremamente circostanziato “di un problema di infiltrazioni e stabilità della soletta che già da tempo appariva imbarcata in alcuni punti ed era già stata parzialmente inagibile”.
A questo si aggiungono le infiltrazioni dal tetto in alcune sale della sezione Romana che stanno danneggiando anche una parete affrescata di Palazzo Olginati.
Da anni inoltre sono inagibili, sempre per le medesime ragioni di infiltrazioni e danni alla soletta, anche alcuni uffici del secondo piano.
Con il percorso espositivo tagliato a metà, che significa perdere il filo logico (e cronologico) della visita, e l’incertezza sulla data di riapertura delle sale, il Museo Giovio va quindi a fare tristemente compagnia al più noto dei “malati” tra i musei comaschi, il Tempio Voltiano che aspetta da quattro anni il restauro e la riapertura della loggia dopo il crollo di una parte del controsoffitto.
3 Commenti
Una città (da Comum Oppidum a Novum Comum) con 3000 anni di Storia ridotta a pezzi negli ultimi decenni. Nemmeno un cartello decente campeggia davanti al Museo (da ristrutturare ed ampliare) che dovrebbe essere una delle meraviglie cittadine. Ecco perché le sovraintendenze, fatti i ritrovamenti, lasciano costruire villette e palazzi sopra le tombe e gli edifici della trimillenaria civiltà celtica (o proto-celtica) di Golasecca (non credo esista nemmeno un plastico che renda solo l’idea della Como pre-romana). Facessero almeno una copia del carro (così come doveva essere) o della stele di Prestino ( conosciuta dai linguisti di tutta Europa, tranne che a Como), prima che gli originali vengano distrutti da questi barbari. Tutelino i ritrovamenti in Spina Verde (già vandalizzati negli anni ’80 del ‘900). E le monete auree tardo imperiali romane del Cressoni? Beh! Ci si poteva aspettare pure che le fondessero per mettere i lingotti in qualche filiale bancaria ticinese. Forse è davvero meglio che rimangano a Milano piuttosto che in questa cittadina derelitta.
ma la manutenzione e la gestione del Museo a chi spetta? a quale ufficio? sembra impossibile che si lasci andare alla malora il patrimonio storico della città
perché tutta sta meraviglia ? abbiamo una Giunta ? quale lavoro hanno portato a termine ? o anche qui tra qualche giorno il Sindaco chiederà scusa ?