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Cultura e Spettacolo

La giornata comasca dell’artista Pistoletto tra Museo della Seta e libreria “Plinio il Vecchio”

Giornata tutta comasca, oggi, per il celebre artista Michelangelo Pistoletto che in una prima tappa è atteso al Museo della Seta dove incontrerà un gruppo di studenti (a partire dalle ore 16).

Nel corso della lezione, aperta anche al dibattito, sostenuta dall’imprenditore Beppe Pisani, titolare di Serikos, l’artista piemontese parlerà di sostenibilità e dell’ultimo prodotto artistico realizzato: “Terzo Paradiso”, tre cerchi orizzontali, richiamo del segno matematico dell’infinito, opera diventata anche il simbolo della missione spaziale “Vita” per volontà dell’astronauta italiano Paolo Nespoli.

In particolare, nell’omonimo saggio intitolato, appunto, “Terzo Paradiso” sono racchiusi il concetto di primo paradiso, quello in cui gli uomini erano in armonia perfetta con la natura, e di secondo paradiso che, al contrario, è artificiale e nato dall’intelletto umano. Il “Terzo paradiso” al centro dell’opera di Pistoletto, di conseguenza, implica una nuova fase dell’umanità, in cui la natura e l’intelligenza artificiale convivono tra di loro in perfetto equilibrio e dove l’arte ha lo scopo di incoraggiare un cambiamento sociale.

Sempre oggi, l’artista parteciperà a un secondo evento organizzato nell’ambito delle manifestazioni del“Premio Città di Como”, alla libreria “Plinio il Vecchio” di via Vitani 14 a Como (ingresso libero).

Con Chiara Belliti, giurata del premio e editor, e il fondatore del premio Giorgio Albonico, Pistoletto presenterà il suo nuovo libro edito da Chiarelettere, un vero manifesto politico intitolato Ominiteismo e Demopraxia. Un libro che spiega come l’arte possa essere guida per il percorso delle vicende umane della nostra epoca. Grazie alla forza creativa che le è propria, può indicarne le prospettive e avviarne il cammino. Un libro che nasce dall’idea che ogni persona debba – e possa – riuscire a ottenere autonomia e responsabilità delle proprie azioni, senza essere soggiogato da sovrastrutture e poteri materiali o spirituali che siano. Pistoletto evidenzia il fallimento della democrazia, sottolineando come il potere del popolo (dal greco demos significa “popolo” e kratos “potere”) sia utopistico, considerata la distanza – non solo geografica – tra i rappresentanti politici e la popolazione. Ha così identificato la demopraxia (che si focalizza sulla praxis, che significa ‘azione’, nel senso di “fare”) come soluzione, con la quale ottenere libertà ed equilibrio sociale. Temi di grande attualità, ancor più nell’Italia ridisegnata politicamente dal voto dello scorso 4 marzo.

Sarà naturalmente anche l’occasione, con Giorgio Albonico presidente e ideatore del premio, per dialogare sulle politiche culturali della città di Como: nella sua Biella Pistoletto vent’anni or sono ha infatti dato vita a un nuovo centro d’arte, Cittadellarte, nella sede di un ex lanificio, un’archeologia industriale mozzafiato costruita nella seconda metà dell’800 da Emilio Trombetta, trasferitosi guarda caso a Biella dal Lario. Chissà che non possa dare qualche suggerimento per trasformare, ad esempio, l’ex Ticosa di Como in una factory culturale.

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