D’altronde se un avvocato di Asti è diventato uno dei più grandi e riconosciuti cantautori italiani del globo (Paolo Conte, così per dire), perché un avvocato di Como non avrebbe dovuto diventare un ottimo e riconosciuto critico cinematografico?
“In realtà mi serviva una scusa per essere accreditato ai festival”. Lo dice ridendo, Marco Albanese mentre racconta, con il giusto pizzico di orgoglio, i primi 10 anni della sua “creatura”. Era il 5 maggio 2009 e a Como nasceva Stanze di Cinema, un sito creato da due amici appassionati del grande schermo che oggi è diventato una delle realtà più accreditate e riconosciute del settore, con quasi 1500 film recensiti, circa 8000 articoli pubblicati e più di 1milione e mezzo di visualizzazioni.
Come è nato Stanze di Cinema?
Ho sempre avuto la passione per il cinema. Scrivevo sul sito di un’associazione culturale e tempestavo gli amici di mail con le recensioni dei film, finché un giorno il mio amico Daniele Valsecchi mi ha proposto di aprire un sito tutto nostro. Ed eccoci qui.
Ti ricordi il primo vagito?
Abbiamo iniziato pubblicando i pezzi che avevo scritto per il sito con cui collaboravo precedentemente. Il primo appositamente scritto per Stanze di Cinema è stato il 16 maggio 2009, una recensione dal Festival di Cannes.
Ora siete accreditati ai maggiori festival del mondo.
Oltre che a Cannes, siamo accreditati a Venezia, Berlino, Roma, Londra, Locarno.
Decisamente non è più un’impresa amatoriale.
No, è un lavoro a tutti gli effetti, oltre a quello di avvocato. Sono iscritto al Sindacato Nazionale dei Critici Cinematografici Italiani e sono stato il primo italiano accettato dalla Online Film Critics Society negli Stati Uniti. Sono anche iscritto all’International Press Academy di Beverly Hills, che assegna i Satellite Awards e sono stato in giuria nella prima edizione del My French Film Festival.
E i riconoscimenti non mancano.
Nel 2013 siamo stati votati ai Macchianera Internet Awards come uno dei 10 migliori siti cinematografici dell’anno e siamo citati da Wikipedia alla voce “critica cinematografica”. E nel trailer del film premio Oscar Il cliente è citata una frase della mia recensione. Ho anche partecipato ad una tesi di laurea che poi è diventata un libro (Attacco alla casta. La critica cinematografica ai tempi dei social media, di Maria Cristina Russo).
Quante persone collaborano con voi?
Nel corso degli anni abbiamo avuto una ventina di collaboratori da tutta Italia, persino da Londra, e alcuni di loro ora scrivono per importanti riviste del settore. Siamo una sorta di palestra per poi spiccare il volo altrove.
Parlando di Como, con il Gloria a rischio, l’Astra chiuso e il Festival del Cinema rinviato a data da definirsi, come vedi la situazione del cinema in città?
Con il Festival del Cinema, il Lake Como Film Festival e il Noir in Festival, l’offerta di Como è (era?) molto ricca. Spero che le due storiche sale cittadine risolvano presto le loro difficoltà ma poi, per poter funzionare, secondo me occorre superare il concetto di cinema classico.
E come?
Un bell’esempio è quello del Cinemino, una piccolissima sala milanese che con una programmazione intelligente e diversificata, è diventato un punto di ritrovo dove si fa cinema ma anche letture, concerti, incontri con attori e registi italiani e internazionali. La soluzione è fare cultura a 360 gradi, ma per farlo ci vogliono imprenditori illuminati.