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Cultura e Spettacolo

I tesori semisconosciuti ai comaschi si faranno amare alla Fondazione Prada

Diciotto opere della Pinacoteca civica di Como – capolavori che probabilmente molti comaschi nemmeno sapevano di “avere” – contribuiranno fino al 25 giugno al lustro della grande mostra dedicata all’arte italiana del periodo 1918 – 1943 “Post Zang Tumb Tuuum. Art Life Politics”. L’evento è stato inaugurato  sabato 17 febbraio alla Fondazione Prada di Milano e si potranno ammirare i tesori comaschi: nove pannelli in ceramica smaltata di Marcello Nizzoli, ideati nel 1935/36 per la facciata della Casa del Fascio e mai installati perché non accolti dal Partito Fascista e prestati per la prima volta, il disegno di Mario Radice rappresentante il progetto per la decorazione della sala del Direttorio della Casa del Fascio, sette disegni di Antonio Sant’Elia esposti nella storica mostra al Broletto del 1930 e una Composizione di Carla Badiali, esposta alla Quadriennale di Roma del 1943 (gallery qui sotto).

La mostra, a cura di Germano Celant, esplora il sistema dell’arte e della cultura in Italia tra le due guerre mondiali partendo dalla ricerca e dallo studio di documenti e fotografie storiche che rivelano il contesto spaziale, temporale, sociale e politico in cui le opere d’arte sono state create, messe in scena, nonché vissute e interpretate dal pubblico dell’epoca. L’indagine, svolta in collaborazione con archivi, fondazioni, musei, biblioteche e raccolte private, ha portato all’esposizione di oltre cinquecento lavori, tra dipinti, sculture, disegni, fotografie, manifesti, arredi, progetti e modelli architettonici, realizzati da più di cento autori.

In “Post Zang Tumb Tuuum. Art Life Politics: Italia 1918-1943” questi oggetti sono introdotti da immagini storiche, pubblicazioni originali, lettere, riviste, rassegne stampa e foto personali, così da mettere in discussione la decontestualizzazione espositiva in cui l’opera d’arte è tradizionalmente ridotta a una presenza neutra e isolata. Ricostruire, invece, le condizioni materiali e fisiche della sua presentazione originale consente di indagare il complesso sistema di relazioni tra autori, galleristi, critici, ideologi, politici, collezionisti, mecenati e spettatori, e permette inoltre di esplorare il dispositivo di mostra nelle sue diverse declinazioni come un elemento essenziale dell’universo simbolico del tempo.

Il progetto di allestimento, ideato dallo studio 2×4 di New York, si presenta come un percorso immersivo, ritmato da venti ricostruzioni parziali di sale espositive pubbliche e private. In questi ambienti, costituiti dall’ingrandimento in scala reale delle immagini storiche, vengono ri-collocate le opere originali di artisti come Giacomo Balla, Carlo Carrà, Felice Casorati, Giorgio de Chirico, Fortunato Depero, Filippo de Pisis, Arturo Martini, Fausto Melotti, Giorgio Morandi, Scipione, Gino Severini, Mario Sironi, Arturo Tosi e Adolfo Wildt, tra gli altri.

Oltre che con la Pinacoteca, Como partecipa alla mostra con alcuni disegni e modelli di Giuseppe Terragni in prestito dall’Archivio Terragni, con focus dedicati alla Casa del Fascio, al Monumento ai Caduti, al Novocomum e all’Asilo Sant’Elia, con i suoi arredi originali.

La mostra proseguirà fino al 25 giugno.

(fonte Comune di Como)

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