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Dai segreti del Lago di Como ai misteri di San Gimignano, Giuseppe Guin svela l’ultimo romanzo ‘L’ultima torre’: “Qualcuno sarà spiazzato”

Scritto sulle rive del lago di Como ma ambientato sulle colline toscane lasciando, per la prima volta nella sua carriera di scrittore, le sponde e i paesi che hanno fatto da cornice a tutti i suoi romanzi per avventurarsi non solo in un nuovo scenario, ma anche in una scrittura che è una sorpresa dalla prima all’ultima pagina. Questo è “L’ultima torre” (ne abbiamo parlato anche qui), l’ultima fatica dello scrittore e giornalista comasco Giuseppe Guin, in edicola proprio in questi giorni, che è stato presentato in anteprima venerdì 24 novembre alle 18 presso l’Aula Magna del Collegio Gallio di Como.

Un romanzo capace di unire l’impronta inconfondibile (e amatissima) del suo autore a novità tali da renderlo quasi un’“opera prima”. Perché, oltre all’ambientazione così diversa, per luoghi e epoca, da quelle a cui lo scrittore ci ha abituati, questo romanzo riesce ad unire gli intrecci e la suspense che sono la caratteristica dei suoi romanzi, a una profondità di pensiero e a riflessioni su grandi temi esistenziali, tra citazioni filosofiche e critiche pungenti alla società contemporanea, che arriva a toccare i confini del saggio.

“Il cambiamento è il pepe e il sale della vita e dopo tanti romanzi ambientati in quattro paesi davanti al Rudere (il suo rifugio di scrittore a Faggeto Lario, Ndr) ho deciso di scrivere qualcosa di un po’ diverso, a cominciare dal luogo in cui si svolge la vicenda – racconta – tutti i miei libri sono nati dalla fascinazione per un luogo, una storia o un personaggio e così è stato anche per San Gimignano, un paese che mi ha affascinato l’estate scorsa nel quale si intrecciano amori, incontri e persino un omicidio, con un colpo di scena finale inaspettato”.

Il Rudere

Ma le vicende che intrecciano le vite del professore e filosofo Goffredo Tornabuoni Guerrini, del seduttore Lapo Torrigiani, della bella Carola de Medici, del conte Vanni Paccagnini Strozzi, degli intellettuali che si danno appuntamento ogni venerdì nella Rocca e dei due giovani studenti alla ricerca di risposte ai piedi della torre che dà il nome al romanzo, non sono solo una trama avvincente capace di tenere incollato il lettore fino all’ultima pagina del libro, ma sono anche l’occasione per l’autore per riflettere con una profondità inconsueta nei suoi scritti, ma decisamente non inaspettata per chi ha la fortuna di conoscerlo personalmente, su temi di grande attualità.

“La scelta di ambientare il romanzo negli anni Ottanta, invece che nei soliti anni Cinquanta, cioè in un’epoca più vicina alla nostra per valori e problemi, è stata un modo per poter far fare un passo avanti ai mei personaggi che non si limitano a vivere, ma iniziano a pensare, a ragionare di temi attuali che riguardano la vita di tutti noi, grandi temi esistenziali come l’amore, la violenza, la solidarietà, il rispetto per l’ambiente, il ruolo dei genitori e della scuola nell’educazione dei ragazzi, senza risparmiare critiche alla Chiesa e alla società – spiega l’autore – domande a cui i miei personaggi provano a rispondere rifacendosi ai grandi filosofi classici, argomento che conosco bene grazie alla mia formazione teologica e agli studi filosofici”.

“Ho abituato il mio pubblico a vivere nei miei libri storie nostalgiche ambientate sul lago e probabilmente questo romanzo potrebbe spiazzare qualcuno, ma dopo tanto tempo era necessario cambiare un po’, e spero che i miei lettori lo apprezzeranno”, conclude. E anche la prima presentazione del romanzo in programma, come già anticipato, per venerdì 24 novembre presso il Collegio Gallio, rappresenta a suo modo una piccola novità perché riunisce il patrocinio di quattro realtà comasche (Famiglia Comasca, Gruppo Giovani Como, Fondazione Alessandro Volta, Associazione Carducci) “diverse per finalità e composizione – come sottolinea – ma che hanno in comune l’amore per la cultura che spesso, a Como, difficilmente riesce ad andare oltre il proprio piccolo ‘orticello’, come invece è stato fatto in questo caso”.

Giuseppe Guin
“L’ultima torre”
Tecnografica Edizioni
In edicola da giovedì 16 novembre

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