RADIO COMOZERO

Ascolta la radio
con un click!

Cultura e Spettacolo

Varese, Monza, Lecco (e Cernobbio): ultime ore per la grande arte che Como ci nega da anni

Appassionati d’arte e desiderosi di fare una gita fuori porta durante le festività natalizie? Se a Como purtroppo ancora latitano le grandi mostre (belli i tempi di Magritte e Picasso ma in fondo anche quelli di Sant’Elia a Villa Olmo; qui attorno ci si può consolare con Dudovich tra Cernobbio e Chiasso) i capoluoghi di provincia limitrofi in questo periodo offrono interessanti proposte per chi nel tempo libero ama spostarsi alla ricerca di esposizioni d’arte di rilievo.

Vi abbiamo già parlato nelle scorse settimane delle mostre immersive di Lugano e Milano: oltreconfine sta riscuotendo molto successo “Van Gogh Alive – The Experience” mentre il capoluogo lombardo ha puntato tutto su “Raffaello 2020”.

Due esposizioni senza quadri ma che attraverso le nuove tecnologie portano i visitatori a conoscere a fondo gli artisti che ne sono protagonisti.

Lezione per Como: non di soli quadri vive una mostra. Van Gogh a Lugano, Raffaello a Milano

Varese, Lecco e Monza non sono però da meno e hanno scommesso su dei purosangue: rispettivamente Renato Guttuso, i Macchiaioli e Toulouse-Lautrec.

Renato Guttuso a Varese
Varese celebra in una mostra ai Musei Civici di Villa Mirabello il rapporto tra Renato Guttuso e la città lombarda. Il maestro di Bagheria, uno dei più interessanti artisti e intellettuali del Novecento italiano, frequentò per trent’anni, a partire dal 1953, lo studio di Velate a Varese: il territorio fu fonte d’ispirazione e di creazione di opere di grande valore come La Vucciria, che racconta la città di Palermo, ma che venne dipinta nella città giardino.

“Renato Guttuso a Varese”, aperta al pubblico fino al 6 gennaio prossimo, presenta per la prima volta nella città lombarda 25 dipinti del maestro. Le opere, organizzate in nove sezioni, vanno dalla Natura morta. Barattoli del 1966, passando per l’autoritratto (L’Atelier) del 1975, per arrivare a Il sonno della ragione genera mostri del 1980, dipinto in occasione della strage di Bologna. La mostra si chiude con l’opera simbolo di Guttuso: quella Spes contra spem del 1982, vero e proprio manifesto e “summa della poetica dell’artista”.

La mostra, curata da Serena Contini, è stata realizzata grazie alla collaborazione con la Fondazione Pellin di cui sono patrimonio ventuno delle opere esposte.

Per info comune.varese.it.

I Macchiaioli a Lecco
Nella seconda metà dell’Ottocento, Firenze era una delle capitali culturali più attive in Europa, punto di riferimento per molti intellettuali provenienti da tutta Italia. Al caffè Michelangelo, si riuniva un gruppo di giovani artisti accomunati dallo spirito di ribellione verso il sistema accademico e dalla volontà di dipingere il senso del vero. Nacquero così i Macchiaioli, il cui nome, usato per la prima volta in senso dispregiativo dalla critica, venne successivamente adottato dal gruppo stesso in quanto incarnava alla perfezione la filosofia delle loro opere.

Fino al 19 gennaio 2020, Palazzo delle Paure a Lecco ospita la mostra “I Macchiaioli – Una rivoluzione d’arte”, dedicata al movimento artistico che appunto ha rivoluzionato la storia della pittura italiana dell’Ottocento. Curata da Simona Bartolena, è stata prodotta e realizzata ViDi – Visit Different, in collaborazione con il Comune di Lecco e il Sistema Museale Urbano Lecchese; presenta 80 opere di autori quali Telemaco Signorini, Giovanni Fattori, Giuseppe Abbati, Silvestro Lega, Vincenzo Cabianca, Raffaello Sernesi, Odoardo Borrani.

Per info comune.lecco.it.

Toulouse-Lautrec a Monza
Parigi, fine Ottocento: la vita bohémienne, gli artisti di Montmartre, il Moulin Rouge, i teatri, le riviste umoristiche, le prostitute. E’ questo l’accattivante mondo di Toulouse-Lautrec, genio che divenne noto soprattutto per i suoi manifesti pubblicitari e i ritratti di personaggi che hanno segnato un’epoca rimanendo ben impressi nell’immaginario collettivo. Manifesti, litografie, disegni, illustrazioni, acquerelli, insieme a video, fotografie e arredi dell’epoca ricostruiscono uno spaccato della Parigi bohémienne, riportando i visitatori indietro nel tempo.

Tra le opere più celebri presenti in mostra litografie a colori (come Jane Avril, 1893), manifesti pubblicitari (come La passeggera della cabina 54 del 1895 e Aristide Bruant nel suo cabaret del 1893), disegni a matita e a penna, grafiche promozionali e illustrazioni per giornali (come in La Revue blanche del 1895) diventati emblema di un’epoca indissolubilmente legata alle immagini dell’aristocratico visconte Henri de Toulouse-Lautre.

La mostra a Villa Reale a Monza fino al 6 gennaio “Toulouse-Lautre – La ville lumière” si compone di 150 opere provenienti dall’Herakleidon Museum di Atene e celebra il percorso artistico di uno dei maggiori esponenti della Belle Époque. Curata da Stefano Zuffie con il patrocinio del Comune di Monza, è prodotta e organizzata da Arthemisia.

Per info villarealedimonza.it.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
TAG ARTICOLO:

Un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Potrebbe interessarti:

Videolab
Turismo