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Attualità, Economia

Economia comasca, Manoukian: “Dopo il record 2022, periodo di stabilità. Il 70% delle imprese investe in sostenibilità”

Dallo scenario complessivo proposto dall’osservatorio congiunturale rapido di Confindustria Como su marzo 2023 emerge una sostanziale conservazione dei livelli per la maggior parte degli indicatori, complice il bilanciamento tra indicazioni di aumento e di diminuzione. Maggiormente favorevoli le dinamiche legate al fatturato, sia sul versante domestico sia su quello estero. Persistono, ma con un impatto meno marcato, le distorsioni legate alle condizioni di approvvigionamento delle materie prime e ai prezzi delle commodities

Il commento del Presidente di Confindustria Como, Aram Manoukian

“In uno scenario internazionale che resta caratterizzato da elevata incertezza legata alle tensioni nel settore finanziario e al protrarsi del conflitto tra Russia e Ucraina, la stabilità delineata dagli indicatori del nostro territorio del mese di marzo di questo inizio anno rappresenta una nota tutto sommato positiva, considerando che il 2022 si è chiuso con una ripresa da record al di là di ogni aspettativa. Una stabilità che sembra essere il denominatore comune anche delle previsioni per i prossimi mesi, in un contesto energetico che sta tornando finalmente a livelli quasi normali dopo gli eccessi toccati nel 2022. Un’ulteriore considerazione positiva va fatta per i risultati del focus sulla sostenibilità che mettono in evidenza come quasi il 70% delle imprese comasche abbia intrapreso un percorso virtuoso nella consapevolezza che l’impegno concreto nell’adozione di pratiche sostenibili e misurabili rappresenti lo strumento fondamentale per garantire durabilità nel tempo”.

I dati delle aziende di Como

L’Osservatorio congiunturale rapido sul mese di marzo traccia un quadro principalmente orientato alla stabilità, confermando lo scenario generale rilevato per il campione dei tre territori globalmente considerato.

I giudizi espressi riguardo l’andamento degli indicatori associati a domanda, produzione e fatturato risultano molto variegati tra loro ma rivelano, nella maggioranza dei casi, un bilanciamento tra le indicazioni di miglioramento e quelle di peggioramento.

Gli ordini sul mercato domestico sono considerati stabili dal quasi tre realtà su dieci (29,2%) mentre in aumento e in diminuzione dalla medesima quota di aziende (35,4%).

La domanda estera si mantiene sui livelli di febbraio per circa una realtà su due (46,8%), è in espansione per il 25,5% e in decelerazione per il rimanente 27,7%.

L’attività produttiva risulta in conservazione rispetto ai ritmi di febbraio per oltre due aziende su cinque (43,5%), in crescita per il 32,6% mentre in diminuzione per il 23,9%.

Il tasso medio di utilizzo degli impianti si attesta in marzo a quota 71,6%, al di sotto, come rilevato per il campione delle tre province complessivamente considerate, di quanto registrato per la precedente edizione dell’Osservatorio congiunturale (76,8% a novembre 2022). Tra le realtà comasche non si riscontrano particolari differenze nell’impiego della capacità produttiva né suddividendo le imprese in base alla dimensione, né distinguendole sulla base dell’attività.

Le aziende fino a 50 occupati indicano un tasso medio che si attesta al 71,3%, leggermente al di sotto rispetto a quanto indicato dalle realtà più grandi (71,9%).

Per quanto riguarda i comparti merceologici, si registra un impiego medio del 73,7% per le realtà metalmeccaniche, del 68,5% per le tessili e del 72,9% per quelle degli altri settori.

Il fatturato evidenzia una maggior incidenza di giudizi di aumento rispetto a quelli di diminuzione sia per quanto riguarda il mercato italiano, sia per le esportazioni.

Le vendite in Italia sono considerate in crescita da quasi una realtà su due (49%), stabili sui livelli di febbraio per il 22,4% mentre in rallentamento per il 28,6%.

Il fatturato estero si mantiene sui livelli del mese precedente per una realtà su tre (33,3%), cresce per il 43,8% e diminuisce per il rimanente 22,9%.

Sul versante previsionale per l’andamento del business per i prossimi mesi un’azienda su due (49%) comunica stabilità, dinamica che viene rafforzata anche dal sostanziale bilanciamento tra le ipotesi di aumento (26,5%) e di rallentamento (24,5%) che assumono entità simili.

L’orizzonte temporale di visibilità sul portafoglio ordini risulta limitato a poche settimane per oltre tre realtà su cinque (63%), consente la pianificazione delle attività per alcuni mesi per il 29,6% mentre è superiora al trimestre per il rimanente 7,4%.

Le difficoltà inerenti all’approvvigionamento delle materie prime che le realtà comasche avevano ampiamente segnalato nel corso degli scorsi Osservatori sono riscontrabili anche per il mese di marzo, ma con risvolti meno marcati sulle aziende.

Con riferimento ai costi di acquisto dei materiali e dei componenti necessari a realizzare l’attività, sono stati comunicati aumenti dal 14,3% del campione (il dato allo scorso novembre 2022 era pari al 70,4%).

Per quanto concerne le criticità di approvvigionamento, circa una realtà su quattro (24,5%) rivela un’estensione delle tempistiche necessarie a ricevere le merci (era il 55,6% a novembre) mentre un’azienda su dieci (10,2%) segnala la fornitura di quantità di materiali inferiori al fabbisogno (era il 27,8% a novembre).

La combinazione dei diversi elementi fin qui indicati con gli ancora elevati prezzi dell’energia elettrica e del gas ha causato, anche in marzo, distorsioni sulla gestione dell’attività per alcune aziende; nel dettaglio una contrazione della redditività per il 34,7% del campione, la riduzione di parte dell’attività aziendale e la necessità di riorganizzare il lavoro o parte dell’attività (8,2%) nonché il ridimensionamento o il posticipo degli investimenti aziendali pianificati (8%).

I giudizi espressi dalle aziende comasche rispetto al loro rapporto con gli Istituti di credito, valutati sulla base dell’evoluzione delle condizioni praticate, tracciano un quadro di diffusa stabilità a marzo, così come indicato dall’85,4% del campione.

Da notare che, in caso di pareri di variazione, è riscontrabile solo il peggioramento, comunicato dal 14,6% delle imprese.

Per quanto riguarda la valutazione della liquidità aziendale, il 46,9% delle realtà di Como ritiene il proprio quadro nella norma, il 34,7% esprime soddisfazione mentre per il rimanente 18,4% la situazione è considerata migliorabile.

L’occupazione delle aziende comasche risulta caratterizzata principalmente dalla conservazione dei livelli in marzo; in circa tre casi su quattro (73,5%) non si rilevano variazioni rispetto a febbraio, nel 18,4% è segnalata una crescita mentre nel rimanente 8,2% è indicata una diminuzione.

Le aspettative per lo scenario occupazionale dei prossimi mesi confermano sostanzialmente quanto rilevato a marzo; circa nove realtà su dieci (87,7%) esprimono ipotesi di stabilità, l’8,2% ritiene probabile una crescita mentre il rimanente 4,1% prevede una diminuzione.

APPROFONDIMENTO TRASFORMAZIONE GREEN E SOSTENIBILITA’ D’IMPRESA

Oltre due imprese di Como su tre (67,3%) sono impegnati in progetti e attività inerenti la sostenibilità.

Secondo quanto rilevato nell’ambito dell’Osservatorio, i progetti riguardano la misurazione dei consumi per sette realtà su dieci (69,7%), l’efficientamento energetico e la produzione di energia da fonti rinnovabili per il 72,7%, la riduzione dei consumi di materie prime per il 45,5%, la diminuzione delle emissioni per il 45,5%, la riduzione e il riciclo degli scarti e dei rifiuti per il 57,6% nonché la riduzione dell’impatto del packaging per il 27,3%.

A questi si aggiungono interventi per la formazione del personale per il 69,7%, azioni di welfare aziendale a favore dei lavoratori per circa una realtà su due (48,5%), l’ottenimento di Certificazioni e modelli ambientali e di sostenibilità per il 54,5%, il coinvolgimento di fornitori nonché la sensibilizzazione e la realizzazione di azioni verso i clienti (entrambe al 48,5%).

I DATI CONGIUNTI DELLE TRE PROVINCE

I dati elaborati nell’ambito dell’Osservatorio congiunturale rapido sul mese di marzo, realizzato dai Centro Studi di Confindustria Lecco e Sondrio e Confindustria Como, delineano un quadro dei giudizi eterogeneo dove prevale comunque la stabilità degli indicatori, avvalorata anche dal bilanciamento tra le segnalazioni di miglioramento e di peggioramento che presentano lo stesso grado di diffusione.

Gli ordini a livello italiano risultano in mantenimento sui livelli di febbraio per oltre un’azienda su tre (34,6%), mentre sono considerati in rallentamento o in accelerazione per una analoga percentuale del campione, pari al 32,7%.

La domanda estera è stabile per circa una realtà su due (47,4%), diminuisce per il 30,5% dei casi e aumenta per il restante 22,1%.

L’attività produttiva risulta invariata in marzo per oltre un’impresa su due (51%), in aumento per il 26% del campione e in diminuzione per il 23%.

Il tasso di impiego medio degli impianti produttivi risulta pari al 73,9%, al di sotto di quasi quattro punti percentuali e mezzo rispetto a quanto esaminato nella precedente edizione dell’Osservatorio rapido (78,5% a novembre 2022).

Nell’ambito del campione si riscontrano differenze a livello dimensionale, con le realtà oltre i 50 occupati che indicano un utilizzo della capacità produttiva più elevato (76,9%) rispetto alle imprese più piccole (71%). Considerando invece le aziende sulla base del comparto merceologico di attività, si riscontra un tasso crescente passando dalle imprese tessili (70,2%) a quelle degli altri settori (74%) fino alle metalmeccaniche (75,7%).

Il fatturato è l’unico indicatore a mostrare una differenza favorevole tra le indicazioni di aumento e quelle di diminuzione, sia per quanto riguarda le vendite sul mercato domestico, sia nel caso dell’export. Le vendite in Italia sono considerate in aumento per oltre due realtà su cinque (44,1%), sono invariate per il 31,4% del campione e diminuiscono per il rimanente 24,5%. Le esportazioni sono valutate in mantenimento rispetto ai livelli di febbraio per circa quattro aziende su dieci (38,9%), aumentano per il 35,8% del campione e rallentano per il restante 25,3%.

Le aspettative formulate per l’evoluzione del business nelle prossime settimane rivelano un quadro di stabilità per oltre un’azienda su due (54,5%), a fronte di ipotesi di crescita (21,8%) e riduzione (23,7%) che tendono a bilanciarsi.

Considerando gli ordini in portafoglio, le aziende di Lecco, Sondrio e Como rivelano di operare con un orizzonte di visibilità di poche settimane, comunque per un periodo inferiore ad un mese, in quasi la metà dei casi (48,7%); la programmazione delle attività sale a qualche mese nel 35% degli aderenti all’indagine, mentre supera il trimestre nel rimanente 16,3%.

Le realtà dei tre territori globalmente considerate segnalano, anche per i primi mesi dell’anno, di aver fatto fronte a criticità legate all’approvvigionamento delle materie prime, nonostante i risvolti negativi sull’attività siano meno diffusi di quanto rilevato nelle precedenti edizioni degli Osservatori congiunturali.

Nel mese di marzo quasi una realtà su cinque (17,8%) ha riscontrato un apprezzamento dei listini di vendita dei propri fornitori (il 57,1% a novembre 2022).

Le dinamiche relative all’aumento dei costi delle materie prime, unitamente agli ancora elevati prezzi dell’energia elettrica e del gas, hanno determinato criticità per le aziende: quasi una realtà su due (49%) ha visto contrarsi i margini di profitto a causa dei maggiori costi operativi, il 13,7% è stato costretto a ridimensionare o a posticipare gli investimenti aziendali già pianificati, l’11,8% ha dovuto operare riorganizzazioni del lavoro e dell’attività produttiva, mentre il 10,8% si è trovato nella condizione di ridurre parte dell’attività aziendale.

Da segnalare, inoltre, che quasi un’azienda su quattro (23,8%) ha confermato il persistere di distorsioni lungo le catene di fornitura, in particolare per quanto riguarda l’estensione delle tempistiche necessarie ad ottenere le merci, mentre per un più limitato 7,9% del campione sono state indicate forniture inferiori alle quantità effettivamente richieste.

Sul versante dei rapporti tra le imprese e gli Istituti di credito, valutati sulla base dell’evoluzione delle condizioni praticate, i pareri formulati delineano un quadro principalmente orientato alla stabilità, così come indicato da circa quattro realtà su cinque (79,8%), al cui fianco però è riscontrabile un peggioramento per il 19,2% delle aziende, a fronte di un miglioramento comunicato dal rimanente 1%.

Esaminando invece il giudizio espresso riguardante la valutazione sulla liquidità aziendale, un’impresa su due (50%) considera la propria situazione nella norma, il 36,3% segnala soddisfazione, mentre il rimanente 13,7% ritiene il quadro migliorabile.

Anche dai giudizi formulati riguardo l’andamento occupazionale si riscontra una generale conservazione dei livelli: oltre quattro realtà su cinque (80,4%) comunicano infatti la stabilità, a fronte di una crescita degli organici per il 13,7% del campione e di una diminuzione che interessa invece il rimanente 5,9%.

Le aspettative per l’andamento dell’occupazione nei prossimi mesi confermano sostanzialmente il permanere del quadro tracciato per marzo.

Nell’ambito dell’Osservatorio sono stati posti alle aziende dei tre territori alcuni quesiti inerenti la trasformazione green e la sostenibilità, temi sempre più attuali e connessi alla competitività e al successo delle aziende.

Circa tre quarti (73,5%) delle realtà aderenti alle rilevazioni ha indicato di essere in fase di realizzazione, o di stare valutando la realizzazione, di progetti in ambito sostenibilità.

Tra le azioni più diffuse si trovano l’efficientamento energetico e la produzione di energia da fonti rinnovabili (76% delle aziende), la misurazione dei consumi (68%), la formazione del personale sui temi della sostenibilità (52%), la riduzione e il riciclo degli scarti e dei rifiuti connessi alle produzioni, l’ottenimento di certificazioni e di modelli ambientali e di sostenibilità (44%), nonché la riduzione dei consumi di materie prime (44%).

TRASFORMAZIONE GREEN E SOSTENIBILITA’

I tre quarti circa (73,5%) delle aziende aderenti all’Osservatorio congiunturale hanno indicato di essere in fase di realizzazione, o di stare valutando la realizzazione, di progetti e attività riguardanti il tema della sostenibilità.

Le azioni riguardano sia le tematiche di efficientamento e riduzione delle risorse e degli impatti, come la misurazione dei consumi (68% delle aziende), l’efficientamento e la produzione di energia da fonti rinnovabili (76%), la diminuzione del consumo di materie prime (44%), la riduzione delle emissioni (42,7%), il riciclo di scarti e rifiuti dei propri processi (50,7%) e la riduzione dell’impatto del packaging (29,3%), sia interventi organizzativi interni e di filiera, come la formazione del personale (52%), l’applicazione di azioni di welfare aziendale a favore dei lavoratori (42,7%), l’ottenimento di certificazioni e modelli ambientali e di sostenibilità (44%), il coinvolgimento dei fornitori (36%) nonché la sensibilizzazione e la realizzazione di azioni verso i clienti (34,7%).

DOMANDA

L’indicatore associato alla domanda mostra uno scenario differenziato a seconda del mercato geografico considerato.

I giudizi a livello domestico sono tra loro omogenei, evidenziando dinamiche di mantenimento (34,6%), aumento (32,7%) e diminuzione (32,7%) per circa un terzo del campione ciascuna.

Gli ordini oltre i confini nazionali si mantengono sui livelli di febbraio per quasi una realtà su due (47,4%), sono considerati in espansione per il 22,1% delle aziende mentre sono indicati in rallentamento per il rimanente 30,5%.

PRODUZIONE

La produzione risulta principalmente orientata alla stabilità, così come indicato da oltre una realtà su due (51%); in caso di variazioni dell’attività rispetto a quanto riscontrato per il mese di febbraio, la quota di imprese che segnala un incremento (26%) assume entità simile alla quota di aziende che indica, invece, una diminuzione (23%), avvalorando la generale tendenza al mantenimento dei livelli.

L’esame della capacità produttiva mediamente impiegata a marzo si attesta al 73,9%, in diminuzione di circa quattro punti percentuali rispetto al dato registrato nel precedente Osservatorio (78,5%), ma vicina al dato mediamente rilevato per la seconda metà del 2022 (72,8%).

Il tasso di utilizzo degli impianti risulta differenziato sia in base alla dimensione aziendale, sia sulla base del comparto di attività considerato.

Le realtà con oltre 50 occupati segnalano un impiego (76,9%) superiore a quanto registrato dalle imprese di piccole dimensioni (71%). Analizzando invece gli ambiti merceologici, si registra un utilizzo medio del 70,2% per le aziende tessili, del 75,7% per le metalmeccaniche ed infine del 74% per quelle degli altri settori.

FATTURATO

L’indicatore associato al fatturato mostra dinamiche favorevoli sia a livello nazionale sia per l’export, rivelando una differenza positiva tra i pareri di aumento delle vendite rispetto a quelli di contrazione.

Esaminando nello specifico, il fatturato in Italia è considerato in aumento da oltre due realtà su cinque (44,1%), in mantenimento sui livelli di febbraio dal 31,4% del campione e in diminuzione dal restante 24,5%.

Le vendite estere sono ritenute stabili dal 38,9% degli aderenti all’indagine, in crescita dal 35,8% e in calo dal rimanente 25,3%.

PREVISIONI

La stabilità è l’indicazione che emerge anche valutando le aspettative per le prossime settimane formulate dalle aziende dei tre territori aderenti all’Osservatorio.

Oltre una realtà su due (54,5%) indica infatti un mantenimento del business rispetto a quanto registrato a marzo, il 21,8% segnala di attendere una crescita e il 23,7% ritiene probabile un rallentamento.

L’orizzonte di visibilità sugli ordini risente ancora delle dinamiche distorsive che influenzano a livello generale le catene di approvvigionamento di materie prime.

Per quasi la metà (48,7%) delle imprese del campione gli ordini in portafoglio sono sufficienti a garantire poche settimane di attività, per il 35% la visibilità è di qualche mese e solo nel restante 16,3% si supera il trimestre.

MATERIE PRIME

Nei primi mesi dell’anno si continuano a registrare criticità sul versante dell’approvvigionamento delle materie prime, a fianco delle quali permangono gli elevati prezzi delle commodities energetiche.

Circa una realtà su cinque (17,8%) ha indicato di aver rilevato, in marzo, aumenti dei costi delle materie prime rispetto ai listini di febbraio.

Le dinamiche legate al costo dell’energia e delle materie prime hanno generato impatti sulle realtà del campione e, in linea con quanto esaminato nelle precedenti edizioni degli Osservatori, le principali conseguenze sono state la contrazione dei margini di profitto per il 49% delle aziende, il ridimensionamento o il posticipo degli investimenti aziendali pianificati per il 13,7%, la necessità di riorganizzare parte del lavoro e dell’attività produttiva per l’11,8% e la riduzione dell’attività aziendale per il 10,8%.

Con riferimento alle condizioni di fornitura, a causa delle distorsioni ancora presenti lungo le supply chain internazionali quasi una realtà su quattro (23,8%) ha confermato l’estensione dei tempi di consegna delle merci, mentre il 7,9% del campione ha indicato una riduzione delle quantità effettivamente approvvigionate rispetto a quelle richieste.

RAPPORTI CON GLI ISTITUTI DI CREDITO E LIQUIDITA’

I giudizi riguardo al rapporto con gli Istituti di credito delineano per il mese di marzo un quadro di diffusa stabilità delle condizioni, comunicata da quattro realtà su cinque (79,8%), a cui si accompagna però un’indicazione di peggioramento per il 19,2% e, per il restante 1%, di miglioramento.

Con riferimento alla valutazione della liquidità aziendale, una realtà su due (50%) ritiene la propria situazione finanziaria nella norma, il 36,3% esprime soddisfazione e il rimanente 13,7% considera il proprio quadro migliorabile.

OCCUPAZIONE

Il quadro relativo all’occupazione per le aziende dei tre territori risulta principalmente orientato alla conservazione dei livelli in marzo. Oltre quattro realtà su cinque (80,4%) indicano infatti stabilità, alla quale si accompagnano segnalazioni di espansione degli organici per il 13,7% del campione e di riduzione per il rimanente 5,9%.

Le aspettative sull’andamento dell’occupazione nei prossimi mesi confermano sostanzialmente il mantenimento registrato per marzo: l’81,4% delle aziende aderenti all’indagine non prevede infatti variazioni, il 10,8% ipotizza una crescita e il 7,8% ritiene probabile una diminuzione.

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