RADIO COMOZERO

Ascolta la radio
con un click!

Economia

Tiger, la tigre danese che morde Como: “Città perfetta. E non facciamo chiudere nessuno”

Tra i 123 store del gruppo danese Flying Tiger Copenaghen, la nota catena di negozi che vende oggetti di design low cost, c’è anche il punto vendita di Como in via Cinque Giornate.

Tiger, che negli ultimi anni è letteralmente esploso con un numero esponenziale di aperture in centri commerciali e città, è arrivato nel capoluogo comasco nel 2013. E’ stato il tredicesimo negozio della catena nel nostro Paese, dopo sedi importanti come quelle di Torino e Milano.

“Avevamo un business plan che prevedeva l’apertura di una sessantina di negozi in 6/7 anni, con priorità verso le città con almeno 80mila abitanti oppure con una spiccata vocazione turistica. Como ci è piaciuta subito per la sua vicinanza alla Svizzera, nel cuore della Lombardia, e così abbiamo colto l’occasione”. A raccontarlo è Javier Gomez Palacios, amministratore delegato di Tiger Nord Italia che, raggiunto telefonicamente, ci fa subito capire di aver ben presente il punto vendita comasco.

“Il negozio di Como è veramente molto grande, bellissimo, e perfetto nella sua struttura per il tipo di esperienza di acquisto che vogliamo dare al cliente – sottolinea il numero uno dell’azienda danese in Italia – I risultati delle vendite sono stati fin da subito molto al di sopra delle nostre aspettative e non era una cosa scontata. Il Tiger comasco non è nella via principale dello shopping, è in una traversa, insieme ad altri negozietti nascosti. Quando ci si è presentata questa opportunità abbiamo pensato che se quei negozi riuscivano a sopravvivere, potevamo farcela anche noi”.

E di catene low cost come Tiger il centro storico è pieno: da Bata a Fielmann passando per Tezenis, Motivi e Yamamay. Negli ultimi anni tra le mura del capoluogo comasco si sono moltiplicati i punti vendita dei grandi marchi nazionali e internazionali che in molti accusano come coloro che portano alla chiusura dei negozi a gestione familiare.

“Non credo che la colpa sia nostra se altre attività chiudono – commenta Gomez Palacios – Quando noi siamo arrivati in Italia non c’era nulla di simile, se si proponeva oggettistica si trattava di pezzi di design costosi. Poi le cose sono cambiate e oggi i marchi sono globali; dieci anni fa sarebbe stato impensabile che un’azienda danese aprisse in Italia. Oggi le regole del gioco sono cambiate e sono tante le imprese che aprono all’estero e fanno fortuna”.

Gomez poi sottolinea il senso di affezione che in Italia il gruppo ha verso i centri storici.

“Noi siamo presenti nei centri commerciali ovviamente ma se possiamo prediligiamo aperture in città. E sono convinto che la nostra presenza in realtà come quella di Como faccia bene anche alle altre attività. Noi attiriamo un gran numero di clienti che senza dubbio non spendono solo nel nostro negozio. Sono altre le realtà che spostano i clienti: basti pensare che dall’apertura del centro commerciale di Arese, il nostro negozio di Como fattura circa il 15% in meno rispetto a prima”. D’altra parte c’è da dire che il Tiger di Arese detiene il record di fatturato del gruppo più alto al mondo.

L’articolo che avete appena letto è stato pubblicato su ComoZero settimanale, in distribuzione ogni venerdì e sabato in tutta la città: qui la mappa dei totem.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
TAG ARTICOLO:

Lascia un commento

Potrebbe interessarti:

Videolab
Turismo