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30 voti, 3 eletti. Laglio, Pozzi e la grande verità sullo “scandalo democratico” Forza Nuova

Dopo una gestione un po’ spericolata, almeno nei termini iniziali (qui l’istrionico comunicato diffuso ieri), oggi il sindaco di Laglio, Roberto Pozzi, torna sulla vicenda che sta sollevando grande clamore e grandi polemiche: la “Giornata della famiglia”, dove per famiglia si intende unicamente quella definita “tradizionale” dagli stessi promotori, organizzata per il 22 giugno prossimo da Forza Nuova nella sala consiliare del Comune in dichiarata antitesi rispetto alle “organizzazioni Lgbt mondiali che con la loro teoria gender cercano di distruggere ciò che Dio ha voluto”; e come “risposta allo svilimento della stessa con il dilagante e penoso spettacolo dei gay pride in tutta Italia di queste settimane, pagliacciate organizzate, volute e promosse da amministrazioni locali decadenti e sorde”.

Ebbene, oggi il primo cittadino del borgo che come ampiamente noto ospita anche la dimora lariana di George Clooney e della moglie Amal, mette il dito in una piaga molto più ampia del pur spinoso caso in se stesso.

E lo fa quando, con un’altra nota diffusa al pubblico, sottolinea come alle ultime elezioni comunali “il Gruppo Forza Nuova si è presentato a Laglio ed ha ottenuto oltre il 6% dei consensi (30 voti) che gli hanno consentito di avere 3 consiglieri comunali”.

Trenta voti e tre eletti per assenza assoluta di altri contendenti, a parte, ovviamente, la lista del sindaco Pozzi poi plebiscitariamente riconfermato. Una sorta di mini-estratto di democrazia elettiva, che oggi porge a mo’ di conto – in ossequio ai più regolari meccanismi rappresentativi possibili, ma evidentemente anche a qualche loro distorsione indotta – la vicenda del Family Day di estrema destra.

Ma Pozzi prosegue: “Chi oggi si scandalizza di questo avrebbe dovuto, a suo tempo, presentare una lista alternativa e partecipare alla competizione elettorale”.

Sono due piani diversi, la manifestazione e questa serie di considerazioni. Ma forse, e a pieno titolo, rivolgendosi agli “scandalizzati” che al momento di votare e soprattutto di candidarsi non c’erano, il sindaco ha toccato davvero il nocciolo della questione (anzi delle questioni: il distacco dalla politica dei cittadini, i meccanismi della rappresentatività, il confronto-scontro tra la assolutamente legittima elezione dei 3 consiglieri forzanovisti e alcune posizioni estreme degli stessi anche in relazione alla Costituzione e così via).

D’altronde, se a Laglio è riuscito lo “scandalo democratico” di dare una corposa rappresentanza a un movimento che nella realtà quasi non esiste – i famosi 30 voti – la responsabilità non può certo essere di chi quelle preferenze le ha prese. Ma, semmai, di chi non le ha nemmeno cercate.

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Di seguito, comunque, alleghiamo la nota integrale del sindaco di Laglio Roberto Pozzi.

Il principio che seguiamo in questi casi è di concedere ai richiedenti quanto la legge prevede e di garantire alle minoranze le stesse opportunità che vorremmo fossero concesse a noi.

Anche non condividendo, eventualmente, nulla delle proposte propugnate.

Laglio è accogliente, inclusiva e solidale. Ognuno, a prescindere dall’orientamento sessuale religioso e politico, deve potersi sentirsi a casa e tutelato.

Tutte le posizioni, democraticamente proposte e costituzionalmente garantite, vanno consentite nella loro libera espressione.

Il Gruppo FN si è presentato a Laglio ed ha ottenuto oltre il 6% dei consensi (30 voti) che gli hanno consentito di avere 3 consiglieri comunali.

Chi oggi si scandalizza di questo avrebbe dovuto, a suo tempo, presentare una lista alternativa e partecipare alla competizione elettorale.

Mi auguro che la manifestazione “Giornata della famiglia” sia propositiva e che si possa svolgere in un clima di civile convivenza. Che sia a FAVORE e non CONTRO.

Spero anche che si smorzino le polemiche destinando le preziose (limitate) risorse politiche in attività territoriali fruibili dai cittadini del Basso Lario.

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