L’ambiente e i danni devastanti del maltempo che stanno flagellando l’Italia da Nord a Sud diventano terreno di scontro anche a Como. Doppio il fronte: da un lato, la parlamentare del Pd, Chiara Braga, che sferra un attacco durissimo al vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini.
Dall’altro, il sottosegretario regionale leghista Fabrizio Turba che torna a replicare – decisamente a tono – alla portavoce regionale del Verdi, Elisabetta Patelli, che (qui) aveva contestato la definizione di “necessarie” per le paratie antiesondazione.
Nel mirino di Chiara Braga, come detto, Salvini, oggi nel Bellunese per visitare assieme alla Protezione Civile le zone devastate da alluvioni e tempeste (sotto la contestatissima foto sorridente pubblicata dal leader leghista su Facebook per annunciare il viaggio).
“Il Ministro dell’Interno e vicepremier Matteo Salvini è senza vergogna – afferma la parlamentare comasca del Pd – oggi ci dà perfino lezioni di cura del territorio dopo aver aver fatto il condono edilizio a Ischia, aver smantellato il lavoro di prevenzione fatto da “Italia Sicura”, aver sempre difeso e sostenuto politiche industriali e di cementificazione di cui oggi paghiamo i danni”.
“Da un Governo, quello Salvini-Di Maio, che ha mandato all’aria il prestito BEI (Banca Europea Investimenti, ndr) che doveva finanziare proprio gli interventi di prevenzione del dissesto idrogeologico nelle regioni del Centro-Nord, quelle dove oggi va a fare la solita schifosa propaganda. Ora basta!”, ha chiuso Braga.
A livello più strettamente comasco, oggi il sottosegretario Fabrizio Turba – autore dell’intervista a Comozero che continua a far discutere dal titolo “Visto? La natura ci ha detto che le paratie sono necessarie” – ribatte ancora a Elisabetta Patelli che aveva letteralmente stroncato la tesi del leghista secondo cui, ormai, a causa degli strutturali cambiamenti climatici, le paratie di Como sarebbero divenute necessarie e utili a prevenire danni e disastri.
“Patelli lasci da parte l’ipocrisia – afferma Turba – Piuttosto ci dica: cosa farebbe esattamente e concretamente lei, ora? Lascerebbe tutto così restituendo i soldi? Finirebbe il cantiere? Farebbe pagare i comaschi per non avere il sistema di difesa dalle esondazioni?”.
“Facile parlare così ora – chiude Turba – ma semmai ci si sarebbe dovuto fermare nel 2007. E poi non accetto lezioni da ambientalisti che quando a Como tocchi un solo albero ti danno dell’assassino o si infuriano se tocchi una pianta per togliere la ghiaia in eccesso nel letto dei torrenti, ma non ho mai visto pulire il Cosia in prima persona. Le paratie vanno considerate come parte di un sistema che inizia in Valtellina e arriva al Po, saranno un sistema di difesa della città ma anche uno strumento per avere maggiori margini di manovra sui livelli del lago”.
Ma sempre sull’intervista originaria di Fabrizio Turba è intervenuto il segretario di Rifondazione Comunista di Como, Stefano Rognoni: “Ricordiamo che il progetto, che aveva portato la nostra città guidata dalla medesima maggioranza attuale ad avere un muro che impediva la vista del lago. I lavori hanno provocato tra l’altro il restringimento del bacino alzando il livello dell’acqua e causando problemi statici agli edifici vicini alla riva”, afferma Rognoni.
“Ricordiamo anche che le paratie, come il Mose a Venezia, non possono sostituire una corretta gestione delle acque che è, purtroppo, sempre mancata . si chiude la nota – Ribadiamo ancora il nostro secco no ad un’opera inutile e costosa rispetto all’esigenza di affrontare questi rari fenomeni (che pure creano disagi) e sollecitiamo un maggiore impegno delle istituzioni competenti per una migliore gestione delle dighe che regolano il deflusso delle acque”.
2 Commenti
E’ sempre molto difficile mettere in ordine un turbine di idee come quelle espresse dal nostro simpatico Consigliere Regionale.
In primo luogo, se è evidente anche a lui che il progetto delle paratie “…. si sarebbe dovuto fermare nel 2007” (tra l’altro mi sembra sia stato ribadito in un’intervista da Salvini in persona) è difficile comprendere che senso ha, nel 2018, spendere quasi 31 milioni con l’unica giustificazione di evitare di perdere i finanziamenti. Per intenderci, è come se uno che ha una grave forma di enfisema polmonare, aspetta di smettere di fumare fino a quando non finisce i 100pacchetti di sigarette che gli sono rimasti. Così non li butta via!
Se “Le paratie vanno considerate come parte di un sistema che inizia in Valtellina e arriva al Po, ……… anche uno strumento per avere maggiori margini di manovra sui livelli del lago” non si comprende per quale motivo, prima di proseguire con l’intervento, non si studi a fondo come si inseriscano le “paratie” nel complesso sistema idrogeologico stesso. Si rischia altrimenti di spendere 31milioni per scoprire che il problema delle esondazioni potrebbe essere risolto “gratis” e senza danni per il lungolago .
E’ sorprendente, inoltre, che con una Giunta a trazione leghista che governa la città (gli stessi che hanno votato le paratie se non sbaglio) si chieda agli Ambientalisti cosa farebbero se fossero loro al Governo della città. E’ evidente. Eviterebbero di spendere senza motivo i 31milioni di euro; commissionerebbero uno studio serio a chi lo sa fare; sulla base dello studio, discuterebbero con la Regione e con gli Enti che gestiscono i bacini e, infine, troverebbero con tutti loro la miglior soluzione possibile al miglior costo. Quello che, se non sbaglio, loro e gli altri partiti dell’opposizione avevano proposto nel 2007.
In merito al Torrente Cosia, sarebbe straordinario ipotizzare di impiegare, come suggerito dal Consigliere di maggioranza del Comune di Como, De Santis, e come fatto da altri Comuni della Provincia, gli ospiti del Centro rifugiati in lavori socialmente utili tra cui, in primis, la pulizia del letto del torrente.
Dimenticavo. Il Centro è stato chiuso appena prima del terz’ultimo “selfie” del grande capo e i rifugiati, dispersi per le vie della città, non sono più disponibili. Peccato! Un’altra sciocchezza quasi uguale a quella delle paratie.
Vorrei ricordare che la Braga è la relatrice dello SBLOCCA ITALIA, una delle peggiori leggi pro-cementificazione fatta in questo paese.
Pertanto non si può ergere a paladina di nessun ambientalismo che non ha praticato nei fatti. A proposito di vergogna.