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AUDIO Piscina di Muggiò: Traglio innesca la miccia, Galli sbotta. I 17 esplosivi minuti che fanno fischiare molte orecchie

Il consigliere di Svolta Civica, Maurizio Traglio, ha acceso la miccia. Poi è “esploso” l’assessore allo Sport Marco Galli.

Tema le piscine chiuse a Como, in generale, ma nello specifico il clamoroso caso della vasca e dell’impianto di Muggiò, chiusi da un anno e forieri di infinite polemiche (oltre che disagi per tutti coloro, associazioni e singoli, che lì avevano il punto di riferimento per le attività).

Traglio è stato più che pungente verso la giunta: “A me sembra – ha detto ieri sera in consiglio comunale – che la nostra città debba porsi qualche interrogativo. E’ un po’ come se Bormio avesse gli impianti sciistici chiusi nel periodo invernale o se un turista trovasse chiuso al Sestriere. Noi siamo in una città d’acqua e quindi siamo molto critici sul lido di viale Geno chiuso, sul lido di Villa Olmo chiuso. Ma diventiamo molto critici sulla piscina di Muggiò”.

“Ormai – ha proseguito Traglio – è un anno che questa piscina è chiusa e noi ci sentiamo di fare domade, di chiedere informazioni, perché la città ha il diritto di conoscere la cronologia dettagliata di quanto accaduto fino a oggi. Vorremmo sapere quali sono stati i passaggi interni alla giunta, cosa hanno raccontato gli uffici competenti in questo tempo, per capire cosa si sia verificato su questo impianto primario per lo sport in città. Ci auguriamo che l’assessore Galli possa dare delle risposte in questo senso”.

Poco dopo, Galli ha preso la parola partendo proprio dai ringraziamenti a Traglio “che con il suo intervento mi dà modo finalmente di raccontare i fatti e soprattutto il mio ruolo sulla piscina”.

Ne segue oltre un quarto d’ora – per cui rimandiamo all’audio integrale qui sotto – torrenziale, a nervi tesi, puntiglioso, documentatissimo su 12 mesi di incontri, vertici, richieste, scambi di mail, risposte, ingorghi e stop negli uffici comunali. Che una sola cosa vogliono dire, messi assieme e tradotti: se la piscina di Muggiò è tuttora chiusa, non è per causa di Galli.

Per mille ragioni, secondo lo stesso Galli: per una questione di ruolo (“L’assessore allo Sport è un filtro, un tramite con le associazioni, un trait d’union, ma io non posso mettere un solo chiodo nel muro”), per altri impedimenti (Galli parla esplicitamente di “tanti meccanismi contorti”, puntando verso burocrazia asfissiante, ruolo della Fin e competenze politico-amministrative altrui, in specie dell’ufficio tecnico), e poi citando ripetutamente l’assessore ai Lavori pubblici, Vincenzo Bella, e sfiorando anche quello al Patrimonio, Francesco Pettignano, nel rievocare l’infinita sequenza di incontri e trattative dell’ultimo anno citate con precisione chirurgica.

E poi sganciando la bomba finale: annunciando la possibilità che Csu possa intervenire a breve per una riapertura parziale “che sarebbe un lumicino di speranza pur in una fase emergenziale”, Galli afferma che quella “è la richiesta che io faccio dal 22 ottobre 2019. Dal 22 di ottobre; e credo di aver chiarito qual è il ruolo dell’assessore allo Sport che non può mettere chiodi nel muro, anche qualora qualcuno dovesse prendere il mio posto”.

Un vaticinio o solo un segno di palese insofferenza per la “crocifissione” politico-amministrativa di cui Galli si è sentito vittima incolpevole? I prossimi giorni diranno la verità.

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5 Commenti

  1. Non ci fossero precedenti non ci si crederebbe…. Basta chiederei come mai i costi della piscina, per lo stesso progetto già in comune dal 2014, siano quasi raddoppiati… Convenienza per il comune? Mah

  2. E’ come un giallo. Avvincente. Si pensava che il colpevole fosse l’Assessore allo Sport, adesso i sospetti ricadono su quelli dei Lavori pubblici e del Patrimonio con la complicità di alcuni dirigenti del Comune.
    La ricerca del colpevole è sempre più un rebus. Per adesso accontentiamoci di analizzare i delitti: la piscina di Muggio, il pasticciaccio della concessione di Villa Geno, la mancanza di impianti sportivi e i ritardi su tutto il resto.
    Mi concentrerei sulla classica pista. Il maggiordomo, quello che in Consiglio comunale, per intendersi, parla solo di barboni senzatetto, di migranti, di clandestini e di Como Accoglie. Il tentativo di sviare le indagini è evidente.
    La responsabilità infatti è di chi pensa che con quattro slogan urlati al megafono la gente non si accorga della mediocrità di questa Amministrazione. I veri colpevoli sono quelli che pensano che la politica sia solo propaganda elettorale, gli altri sono testimoni inconsapevoli, e nulla più!

  3. Sono anni che grazie alla legge “Bassanini” gli assessori contano come il due di picche a briscola ed i dirigenti fanno il bello ed il cattivo tempo,basterebbe una piccola norma in parlamento per ridare responsabilità e dignità alla politica.

  4. E che allora facesse una denuncia pubblica con nomi o ruoli precisi in modo che chi di dovere agisca licenziando o avanzi le dimissioni lui stesso per dimostrare che un assessore senza alcun potere è inutile. Ma questa agonia sua e della città è insostenibile, assurda e ridicola.

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