Un gigante del turismo (ma anche economico e, su singole questioni, anche politico) esteso da Como a Lecco alla Valtellina, ovviamente a partire da Sondrio. La prima uscita pubblica dopo la rielezione alla Camera del deputato comasco Alessio Butti (Fratelli d’Italia) punta in alto: abbattere – a favore di un territorio vasto, diverso ma omogeneo per temi e problemi territoriali – “lo stolto campanilismo che ha diviso Como, Lecco e Sondrio, perché se si continua così non si va da nessuna parte”.
La prima proposta su cui il parlamentare lariano tenta la via della “fusione dolce” è la regionalizzazione della Navigazione, come noto oggi gestita a livello statale. “Questo è un tema delicatissimo e lo ritengo il primo banco di prova per nuova coesione territoriale che parte dall’individuazione di un obiettivo comune di Como, Lecco e, sul fronte turistico, anche Sondrio – ha affermato Butti – Il mio primo atto parlamentare, devo decidere se nella forma di mozione o risoluzione, sarà proprio per arrivare al passaggio della Navigazione dalla gestione governativa a quella regionale. E’ già pronta anche una proposta di legge che, una volta ottenuto l’indirizzo da Parlamento e governo, obbligherà a procedere al passaggio da ente governativo statale a ente regionale. Ripeto, è il primo banco di prova, e partiamo dall’economia turistica, per cui basterebbe mettere assieme le caratteristiche economiche e morfologiche dei territori da Como a Sondrio alla Valtellina e faremmo Bingo”.
“Dunque – ha chiuso il deputato di FdI – spero di mettere insieme tutti i consiglieri regionali Como, Sondrio, Lecco e i parlamentari con l’obiettivo comune di smetterla con le chiacchiere e risolvere i problemi concreti”. Ovviamente la questione tocca anche i laghi Maggiore e Garda, per cui è previsto il coinvolgimento anche delle regioni Piemonte e Veneto per definire la questione.
Mentre l’ex consigliere regionale Francesco Dotti ha ricordato le mozioni presentate in consiglio sullo stesso tema (“Anche se è Roma che può incidere davvero”), Patriza Maesani, consigliere comunale a Como e avvocato, ha toccato l’aspetto economico:”Lo Stato non è mai stato chiaro sulle risorse che servivano per risanare l’ente governativo e poi passarlo alle Regioni – ha affermato – Le somme ipotizzate erano del tutto insufficienti. Il modello di gestione auspicato prevede una società unica, una holding, in cui ci siano le tre società singole del Lario, del Maggiore e del Garda, poiché ognuno ha caratteristiche ed esigenze specifiche”.
Per quanto riguarda le tariffe, Maesani ha aggiunto che “nell’ambito della Navigazione abbiamo forte utenza di turisti ma anche di pendolari che usano i battelli per andare al lavoro; servirebbe dunque una differenziazione delle tariffe tra residenti e turisti. C’è poi la questione dei diritti demaniali, per cui serve una armonizzazione. Serve la volontà del governo sui soldi che vorrà stanziare non solo per il risanamento ma anche per il processo di rilancio della Navigazione, e poi la capacità di fare massa critica delle tre regioni interessate”.
Infine, per il coordinamento provinciale di Fratelli d’Italia, è intervenuto Stefano Molinari: “Se i servizi fossero migliori, e con la regionalizzazione della Navigazione lo sarebbero sicuramente, gli utenti sarebbero molto maggiori. E da ex assessore alla Mobilità di Como penso anche al potenziale sviluppo del parcheggio di Tavernola che potrebbe diventare un fulcro dell’interscambio”.
In coda sempre Butti ha toccato anche il tema dei livelli del lago, da sempre tema caldissimo. “L’ultima proposta presentata in 20 anni è mia – ha detto il parlamentare – ma andava a ledere gli interessi di chi usa l’acqua del lago per irrigare o per l’impiego idroelettrico. Parlo della Coop rosse della Bassa padana, di Edison, A2A, Enel, di tutti coloro che usano l’acqua per il business legato all’acqua. L’abbassamento e l’innalzamento del lago creano problemi ai natanti della Navigazione, a quelli da diporto, al turismo e alle sponde. I Comuni, a fronte dei danni, non hanno le risorse per intervenire su questa materia, dunque coinvolgeremo sicuramente l’Autorità di Bacino, i Bim, i Gal e il Consorzio dell’Adda, oltre alla Regione e al Politecnico”.
“Serve uno studio scientifico sul fenomeno e sulle cause relativi alle variazioni dei livelli del Lario e potrà certamente finanziarlo la Regione con 200mila euro al massimo, visto che incassa dal Consorzio 30 milioni all’anno. In 8-9 mesi un progetto di questo genere sarà pronto e potrà essere la base reale per risolvere la questione definitivamente. Vanno tutelati i diritti del Lario e dei comuni tramite un’assicurazione perequativa”.
Lunedì prossimo, peraltro, è prevista una riunione del Tavolo della Competitività sullo stesso tema. Ma Butti non è stato tenero: “Otto anni fa da quel tavolo è nato un altro, tavolo: quello della Nautica. Da anni si moltiplicano tavoli, sottotavoli, antetavoli, tavolini ma alla fine non cambia nulla. Lunedì andrò ma faccio fatica a comprendere la ratio con cui si agisce, o non si agisce, in quella sede”.
2 Commenti
Non abbiamo nessuna intenzione di lasciare perdere le promesse elettorali….tra pochi giorni presenteremo un documento per chiedere il ritorno sanitario del centro lago con Como.Una cosa ci rende più sereni:sapere che certi personaggi non sono più consiglieri in Regione.
Parlando di integrazione, propongo di chiamare il lago, da Argegno in su, Lago di Sondrio, mettendolo così in linea con la Asst montagna che ha mandato a Sondrio i laghee. Incommentabile e vergognosa scelta, smentita a parole in fase elettorale , ma di cui ora non si parla più. Ma resta nella memoria..