RADIO COMOZERO

Ascolta la radio
con un click!

Politica

Como, sgomberata l’Associazione Culturale: “Come fosse un covo di narcos, scena spaventosa”

La vicenda dello sgombero dell’Associazione Carducci dalla sede nel palazzo di viale Cavallotti – con la posa di una nuova catena al cancello per evitare nuovi ingressi – innescano anche il dibattito politico a Como.

“Al di là delle vicende giudiziarie in corso, onore e solidarietà alla resistenza del Carducci nel nome della cultura, dei suoi soci e della sua nobile attività – afferma il consigliere regionale e coordinatore provinciale di Forza Italia – Il livello di degrado politico, estetico e civile delle parole del sindaco di Como “prendano i loro quattro stracci e se ne vadano” segna il confine di una barbarie indegna per qualsiasi istituzione”.

Secondo Gaddi, quello di Rapinese è uno stile “tipico di chi ha vissuto di rancore quando era all’opposizione e oggi si veste di volgarità e le spara sempre più grosse per nascondere il nulla assoluto sul piano dei risultati”.

“È il solito trucchetto già visto mille volte – conclude Gaddi – ma nessuno ci casca più. Invece fa sempre orrore, anche se ci siamo abituati, il silenzio complice di una giunta tremante e inerte”.

Pesante anche la nota di Fratelli d’Italia, che pubblichiamo di seguito.

Al netto delle vicende giudiziarie in corso, che saranno chiarite nelle sedi competenti, riteniamo doveroso esprimere la nostra ferma condanna per l’ennesimo atto che conferma un metodo amministrativo inaccettabile da parte del Sindaco Rapinese e della sua Giunta: quello che ha portato allo sgombero del Carducci.

Si è arrivati a questo epilogo perché, ancora una volta, l’Amministrazione ha scelto la strada della contrapposizione invece che quella del dialogo. Un atteggiamento costantemente sopra le righe, fatto di annunci roboanti, linguaggio divisivo e nessuna volontà di confronto reale, ha alimentato un clima di tensione che poteva e doveva essere evitato.

Quello che avrebbe potuto essere gestito con responsabilità e ascolto è stato trasformato in uno scontro, con la conseguente mobilitazione della forza pubblica per risolvere una questione che, con il buon senso, si sarebbe potuta chiudere in ben altro modo.

L’attività di un Sindaco dovrebbe svolgersi in Consiglio comunale, nei quartieri, tra le persone. Non nelle aule di tribunale o attraverso monologhi diffusi sui social. Il rischio concreto è che questo modo di governare, fatto di arroganza e isolamento, lasci alla fine del mandato un cumulo di macerie sociali e culturali difficili da ricostruire.

Como ha bisogno di una guida che unisca, non che divida. Che parli con i cittadini, non contro di loro.

Stefano Molinari
Presidente provinciale di Fratelli d’Italia

Alessandro Nardone
Coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia

Anche il Pd ha diffuso una nota sul caso:

Siamo sempre più convinti che il dialogo e la condivisione di obiettivi debbano prevalere su tutto, soprattutto quando si parla di divulgazione della cultura, che ha la straordinaria capacità di unire le persone. Oggi invece due importanti poli culturali e formativi (Conservatorio e Associazione Carducci) risultano entrambi vittime di una partita consumata sulle spalle della città a suon di protagonismi personali con vestaglie di seta e collane di perla con un’escalation via via più preoccupante.

Non intendiamo addentrarci nell’esame degli atti giudiziari perché quando ci si vuole affidare solo ai tribunali si dimentica l’importanza delle soluzioni condivise. Oggi si rischia di perdere l’occasione di rendere quel bellissimo palazzo la casa di entrambe le parti (e gli spazi ci sono) e che prevalga l’ottica del “noi o loro”, ottica miope e divisiva che impoverisce la città e ogni forma di dibattito sul tema.

Come già da noi richiesto più volte, invitiamo ancora le parti a costruire una soluzione che soddisfi soprattutto i comaschi e Cultura. Noi restiamo a disposizione per aiutare quel dialogo che non riteniamo mai impossibile.

Hanno preso posizione anche i Giovani Democratici.

Sullo sgombero dell’Associazione CarducciI Giovani Democratici della Provincia di Como non possono che condividere lo sgomento che in queste ore tanti comaschi stanno esprimendo davanti ai metodi dello sgombero dell’Associazione Carducci dalla storica sede di via Cavallotti.

Non entriamo nel merito della sentenza – non è il nostro compito, né sarebbe corretto – anche se è difficile non notare come tutto sembri derivare più da un errore procedurale che da un torto sostanziale. Ma, alla fine, poco importa.

Quel che importa è come è avvenuto lo sgombero.

Un’associazione culturale storica della città trattata come un covo di narcos da espugnare. Una scena che, a guardarla, lascia in bocca un sapore amaro: ridicola e insieme vergognosa. Spaventosa e vergognosa.

Vergognosa e inaccettabile, soprattutto per una città come la nostra, che ama la propria identità, la propria cultura.Perché se a Como si arriva a sgomberare un presidio culturale come se fosse un covo di narcos, c’è qualcosa che non funziona.

Non nella legge – che va rispettata – ma nel buon senso e nella misura dei gesti. E non serviamo certo noi a dire che, in politica, il metodo trasuda contenuto. Chi ama la città e chi crede nella cultura non può restare indifferente davanti a questa immagine.Noi, semplicemente, non ci riusciamo.

I Giovani Democratici della Provincia di Como

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Potrebbe interessarti:

Videolab
Turismo