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Politica

VIDEO Como, cori e fischi: la grande protesta invade il Comune. Genitori per i nidi chiusi e giostrai per il Luna Park

Grande partecipazione questa sera alle due manifestazioni di protesta in Comune a Como, almeno 150 persone presenti.

Già dalle 18.30 tantissimi genitori contrari alla chiusura dei due nidi appena annunciata dal sindaco Alessandro Rapinese, oltre ai sindacati e – su un altro fronte – i giostrai del Luna Park cancellato dopo 100 anni, hanno invaso il cortile antico di Palazzo Cernezzi.

Tutto presenti per il consiglio comunale delle 19 dove, almeno secondo le intenzioni, i due gruppi vorrebbero portare le loro proteste. Difficile però che la folla sia fatta entrare in aula, anche solo per ragioni di sicurezza. Da fuori, comunque, si sentono cori (“Siamo marea e non ci fermeremo”, quello dei genitori per i nidi) e fischi, in particolare dei lavoratori del Luna Park. Il presidente del consiglio comunale Fulvio Anzaldo ha subito fatto chiudere le porte dell’aula perché “c’è confusione e non si riesce a fare nemmeno l’appello”.

Più facile che la protesta si fermi all’ingresso della sala consiliare. All’interno, sul caso dei nidi, la prima a intervenire è stata la consigliera Patrizia Lissi del Pd: “La presenza di così tante persone questa sera in Comune dimostra che la decisione di chiudere due nidi, prima di essere presa, doveva essere negoziata con la popolazione. Invece anche noi consiglieri possiamo intervenire ora solo a posteriori anche se chiedevamo da un anno di confrontarci. Inoltre, mi chiedo come sia possibile che una notizia di tale impatto sia stata data in una conferenza stampa a cui hanno potuto partecipare solo giornalisti e membri della giunta. La verità è che non si vogliono assumere edcatori, c’era un anno per farlo ma questa giunta ha deciso di cancellarlo. Si arriverà all’esternalizzazione totale”.

Il collega Stefano Fanetti ha dapprima rimarcato come “non si ricordino tre mesi prima di convocare un consiglio comunale” e poi – riferendosi alle parole pronunciate dal sindaco nei confronti del Pd venerdì scorso – il consigliere dem ha chiesto al primo cittadino se “ciaone, poveracci e altri termini simili rientrino nella normale dialettica politica. Cosa dovrebbe fare la minoranza secondo lei? Stare zitta? Applaudirlo? Il nostro ruolo è anche di criticarla, pungolarla, incalzarla come lei ha fatto quando era in opposizione. Per lei la democrazia si esaurisce nel momento elettorale, per il resto basta dire che ha vinto. Una approccio arroccato che vede il confronto con i cittadini solo in una logica oppositiva”.

Subito dopo Stefano Legnani, sempre Pd, ha inizialmente preso le distanza da alcuni post offensivi e violenti verso il sindaco “perché è doveroso farlo”. Poi il consigliere ha affermato che “la logica economica nei servizi a domanda individuale non può essere l’unico criterio”, sempre riferendosi alla chiusura dei due nidi.

Ha poi preso la parola il consigliere di Fratelli d’Italia, Antonio Tufano, che ha rivelato che alcune educatrici comunali “saranno destinate agli uffici pur non avendo alcuna competenza nei ruoli che verrebbero loro assegnati”. Poi Tufano ha aggiunto che “i comaschi sono mesi che assistono solo a chiusure, dalla bocciofila ai nidi. Non mi sarei mai aspettato da lei certi toni nei confronti delle mamme, per di più l’8 Marzo. Non è il sindaco che conosco, sta facendo gravi errori nei toni e nei modi, si sta dimenticando che lei è il sindaco di tutti. Le chiedo di ascoltare i cittadini, e ogni tanto di mettere da parte l’ego che ha per venire incontro alle richieste dei cittadini”.

“Chi di lumino ferisce, di ciuccio perisce” ha affermato Vittorio Nessi di Svolta Civica citando alcune mamme in protesta per la chiusura dei due nidi che avevano proposto di venire in Comune a protestare per l’appunto con un ciuccio.

Alessandro Falanga (Noi con l’Italia): “Il sindaco dovrebbe avere un atteggiamento meno da bar e più consono al ruolo che ricopre. Il dissenso deve essere espresso senza lacci e lacciuoli perché questa è la democrazia. I nidi poi non possono essere al centro solo di calcoli matematici ma deve prevalere l’aspetto sociale. La chiusura dei nidi va a discapito dei quartieri”.

Ha poi preso la parola Barbara Minghetti (Svolta Civica): “Com’è possibile che due procedimenti così importanti come quelli sui nidi e sulla rivoluzione dei parcheggi siano arrivati a noi solo tramite giornali o telefonate notturne”. Sui nidi comunali che la giunta vuole chiudere, infine, Minghetti ha ribadito il proprio no.

Giordano Molteni, del Gruppo Misto, si è rivolto ai consiglieri della Lista Rapinese chiedendo se “questo è quello che volevate in campagna elettorale? Questo è quello che pensavamo, senza che siamo presi in considerazione come consiglieri su tematiche così importanti come i nidi? Noi siamo qua a rappresentare Superman? Il centravanti del Real Madrid? Il momento dell’ironia sciocca è finito”.

Elena Negretti (Lega) ha affermato che “il sindaco, che deve essere di tutti i cittadini, se pretende rispetto, allora è il primo che lo deve dare. Deve essere una figura equilibrata anche in situazioni delicate. Il comportamento del primo cittadino è stato di una gravità eccessiva. A una cittadina non si risponde ‘balle, balle, balle’.  Signor sindaco, chieda scusa a queste mamme e a questi papà che stasera sono qui, così come alle educatrici”.

Luca Vozella (Svolta Civica) ha rimarcato come “tredici quartieri o zone resteranno senza un asilo dal prossimo anno. E’ questa la rivoluzione copernicana a cui si riferisce, sindaco? Non credo. E’ la creazione di sezioni pollaio la rivoluzione? Non credo proprio. A me sembra che si peggiori il servizio. Ma poi dove sono collocati gli asili privati a cui si vuole fare ricorso? Sugli 8 privati citati nella delibera, solo due interessano i quartieri. Quella che stiamo vedendo non è una rivoluzione copernicana, ma una sconfitta per i cittadini”.

Nel video sotto la risposta integale del sindaco Alessandro Rapinese che, per prima cosa, ha detto che “sui miei toni riscontro che il mio carattere non piace. Farò un corso di bon-ton”. Sulle proteste in Comune per la chiusura dei nidi ha detto che “finalmente c’è politica, a me piace così”. Poi ha ribadito che – passando alle novità sulla sosta – “abbiamo attivato una grande turnazione che prima non c’era, a partire dagli abbonamenti all’autosilo di via Auguadri; io stesso ero in attesa da 21 anni. Le nuove tariffe dei posti blu? Abbiamo aumentato solo la prima ora”. Di nuovo sui nidi, Rapinese ha rievocato la chiusura del nido di Camerlata nel 2016, da parte della Giunta Lucini: “All’epoca l’assessore Silvia Magni lo chiuse dicendo che tenerlo aperto con 15 bambini era uno spreco. Io ne chiudo uno con 13 e sono un criminale…Chi parla di classi pollaio, poi, non sa cosa dice. E se si vuole un asilo sotto casa con le nascite calate del 30%…”.

 

 

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26 Commenti

  1. Per comprendere il livello dell’isolamento di chi governa Como pro-tempore occorre ascoltare tutti gli interventi (in questo caso quelli della minoranza perché la maggioranza bulgara è oltremodo silente). E, soprattutto, occorre liberarsi da ogni spirito di parte per immedesimarsi nelle giovani lavoratrici che hanno necessità vitale dei nidi, nei lavoratori del luna park a cui i divieti insensati provocano danni economici. Occorre guardare oltre al proprio naso per vedere le più generali necessità di una collettività che non può vivere solo di multe, divieti e vincoli imposti dal delirio di onnipotenza degli ultimi arrivati Non è facile, ma possiamo provarci.

  2. Complimenti ai giostrai che continuano a dimostrare la loro prepotenza ed arroganza. Hanno presentato una domanda, è stata respinta, e loro minacciano di bloccare la città coi loro carrozzoni e minacciano denunce penali, spero che ne ricevano altrettante per blocco arbitrario della circolazione, interruzione stradale, e violenza privata da tutti quelli che rimarranno imbottigliati per colpa loro. Se anziché perdere tempo a insistere contro una se pur non condivisibile decisione, ma a norma di legge, avessero cercato altrove avrebbero trovato posto per le loro giostre sulle quali per altro c’è da aver paura a salire in quanto a prima vista non sembrano certo sicurissime, oltre che essere da sempre luogo di microcriminalità come si legge da sempre sulle cronache.

  3. Non condivido per principio queste manifestazioni soprattutto quando trattano argomenti assolutamente lontani come le ragioni dei genitori degli asili nido e le ragioni dei giostrai. Argomentazioni, tempi ed esigenze totalmente differenti che infatti in quella sede alimentano il senso di decontestualizzazione.
    Tuttavia, in una città dove l’opposizione è zittita più dagli insulti che dalle motivazioni politiche e i consiglieri di maggioranza sono utili solo ad alimentare l’autoreferenzialità di Rapinese Sindaco, le proteste sono gli unici strumenti consentiti per affermare senza dubbi della inadeguatezza al ruolo del povero Rapinese. Non è capace. Non perché non abbia le sue idee, tutti abbiamo idee condivisibili o meno, ma perché non riesce a portarle avanti coinvolgendo chi ha intorno: la cittadinanza, i consiglieri di maggioranza, i dipendenti comunali, perfino l’opposizione a lui meno ostile. Insomma, Rapinese Sindaco ci sta dimostrando la differenza tra chi parla di politica al bar e chi fa politica vera: le “idee” si raccontano anche al bar di via Volta (ovviamente😊), renderle patrimonio di tutti e realizzarle fa parte del bagaglio di chi sa far politica. Purtroppo, Rapinese Sindaco, come tanti di questa generazione, paga il dazio di essersi dovuto improvvisare.

    1. Mah! Prima di tutto bisognerebbe capire se gli interessa coinvolgere chi ha intorno: e credo di no. In secundis le sue idee le ha, e le porta avanti eccome: non vuole aprire piscine e palestre, e non le apre; vuole chiudere gli asili nido, e li chiude; vuole buttare soldi pubblici per comprare il rudere del Politeama, e li butta; vuole fare andare in malora l’asilo Sant’Elia, e lo fa andare in malora… Qualcosa ho dimenticato, ma credo che basti. Poi, che sia una politica da bar, sono d’accordo.

      1. Il coinvolgimento di tutti e l’accettazione anche di compromessi fa parte del bagaglio della politica. Altrimenti ogni azione politica genera guerre e guerriglie su tutto. Tra l’altro chiudere le piscine, le palestre, gli asili nido, la bocciofila è l’antitesi di costruire. Inventarsi soluzioni per razionalizzare i servizi agli utenti che alla fine non soddisfano gli utenti, vedi i parcheggi per residenti e asili nido, non significa migliorare il servizio ma peggiorarlo. Il servizio si misura sulla qualità percepita da chi ne usufruisce. Qui gli unici soddisfatti sono i soci dei club esclusivi che usano spazi pubblici per cazzeggiare. Quindi il limite del nostro ormai autocratico Rapinese Sindaco non è solo la politica da bar ma la gestione del potere e la leadership partecipativa. Quella che fa la differenza tra la politica e un improvvisato comizio del bar dell’angolo. Colgo l’occasione per ringraziarla. I suoi interventi sono sempre intelligenti e per me molto stimolanti.

  4. Versione di Rapinese:
    Finalmente c’è una giunta che fa, la gente viene a palazzo per partecipare alla polita.

    Realtà:
    Sfortunatamente c’è una giunta che fa danni, la gente viene a palazzo per protestare.

  5. Solo gli stupidi non cambiano mai opinione, solo i dittatori vanno avanti senza dare ascolto al proprio popolo.
    Che miserabile teatrino.
    Più che il sindaco,la tristezza sta nel vedere degli assessori e consiglieri di maggioranza succubi di questa follia.
    Immagino il clima in casa Bodero Maccabeo, una di fianco al sindaco ad annuire e l’altra nel cortile a protestare e che si vedrà l’asilo dove lavora, prossimamente chiuso

  6. ma che bella è la politica partecipata, ho qui i giostrai, ho qui gente a palazzo….
    certo, li hai fatti talmente incazzare che sono venuti A CASA LORO a protestare.
    Ma che bella è la politica partecipata, con i cittadini incazzati che hanno occupato CASA LORO facendoti parlare….dovresti correggere un pò la realtà……

  7. Premetto.Non me ne frega niente di i Rapinese che è un narcisista con un Io ipertrofico,non è educato, è diretto,ha reazioni di pancia, non conosce il termine diplomazia che non fa parte del suo vocabolario. Ma fra lo starnazzare isterico della classe politica dei partiti, sempre pronti a cavalcare il carro del malcontento più recente, colpevoli di anni di immobilismo senza politiche a medio lungo termine , preferisco i Rebbiohead che hanno preso ispirazione dal nemico di tutti i partiti. Almeno il Rapi ha stimolato la creatività di un gruppo di giovani che suona il rock e non starnazza in maniera isterica a causa di una frustrazione cronica. Alle prossime comunali aspettiamoci la lista Tutti insieme contro il Rapi . La grande ammucchiata della pseudo democrazia. Intanto la maggioranza è il 50 % di chi non vota. Che per il politicamente corretto è qualunquismo antidemocratico. Questo sistema pensa di controllare tutto e tutti, ma rappresenta una falsa realtà. La gente è rassegnata e si barcamena. Il senso civico è lettera morta.. Però il Rapi unisce tutti contro di Lui. Cercavano la faccia di un nuovo Duce.Eccola. La differenza è che è stato eletto con un marchingegno elettorale, voluto dai partiti che premia una maggioranza minoritaria. Il Rapi non ha fatto la marcia su Como. Ha fregato tutti, applicando le regole di una politica corporativa

  8. Non si chiude un asilo da 13, se ne chiude uno da 32! 13 sono i bambini che restano ma 18 bambini uscenti avrebbero lasciato il posto a 18 nuovi bambini!!!

    1. È incredibile come questo Sindaco operi in sfregio alla verità, manipolando i dati a suo piacimento, come operi in sfregio alla democrazia, manipolando il mandato elettorale, contornandosi solo di figure che non devono manifestare dissenso (gli assessori), come blocchi ogni post critico… a Como si riaffaccia un clima di censura ed auto esaltazione tipico delle dittature: consiglieri e giunta abbiate un sussulto di dignità! È vergognoso il vostro silenzio accondiscendente!

    1. Caro sig./sig.ra Calibancove, la chiusura del luna park era prevista perchè era anche previsto un palazzo del ghiaccio al suo posto. Visto che di palazzi del ghiaccio non se ne vede ombra, i lavoratori del luna park chiedono di poter lavorare. A loro va la mia solidarietà.
      La sua solidarietà invece va ad una persona che agisce secondo i propri impulsi, senza ascoltare i cittadini, raccontando la realtà a sua convenienza (inascoltabile che l’asilo Magnolia, con 17 bambini in lista di attesa, sia stato chiuso perchè ha solo 13 bambini; inascoltabile) per carpire il consenso delle persone come lei.

  9. Comportamento non consone alla carica ,, è doveroso ascoltare sia l’opposizione e in questo caso anche i Cittadini,,la prepotenza non può fare parte di un rappresentante della città,,, Dovrebbe cambiare atteggiamento se Vuole proseguire come Sindaco, se no si mette da parte……

  10. I bambini dell’asilo magnolia sono 32 non 13. Chiudere le iscrizioni a dicembre con 17 bambini in lista d’attesa non è chiudere un asilo con 13 bambini. L’anno scolastico 24/25 poteva avere 30 bambini se non di più.

  11. C’ero, grande soddisfazione. Da anni non si vedevano più cose simili a Como. Speriamo che sia il punto di partenza di una presa di coscienza collettiva e che le persone scendano in piazza ogni volta che serve far sentire la voce dei cittadini.

      1. Allora chiudiamo i giardini a lago, lo stadio, le discoteche, i boschi, etc. etc.
        Ma anche foste elettori di Rapinese, riuscite a distinguere tra cose sensate e cose assurde?

    1. Si Sig. Stefano, concordo, le proteste sono tali a cominciare dal Natale e poi per ogni cosa che si puo’ dubitare delle sue strumentalizzazioni, vedremo alle prossime elezioni, sono davvero curioso……..

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