Come già accaduto in passato, Azione Como – la costola comasca del partito fondato da Carlo Calenda – va all’attacco con toni pesantissimi della giunta Landriscina. Manca, però, come spesso accade negli affondi di buona parte delle opposizioni cittadine, un qualche barlume di proposta alternativa sia sui temi specifici, sia sui nomi per il futuro.
“Pensionare Landriscina sembrerebbe essere molto conveniente – è l’incipit del comunicato firmato da Andrea Luppi, referente per Como, e Fulvio Martello, referente provinciale – Siamo di fronte davvero ad uno dei peggiori governi di sempre in città, di certo il più lento ed inconcludente: in sintesi, ha saputo combinare ben poco anche nell’ordinaria amministrazione, ha fatto incancrenire molti problemi, ha perso e rischiato di perdere finanziamenti sulle opere già deliberate da chi c’era prima, ha disatteso quasi tutte le promesse elettorali, ha denunciato una drammatica mancanza di visione. Un sindaco che non è mai entrato in sintonia col suo ruolo, al punto da scaricare spesso le responsabilità sugli uffici, dimenticando che il comando era il suo”.
Secondo Azione Como, però, la non ricandidatura sarebbe in sé “un giudizio – severo, ma giusto – sul fallimento amministrativo di tutta la squadra”.
Se invece il centrodestra e lo stesso Landriscina concordassero una seconda candidatura a sindaco dell’attuale primo cittadino “magari sperando nelle classiche quanto tardive opere di fine mandato, se qualche capriccio del caso assiste”, questa “sarebbe la più chiara attestazione che il poco che si è fatto, a volte non molto bene, e il tanto che si è tralasciato di fare, le innumerevoli trascuratezze, inefficienze e sprechi non sono il frutto della mala sorte, ma il prodotto di una linea politica (parola grossa, invero…) condotta sempre più a casaccio quanto più si avvicina la fine del mandato, come quando uno studente svogliato cerca, a fine anno, di recuperare per evitare la bocciatura. E rivendicare un quinquennio fallimentare, anche immaginando un elettorato assai clemente, certificherebbe comunque un’inevitabile bocciatura”.
Come si accennava, però, molto generici e senza riferimenti precisi gli sguardi di Azione Como sul futuro.
“Nel frattempo – chiude la nota di Azione – occorre che tutti coloro che guardano a una ripresa autentica, al progresso della città, lavorino a realizzare l’alternativa. Occorre ripensare il futuro di Como sulla base di percorsi condivisi e soprattutto lungimiranti, concentrati non solo sull’immediato, ma sullo sviluppo sociale, ambientale, economico che la prossima uscita dalla pandemia impone con urgenza ancora maggiore. Non è una situazione semplice e i personalismi e le “ideologie storiche” devono essere messe da parte, perché di retorica a buon mercato i Comaschi ne han vista troppa e non se la meritano. Azione Como è già pronta a dare il suo contributo, e si augura di poter collaborare con molte delle migliori energie presenti in città, non solo della politica, per costruire il nuovo futuro in Comune. Non è un viaggio semplice, ma siamo già partiti”.
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Parole parole parole senza proposte concrete