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Dalla cultura al Palazzo e ritorno, Cavadini avverte Minghetti: “Può rilanciare la città. Ma attenta alla squadra”

A Parma, uno degli elementi fondamentali che ha fatto balzare la città dal 39esimo al primo posto per la qualità della vita, secondo la recente indagine di Italia Oggi, è rappresentato dalla cultura. Sempre nella città emiliana Barbara Minghetti, probabile – anche se non sicura, come abbiamo raccontato qui – candidata sindaco del centrosinistra alle prossime elezioni di primavera, collabora con il teatro Regio.

E come non bastasse ancora la città di Parma sarà, fino alla fine del 2021, Capitale della Cultura italiana, prestigioso riconoscimento al quale ambì in passato anche Como. Corsi e ricorsi storici dunque che accendono i riflettori su un volto nuovo per Palazzo Cernezzi, un nome di sicuro appeal e prestigio per cercare di immaginare il futuro del capoluogo. E che spingono a vedere nell’anima del Teatro Sociale (oggi consigliere di Svolta Civica) un personaggio in grado di togliere un po’ di polvere da una città che negli ultimi anni si è sempre più andata a nascondere in un cantuccio.

Ne è convito Luigi Cavadini, ex assessore alla Cultura dell’era Lucini che proprio con Barbara Minghetti collaborò in diverse circostanze.

“Ha sicuramente tutte le capacità necessarie e le competenze per rilanciare non solo la cultura ma la città nel suo insieme. Le varie componenti che caratterizzano pregi e difetti di un luogo devono infatti essere trattate insieme. Inevitabilmente la sua propensione ad occuparsi di arte e cultura imprimerà un certo carattere a Como, qualora ovviamente dovesse spettare a lei il difficile compito di amministrarla”, spiega l’ex assessore Cavadini che sottolinea alcuni aspetti della persona Minghetti.

“Barbara è prontissima a ricoprire questo ruolo. Personalmente – aggiunge l’ex assessore – ho in lei fiducia assoluta viste le esperienze passate e potendo poi contare sul riscontro del lavoro fatto in passato. Ha un carattere forte e lavora senza risparmiarsi”

Luigi Cavadini Ph© Carlo Pozzoni FotoEditore

Le parole di Luigi Cavadini tratteggiano dunque il profilo di un possibile sindaco che “ha anche una capacità molto sviluppata, ovvero quella di saper mettere a fuoco con esattezza i problemi. Di vedere le necessità di una comunità, ovviamente con un’attenzione ancor più specifica sugli aspetti culturali”.

Una figura dunque quella di Barbara Minghetti che, a detta di Cavadini, ben raccoglierebbe qualità e caratteristiche utili a ridare luce a Como e a garantire una ripartenza.

Altro elemento che contraddistingue la quasi neo-candidata è anche “la capacità manageriale. Ormai è infatti determinante il saper affrontare la propria materia, sia essa la cultura o l’amministrazione di una città nel suo insieme, sia dal punto di vista delle proprie specifiche competenze sia da buon manager. Doti che coesistono entrambe in questa persona”.

Infine l’intervento dell’ex assessore si conclude con un ricordo e con un monito. Partendo dal passato ecco che Luigi Cavadini non può non citare i tanti “progetti su cui ci siamo confrontati e sui quali abbiamo lavorato proficuamente insieme. A partire da Como capitale della Cultura che non si è poi concretizzato”.

Resta dunque solo il tempo per l’avvertimento: “Ovviamente sarà decisiva la scelta della squadra, delle persone che la affiancheranno. Sarà inevitabile e anche giusto, come ovvio, l’intervento della politica che farà la propria parte. Decisivo in ogni caso costruire una squadra unita e coesa per poter puntare al raggiungimento degli obiettivi che ci si prefiggerà. Barbara ha una competenza, seppur ancora limitata, anche della politica e dei suoi meccanismi. Dalla sua attività di consigliere di minoranza ha sicuramente già saputo trarre insegnamenti utili che si riveleranno utili in futuro”, conclude un Luigi Cavadini soddisfatto per il nome nuovo e curioso di vedere quale potrà essere la squadra scelta da Barbara Minghetti per provare a conquistare Palazzo Cernezzi.

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2 Commenti

  1. Per lo stato comatoso in cui versa la Città di Como, sarà indispensabile una giunta con le caratteristiche direi quasi di “task force”: una squadra consapevole di dover affrontare amministrativamente un lustro di sistematica ricostruzione, senza mai scordare di tenere l’elmetto sempre ben calzato in testa!

  2. Come scritto qui: https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=442095307367556&id=100047012721129

    la sfida è riuscire a coniugare “cultura alta” e “cultura di prossimità”.
    Chiunque abbia figli alle elementari o giù di lì sa benissimo come gite di classe e uscite didattiche si stiano concentrando su itinerari per noi genitori assolutamente abituali (di prossimità, appunto). Come mai? Perché le insegnanti si stanno rendendo conto che i bambini hanno un gran bisogno di appropriarsi di un territorio che – per tutta una serie di motivi – non è più di dominio così condiviso.
    E se l’obiettivo è l’unione di alto e basso, il lavoro portato avanti da Barbara Minghetti con il progetto Opera Domani, lascia ben sperare.
    “Non solo di grandi mostre vive l’uomo”.

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