Quello che nel corso delle settimane era stato archiviato come un sussurro o, al più, l’auspicio malevolo di qualche oppositore in questi giorni è diventato prima un dubbio e poi qualcosa di nettamente più solido. Il nuovo capo di Gabinetto del Comune di Como, Filippo Scibelli, ex colonnello dei carabinieri, potrebbe essere incompatibile con la carica ricevuta appena 14 giorni fa. La questione ha a che fare con alcuni riferimenti normativi sulla cui interpretazione – anche se, almeno al momento, non paiono esserci ampi margini di discrezionalità – stanno lavorando in queste ore il segretario generale dell’amministrazione, i dirigenti e gli uffici su mandato del sindaco Mario Landriscina e dell’assessore alle risorse umane, Elena Negretti.
In primis è stato preso in considerazione l’Articolo 5, comma 9 del Decreto Legge 95 del 2012, dove si legge: “E’ fatto divieto alle pubbliche amministrazioni (…) di attribuire incarichi di studio e di consulenza a soggetti, gia’ appartenenti ai ruoli delle stesse e collocati in quiescenza, che abbiano svolto, nel corso dell’ultimo anno di servizio, funzioni e attivita’ corrispondenti a quelle oggetto dello stesso incarico di studio e di consulenza“. Per quiescenza si intende, etimologicamente, “stato di riposo, inattività”. E Scibelli, a oggi in pensione (come ha anche dichiarato durante la conferenza stampa di insediamento), si troverebbe esattamente nella condizione vietata dalla Norma.
E pure vero che vi sono due circolari interpretative, successive al Decreto, diffuse dall’allora Ministro Marianna Madia. Analisi che lascerebbero alcuni spazi di manovra. La prima è la numero 6 del 2014 che, in particolare al punto 5, recita (è un passaggio un po’ lungo ma essenziale per comprendere chiaramente la questione):
“Va innanzitutto ricordato che scopo delle disposizioni in esame non è di escludere la possibilità che i soggetti in quiescenza operino presso le amministrazioni, ma di evitare che il conferimento di incarichi a questi soggetti sia utilizzato per aggirare lo stesso istituto del collocamento in quiescenza. Esse non impediscono di prestare attività lavorativa nelle amministrazioni pubbliche ai soggetti che possano aspirarvi, in relazione ai rispettivi limiti di età. Di conseguenza, non è escluso che un soggetto, collocato in quiescenza per aver raggiunto i relativi requisiti nella propria carriera, possa concorrere per un impiego con una pubblica amministrazione, relativo a una carriera nella quale può ancora prestare servizio. Ciò può dipendere dalla particolarità della carriera (pubblica o privata) di provenienza, che consenta il collocamento in quiescenza a un’età relativamente bassa, o di quella di destinazione, che preveda una più alta età pensionabile (quali quella universitaria o quella giudiziaria). In tali ipotesi, si applicherà ovviamente la vigente disciplina in ordine ai requisiti di accesso all’impiego nelle pubbliche amministrazioni e ai rapporti tra trattamento economico e trattamento di quiescenza. (…) Non è escluso, dunque, il ricorso a personale in quiescenza per incarichi che non comportino funzioni dirigenziali o direttive e abbiano oggetto diverso da quello di studio o consulenza (in questo senso la citata deliberazione della Corte dei conti, Sezione centrale del controllo di legittimità sugli atti del Governo e delle amministrazioni dello Stato)“.
La seconda circolare è la numero 4 del 2015 che, in maniera meno specifica rispetto alla precedente, concederebbe qualche altro spazio interpretativo.
Ciò detto si tratta di interpretazioni, certo di valore assoluto poiché ministeriali però lo spirito della Legge è molto chiaro e sembra evidenziare un passaggio non superabile.
La questione è al centro del dibattito della giunta di oggi (22 febbraio) iniziata intorno dopo le 15. Non è escluso che sulla vicenda nelle prossime ore venga diffusa una nota ufficiale del primo cittadino come non è escluso, anche se stanti le cose sembra assai difficile, che venga trovata una soluzione in extremis.
Fosse confermata l’incompatibilità, per il Comune si porrebbe un grosso problema circa gli atti firmati da Scibelli nelle ultime due settimane che, naturalemente, verrebbero invalidati. Questione da non sottovalutare e sulle cui eventuali conseguenze dovranno lavorare gli uffici.
EDIT
L’anticipazione è stata confermata poche ore dopo:
Indiscrezione confermata: il Comune di Como annulla l’incarico al Capo di Gabinetto
2 Commenti
Dilettanti allo sbaragl’io . Le opportune verifiche si fanno preventivamente. Povero sindaco qualcuno gli spieghi come si doverosamente si amministra una pubblica amministrazione. Quanto costa questa inefficienza alla collettività. Cho paghera’
certo gli uffici del Comune di Como eccellono, come al solito, per l’alta efficienza e professionalità. Il sindaco è un ex medico, l’assessore al personale non ha mai gestito dipendenti e non ha mai fatto questo lavoro …. e poi ci meravigliamo ?
peccato, una volta che in Comune potevamo contare su una persona capace, disponibile e preparata …