Il battesimo del (doppio) soprannome avvenne con questo articolo dal titolo lampante: “Le due zarine, le urla, il fronte del fagiolo. Come sta la giunta Landriscina (e chi comanda)”. Le due zarine erano – ma si potrebbe dire sono – il vicesindaco e parlamentare Alessandra Locatelli e l’assessore al Personale Elena Negretti. Una ventina d’anni fa, si sarebbe parlato di “girl power”.
Il soprannome – ovviamente bonario anche se rispecchiante la quota di potere che entrambe detengono dentro e fuori Palazzo Cernezzi – si è poi diffuso tra il serio e il faceto, tra un corridoio e un cortile. A seconda delle fortune contingenti, arricchito da qualche altro aggettivo (qui compariva “zarina maxima”, ad esempio). Ma ora, c’è l’ufficialità (semiseria).
Con un piccolo colpo di genio ironico (o autoironico? Probabile), nella notte fuori dall’ufficio di Elena Negretti una mano misteriosa dotata di discreto sense of humour ha compiuto un “blitz”. La targa che indica nome e ruolo della padrona di casa, infatti, si è arricchita di una parola. Quale? Neanche a dirlo: “Zarina”. Ora – o forse solo per il tempo della burla – chiunque si rechi all’ufficio di Elena Negretti trova la dicitura “Assessore. Zarina”.
Contropiede fulminante, dunque, dell’assessore stesso o di chiunque abbia avuto l’intuizione. Tra intrighi, poteri e trame, a Palazzo Cernezzi si riesce anche a non prendersi troppo sul serio.
Con il coltello tra i denti, naturalmente.