“Ora è nero su bianco che per piazza Roma l’unica cosa che manca davvero alla giunta è la volontà di decidere. E se anche continuassero a dire che il problema è legato alla prossima accensione delle telecamere, mi dicano dov’è l’interruttore e le spengo io”.
Tra ironia e affondo politico, Alessandro Rapinese sfida apertamente la giunta comunale – il sindaco Mario Landriscina e l’assessore alla Mobilità Vincenzo Bella in particolare – sul futuro di piazza Roma. E in questo caso, al di là dei toni sarcastici, la polemica affonda tutta su un documento preciso. Cioè la risposta scritta firmata dal comandante della polizia locale, Donatello Ghezzo, a un’interrogazione dello stesso Rapinese.
Il consigliere, il 27 marzo scorso, poneva una questione semplice: Per quale motivo si deve “dialogare con Roma” per riportare piazza Roma al pre-Lucini?
Il riferimento al “dialogare con Roma” è all’intervista rilasciata a Comozero dal sindaco nel marzo scorso e nella quale il primo cittadino, a domanda specifica, rispose così: “Devo riconoscere: non sapevo, ma non ero l’unico a ignorarlo, che piazza Roma fosse in Ztl. Per riportarla alla viabilità il percorso è lungo e bisogna dialogare con Roma. Forse un po’ ingenuamente ho scoperto che solo una parte della piazza oggi può andare a parcheggio. Ci stiamo provando”.
Ora, però, il fatto nuovo nelle mani di Rapinese. Ghezzo, infatti, nella risposta all’interrogazione dice sostanzialmente una cosa difficilmente equivocabile: tecnicamente, per togliere piazza Roma dalla Ztl non serve altro che una delibera di giunta.
Si legge infatti nel documento firmato dal comandante della polizia locale: “Il tema della riapertura di piazza Roma coinvolge due diversi profili. Il primo, di stretta competenza dell’amministrazione comunale, relativo alla delimitazione dei confini della zona a traffico limitato. Il secondo, che coinvolge il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, attinente all’installazione e all’esercizio dell’impianto per la rilevazione degli accessi. E’ a quest’ultimo aspetto – sottolinea Ghezzo – che evidentemente si riferisce l’affermazione di cui sopra (del sindaco, ndr)”.
Ma la divisione in due aspetti è il punto focale: il comandante, infatti, ha messo nero su bianco che per cambiare i confini della Ztl ed eventualmente sottrarvi piazza Roma per farla ritornare parcheggio (come il centrodestra promise in campagna elettorale e come lo stesso Rapinese chiede da anni) basterebbe una delibera della giunta.
“E’ la prova provata che piazza Roma rimane nell’abbandono che conosciamo solo perché manca un’idea su cosa farne – attacca Rapinese – Basterebbe un quarto d’ora per escluderla dalla Ztl, il ministero non c’entra nulla”.
In realtà, in un secondo passaggio della risposta all’interrogazione, il comandante Ghezzo scrive che “la riapertura di piazza Roma al traffico veicolare […] per altro verso implica necessariamente lo spostamento del varco elettronico oggi collocato in via Rodari, verosimilmente all’altezza di via Bianchi Giovini”.
“Ebbene – prosegue Ghezzo – quest’ultimo intervento rappresenta una modificazione dell’impianto per la rilevazione degli accessi la cui installazione ed esercizio sono stati recentemente assentiti dal Ministero. In questo senso occorrerebbe sottoporre il nuovo progetto al vaglio del Ministero, quantomeno per l’installazione del nuovo varco di via Bianchi Giovini, la cui mancanza determinerebbe un importante vulnus al sistema di controllo degli accessi”.
Tema reale, senza dubbio quello che pone il comandante: l’impianto installato (e costato) prima o poi – molto prima che poi, la sperimentazione finiva oggi – dovrà accendersi per rilevare i tempi di entrata e uscita dei veicoli.
“Ma va benissimo – ribatte Rapinese – però questo guarda soltanto la scelta di dove mettere le telecamere che peraltro a tutt’oggi e già quando la Ztl venne creata da Gerosa e Lucini non hanno mai funzionato. Si sposti pure quella di via Rodari, la si lasci spenta, si faccia quello che si vuole. Ma la giunta non vincoli quella decisione alla possibilità o meno di riaprire la piazza alle auto. Per questa scelta non c’entrano né le telecamere né i ministeri romani”.
“Dunque – conclude il consigliere comunale – si torna daccapo: è stato il centrodestra a promettere la riapertura della piazza. E in campagna elettorale le telecamere già c’erano, spente allora come oggi. La sostanza, quindi, è che la giunta non ha idea su cosa fare e come agire. Punto”.