Sì, la controrivoluzione è pronta. Cova sotto le ceneri ma è pronta a manifestarsi in maniera clamorosa a breve. L’obiettivo è sempre quello: riportare la sanità del Centrolago (da San Siro a scendere, con inclusione anche del Porlezzese e dalla Valle Intelvi) sotto Como e dire addio all’accorpamento con Sondrio – tramite Ats Montagna e Asst Valtellina – approvato dalla Regione nel 2015. E se, come abbiamo scritto qui, il presidente del consiglio regionale Alessandro Fermi si è detto ottimista sullo stop alla sperimentazione, ora altre due voci di peso si schierano. Si tratta del vicesindaco di Menaggio nonché medico, Alberto Bobba, e dell’assessore di Tremezzina, Claudia Lingeri.
“La sperimentazione sui 3 anni scade quest’anno – afferma Bobba – e ormai non ci sono più dubbi: per il territorio centrolariano è stata una pesante penalizzazione, con forti disagi e problemi logistici a non finire. Una situazione che era parsa evidente sin dall’inizio ma che ora è evidente a tutti, persino a quei sindaci che inizialmente si erano espressi a favore del cambiamento”. Il vicesindaco di Menaggio conferma che “i sindaci si stanno già muovendo, d’altronde più saranno meglio sarà. Ho letto con piacere le affermazioni possibiliste di Alessandro Fermi sul ritorno della sanità con Como – aggiunge Bobba – Lui si era esposto anche in campagna elettorale e lo stesso presidente della Regione, Attilio Fontana, aveva detto che se le cose non funzionano, si possono cambiare”.
Bobba punta il dita soprattutto sulla distanza del territorio comasco con le strutture di Sondrio: “E’ un problema grosso, la distanza è eccessiva e provoca forti disagi. Mi assumo la responsabilità di ciò che dico, ma si sono verificati casi di persone che non hanno chiamato l’ambulanza pur non di rischiare di essere trasferiti all’ospedale di Sondrio. E’ uno dei tanti motivi sul perché si deve tornare con Como”.
Sanità in Centrolago, la profezia del disastro in un documento del 2016. Stasera il super-vertice
Anche Claudia Lingeri, assessore al Comune di Tremezzina dove sindaco e Mauro Guerra, chiede con forza l’addio all’accorpamento iniziato nel 2016.
“Questa realtà trae origine da manovre scellerate che hanno declassato il nuovo ospedale di Como a presidio di livello secondo a Varese – scrive Lingeri in un documento condiviso con Cornelio Cetti, ex presidente di Confartigianato – Hanno smembrato la sanità del lago per accorpare piccole realtà alla lontana Asst di Sondrio. Chi ha cercato di spiegare il gioco politico sostenendo di aver voluto mettere al riparo da chiusure i presidi di Lanzo Intelvi e Menaggio non ha valutato che un semplice aggiustamento delle normative non avrebbe prodotto i danni che stimao patendo, né avrebbe interferito con le realtà individuali”.
“E’ chiaro che ora la palla deve tornare nelle sedi di comando politico regionale perché sia corretto il tiro maldestro giocato anche con l’incosciente avallo di sindaci che non hanno potuto approfondire l’intera tematica al momento della presentazione dle progetto di variazione studiato in Regione”.
Poi Lingeri afferma che “oltre alle questioni di diretta passione vissuta e ai pesanti disagi dei pazienti, anche la conduzione tecnica lascia a desiderare […] a ciò si aggiunge la incapacità gestione della Asst della Montagna a risolvere la contingenza derivante dai medici di condotta ormai giunti a quiescenza, con il rischio che migliaia dei loro mutuati debbano cercare le cure del caso dai pochi medici che rimarranno sul territorio peraltro già pesantemente oberati dai propri pazienti. La preoccupazione è grande, il disorientamento cresce, l’insoddisfazione aumenta”.
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