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La tassa salute per i frontalieri, Orsenigo e Astuti: “Iniqua. Il Piemonte dice no, Palazzo Lombardia abbia lo stesso coraggio”

“La tassa sanitaria per i vecchi frontalieri deve essere sospesa. La Regione si fermi e riconosca le incredibili anomalie e contraddizioni della nuova norma introdotta dal Governo Meloni che chiede a Palazzo Lombardia di essere complice di questo nuovo balzello. La Giunta Fontana – quella dell’autonomia a tutti i costi – non può ora fare spallucce e scaricare le responsabilità su Roma. L’esempio del Piemonte è chiaro. Il presidente Cirio ha dichiarato che ‘Il contributo sanitario chiesto ai lavoratori frontalieri è inopportuno. Se la Regione sarà chiamata a esprimersi, siamo pronti a dire che non lo applicheremo”. Anche Palazzo Lombardia abbia il coraggio di respingere una norma iniqua, calata dall’alto” dichiarano i consiglieri regionali del Partito Democratico, Angelo Orsenigo e Samuele Astuti, dopo la seduta Commissione speciale Valorizzazione e tutela dei territori montani e di confine; Rapporti tra Lombardia e Confederazione Svizzera, tenutasi nella serata di ieri 1° febbraio 2024.

Concludono i consiglieri regionali Dem: “In commissione, i sindacati hanno presentato i loro dubbi sull’applicazione di una norma che, in primis, collide con il nuovo accordo fiscale tra Italia e Svizzera sulla tassazione dei vecchi frontalieri. Il nuovo accordo tutela i lavoratori dalla doppia imposizione fiscale. La tassa sanitaria lo contraddice. In che modo Regione Lombardia e il Governo hanno intenzione di risolvere questo conflitto? Non dimentichiamo poi che una porzione non indifferente dei vecchi frontalieri soggetti a tassazione sanitaria andrà in pensione nel corso di qualche anno. Se lo scopo della nuova tassa è di raccogliere risorse per finanziare incentivi salariali per il personale finanziario di confine, di fatto rischiamo che tra non molto vengano meno le coperture. Ci troviamo quindi davanti a una misura zoppa, non strutturale, e di cortissimo respiro che non terrà i lavoratori nelle strutture sanitarie lombarde nel lungo periodo. I dubbi sono tanti e Regione Lombardia non sta facendo nulla per far sentire la propria voce a Roma in difesa dei lavoratori. Il percorso di audizione delle parti coinvolte deve continuare. L’impatto sulle comunità lombarde di frontiera è troppo importante per non chiarire tutti questi dubbi. Dobbiamo proseguire il dialogo con gli amministratori, con i comuni di frontiera, con i vertici sanitari che sono interessati in prima persona dalle ricadute del frontalierato sanitario e dagli effetti della tassa sanitaria”.

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