La coppia Fulvio Anzaldo-Alessandro Rapinese, rispettivamente presidente del consiglio comunale e sindaco di Como, è riuscita a dire di no e a far bocciare persino una mozione presentata dalla consigliera Pd Patrizia Lissi (appoggiata da tutte le forze politiche tranne la lista Rapinese Sindaco) che chiedeva soltanto di esprimere solidarietà alle città gemellate di Nablus, in Palestina, e di Netanya, in Israele. Niente di più: né – come ha ribadito più volte il collega dem Stefano Legnani – dando torto o ragione a una parte o all’altra nel conflitto bellico, né tantomeno per inerpicarsi in analisi storiche. Il documento chiedeva soltanto di mandare un segnale di vicinanza e solidarietà dalla Como Città Messaggera di Pace a due città gemellate e inevitabilmente toccate dagli orrori della guerra (benché non vicine alla prima linea di Gaza) nei rispettivi Paesi.
Lissi, ribadendo a sindaco e giunta semplicemente di voler “far sentire alle due città di Nablus e Netanya la solidarietà della comunità comasca, mentre vivono lo sconvolgimento della guerra” aveva poi avanzato verbalmente solo alcuni ipotetici suggerimenti: contattare i rispettivi sindaci, piuttosto che aprire altri canali di comunicazione o magari invitare a Como alcuni giovani dei luoghi per dare anche una sostanza pratica al gemellaggio.
Non c’è molto altro da aggiungere: queste erano le ‘pericolosissime’ richieste della mozione. Poi è iniziato lo show di Anzaldo e Rapinese, non di rado sorridenti tra loro durante la discussione (qui il video, da 2 ore e 34 minuti alla fine) e in particolare mentre Lissi parlava (un fermo immagine specifico è quello in copertina, ndr).
Il presidente del consiglio comunale pur di dire no, si è prodotto in un discorso a spirali, si potrebbe dire: “Questa mozione, proprio perché una mozione, ha un significato politico e chiede un impegno a sindaco e giunta. Mi viene anche da dire che la solidarietà per definizione è una sostanziale convergenza di idee, pensiero, azione e interessi. Ora io mi chiedo: in una situazione di conflitto, come possiamo essere solidali con l’una e con l’altra? Mi sembra una contraddizione”. Un’introduzione a cui ha fatto seguito un piccolo capolavoro dialettico: no alla solidarietà alle popolazioni di due città palestinese e israeliana, intesa come puro gesto di vicinanza simbolica scevro da connotazioni politiche; ma – piuttosto, ha detto Anzaldo – sarebbe stato preferibile “un senso politico, che magari poteva essere dire ‘Como, fatti portatore del fare la pace’ oppure ‘Prendete posizione per l’una o per l’altra’. Ma essere solidale sia con l’una sia con l’altra, trovo che sia una proposta artificiale”. Ma andiamo oltre.
Dopo Anzaldo è intervenuto il sindaco Rapinese. Di cui è difficile sintetizzare il discorso – se di discorso in senso pieno si può parlare – andando al di là dei termini offensivi rivolti ai consiglieri di opposizione, bollati per la milionesima volta in massa come ‘incapaci’ e tralasciando il contenuto politico espresso (“super fuffa”, espressione rivolta alla mozione di solidarietà verso le città gemellate, è il massimo che si può estrarre). Il video che pubblichiamo sotto rende l’idea della postura istituzionale assunta dal sindaco su una discussione di questo genere.
Dopo questo spettacolo, e di fronte a una maggioranza completamente muta e compatta, sono giusto intervenuti l’esponente di Forza Italia, Giordano Molteni, per dire che “la risposta del sindaco fa rabbrividire” e poi il consigliere di Fratelli d’Italia, Lorenzo Cantaluppi, per riportare sulla terra la discussione con queste parole: “La mozione era molto specifica e parlava semplicemente di collaborazione, vicinanza e prove di dialogo tra popolazioni”.
Ma nulla da fare: al netto dell’uscita dall’aula prima del voto di Milo Casati (Lista Rapinese Sindaco), la maggioranza ha bocciato graniticamente la mozione con 17 voti conto i 10 delle minoranze. E un’altra serata dai toni surreali è andata in archivio.