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Maltempo, Molteni: “Il governo intervenga subito”. Patelli (Verdi): “Non di paratie abbiamo bisogno”

Continua a muoversi il mondo politico dopo l’alluvione che ha sconvolto la provincia di Como.

Sin dalle prime ore dopo il disastro molte le voci che si sono levate per chiedere interventi immediati a Stato e Regione.

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Ora direttamente dal governo, il sottosegretario all’Interno, Nicola Molteni, chiede che Roma intervenga “immediatamente per ripristinare i territori colpiti: è fondamentale la tempestività anche per il ripristino delle condizioni di sicurezza delle aree interessate. Ci rialzeremo con forza e dignità come abbiamo sempre fatto”.

Anche l’onorevole lombardo Devis Dori di Articolo Uno – Gruppo Leu ha presentato un’interrogazione sullo stesso tema al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibile in relazione ai danni causati dal maltempo nel comasco e più in generale in Lombardia.

La presidente onoraria dei Verdi lombardi, la comasca Elisabetta Patelli, rivendica invece l’urgenza di “un Piano di adattamento climatico per la prevenzione e la manutenzione del territorio comasco, un vero e proprio strumento di governo che indichi le priorità dove intervenire nei prossimi anni, le aree dove più urgenti e rilevanti sono i rischi”.

La speranza è che dai Fondi strutturali 2021-2027 per l’adattamento climatico e il Recovery Plan si possano recuperare le risorse “invece di infarcire di nuove opere di consumo di suolo come sta accadendo tuttora”.

“Nel nostro paese lil bilancio economico del danno idrogeologico si blocca su un rapporto di 1 a 6 tra spese per la prevenzione e quelle per riparare i danni, che sono ingentissimi. Cosa ci vuole per capire che il regime delle piogge è cambiato? – aggiunge Patelli – Non ci sono più le pioggerelline invernali, né le rugiade primaverili, bensì vere e proprie bombe che scaricano in poche ore la stessa quantità di pioggia che un tempo cadeva in qualche mese. Fenomeno figlio del clima che si surriscalda e si estremizza: più energia termica a disposizione dei sistemi atmosferici significa maggiore possibilità di eventi fuori scala”.

“Ironia della sorte il lago non è tracimato in piazza ma le acque sono rigurgitate dal sottosuolo e precipitate da versanti e strade trasformati in fiumi di fango in piena. La natura stessa ci dimostra continuamente che non è di paratie che abbiamo bisogno”, conclude l’ambientalista comasca.

La deputata lariana del Pd, Chiara Braga, ha invece informato che “il capo dipartimento della Protezione civile Curcio sarà in audizione in Commissione Ambiente già la prossima settimana, come richiesto dal PD, sugli eventi che hanno colpito il nostro territorio e sui prossimi passaggi che porteranno alla dichiarazione dello stato di emergenza e all’attivazione delle immediate misure di sostegno e di ristoro ai territori colpiti”.

“Sarà necessario stanziare risorse adeguate – prosegue l’esponente dem – per far fronte ai danni alle strade e alle infrastrutture pubbliche e attivare il meccanismo previsto per il ristoro dei danni subiti da cittadini e attività economiche e produttive. Ora è importante che Regione Lombardia segnali al più presto gli importi per la richiesta dello stato di emergenza e finalizzati alla copertura delle spese per gli interventi urgenti e alla prima stima dei danni. Tutto questi riguarda la gestione dell’emergenza. Ma quello che è avvenuto ci ricorda ancora una volta quanto sia importante agire sulla prevenzione e sulla messa in sicurezza del territorio dal punto di vista idrogeologico, con la manutenzione degli argini, dei versanti boschivi, dei torrenti e corsi d’acqua minori. Servono risorse, capacità di spendere rapidamente quelle stanziate anche attraverso le norme di semplificazioni sul dissesto che abbiamo approvato proprio qualche giorno fa nel DL semplificazioni”.

Una lunga nota è arrivata anche dall Cgil.

“Nessuno, almeno nella nostra provincia, denuncia invece i disastrosi interventi legislativi ripetutesi nell’ultimo decennio – scrive Matteo Mandressi dalla segreteria Cgil Como con delega alle politiche ambientali –  La Cgil lo fece allora, lo ripete ora con maggior forza: la riforma delle province (legge Delrio 2014) e lo scioglimento del corpo forestale dello Stato (ddl Madia 2015) hanno depauperato il territorio delle naturali “sentinelle ambientali”. La pulizia di boschi, alvei e torrenti, la presenza di un presidio umano distribuito nelle nostre valli avrebbe quantomeno limitato e contenuto la devastazione sotto i nostri occhi”.

“La polizia provinciale svolge, per funzione istituzionale, compiti di polizia ambientale e forestale, finalizzata alla protezione, tutela e controllo sul vincolo idrogeologico e sul patrimonio boschivo. La pessima riforma Delrio, sostenuta con forza dal governo Renzi ed in parte arenatasi con la sconfitta al referendum costituzionale, ha più che dimezzato gli organici della polizia provinciale di Como, determinando una mobilità forzosa su enti locali ed agenzie fiscali. Ciò ha reso impossibile la presenza articolata sul territorio, con un numero largamente insufficiente di operatori. Di pari impatto è stata la riforma del corpo forestale dello Stato, avvenuta l’anno successivo con lo scioglimento del corpo, il suo assorbimento nell’arma dei carabinieri ed una drastica riduzione degli effettivi a causa di processi di mobilità su altre forze di polizia”, chiude la nota.

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Un commento

  1. L’esponente dei Verdi ha, come sempre più spesso, ragione. Se c’è una cosa che non serve a molto oggi, sono proprio le paratie. Il fenomeno è molto più complesso: da un lato l’evoluzione del clima, dovuto anche e soprattutto al surriscaldamento del globo per cause antropiche, dall’altro lato il dissesto del territorio con ampi disboscamenti sulle pendici dei monti e la mancanza di pulizia e di controllo dei tanti corsi d’acqua. Le paratie e i lavori sul lungo lago, di fronte a questi sfaceli, sono come le mura dei castelli di sabbia che i bambini fanno per gioco sulla battigia. È inutile anche che gli esponenti di partiti che sono da sempre al governo in Regione chiedano l’intervento del Governo: il Dlgs 42/2004 delega alle Leggi Regionale le attività di verifica dello stato idrogeologico del territorio. Non si può esaltare la “deregulation” e poi limitarsi a dire che devono intervenire mamma e papà. Ogni tanto bisogna cominciare a fare un po’ di esami di coscienza.

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