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Cancello anti-senzatetto: le date dei santi e della chiesa non tornano. La Lega cambia la (sua) mozione

Ci sarebbe uno svarione piuttosto clamoroso – a detta dei suoi stessi estensori – nella mozione presentata dalla Lega in Comune a Como per installare un cancello anti-senzatetto al portico dell’ex chiesa di San Francesco (voto rinviato al 12 ottobre, solo il partito di Salvini e la civica Rapinese Sindaco favorevoli).

Nel documento, i leghisti hanno anche ripercorso brevemente la storia dell’edificio. Esattamente, con questi termini nero su bianco: “La costruzione medioevale risale all’anno 1203 e fu fatta erigere ad opera di Sant’Antonio da Padova in onore di San Francesco”.

Il punto, però, è che il consigliere comunale del Pd, Gabriele Guarisco, ieri ha fatto notare in aula che la data indicata presenterebbe possibili forti incongruenze cronologiche.

San Francesco infatti (qui Wikipedia per confrontare) morì nel 1226, cioè 23 anni dopo il 1203 in cui teoricamente l’ex chiesa di Como venne fatta erigere in suo onore. Inoltre, Sant’Antonio nacque nel 1195 (vedi Wikipedia per confronto), dunque teoricamente avrebbe avuto soltanto 8 anni quando – come scritto dal gruppo leghista – fece erigere l’edificio.

Sebbene di questa ricostruzione si trovino comunque varie benché scarne tracce online (quelle evidentemente che hanno ispirato il testo della mozione), la stessa Lega ieri sera ha presentato un emendamento alla propria mozione (firmata dal capogruppo Ajani e dai consiglieri Molteni, Noseda e Valeri) per spostare la data di fondazione dell’ex chiesa a cui si vorrebbe apporre la grata antimigranti al 1230. Ventisette anni più avanti rispetto quella messa nero su bianco in origine.

Insomma, la prossima settimana il consiglio comunale di Como dovrà decidere in via definitiva quando sorse davvero il luogo sacro. E poi, naturalmente, anche se apporvi una grata contro i senzatetto oppure no.

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3 Commenti

  1. Poveri amici leghisti. Si sono infilati nel solito ginepraio. Invertono pure la cifra per far passare tutto come uno sfortunato refuso. Chissà se la maestra se ne accorgerà? Ma cosa gli è venuto in mente di parlare di date, di periodi artistici e di illustri quanto improbabili fondatori? Queste citazioni dotte non fanno parte del loro repertorio. Loro sono bravi a organizzare il tiro alla fune e l’albero della cuccagna, a cucinare lo stufato d’orso, sanno tutti i proverbi in dialetto anche quelli tradotti dal siciliano e non parliamo dell’arte del tresette. La cultura artistica e architettonica non è il loro habitat, non è il loro ambiente, non è il loro forte. Per non parlare dell’estetica. Per loro delimitare con un’inferriata una Chiesa del 1203 o del 1230, montare una tapparella di plastica su un’opera razionalista, vomitare tonnellate di cemento ai bordi del lago più bello del mondo sono figate pazzesche!!!…..e ci credono pure…..

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