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Migranti detenuti fino a 18 mesi per il rimpatrio, Molteni: “Chi dice no ai Cpr si oppone alla sicurezza dell’Italia”

“Chi si oppone ai Cpr (Centri di detenzione per il rimpatrio, ndr) si oppone alla sicurezza nel Paese”. Lo ha detto il sottosegretario al Ministero dell’Interno Nicola Molteni oggi a Ferrara per salutare il contingente di 15 militari tornati in città nell’ambito dell’operazione Strade Sicure e attivi da questa settimana in diverse zone cittadine. Come noto, i nuovi Cpr su cui punta il governo Meloni saranno centro dove i migranti in fase di espulsione dall’Italia potranno stare fino a 18 mesi, con gli irregolari che potranno essere trattenuti con proroghe trimestrali che devono essere convalidate dal giudice su richiesta del questore.

“Attualmente – ha spiegato il sottosegretario – i dieci Cpr presenti in Italia hanno circa 1.200 posti, ma sono solo tra i 600 e i 700 quelli realmente funzionanti. Siamo strenui difensori della necessità di istituire questi centri, vigilati e protetti, per allontanare i soggetti che hanno sentenze di condanna e che sono un pericolo per il Paese. Sarà indispensabile anche per questo fine aumentare il contingente dell’operazione ‘Strade sicure’, portato a 5mila, dai 7mila originari, dal precedente ministro Guerini”.

“La situazione – ha spiegato Molteni – è di assoluta eccezionalità e urgenza. La Tunisia è sull’orlo della bancarotta economica, sociale e finanziaria. L’Italia è stata lasciata sola dalle istituzioni comunitarie. Qualcuno non ha capito che chi sbarca a Lampedusa sbarca in Europa. I Cpr si inseriscono proprio in questo percorso e sono necessari per bloccare l’immigrazione clandestina, allontanare chi rappresenta un pericolo e un problema per la sicurezza nazionale e, al contempo, sostenere chi realmente fugge per ragioni umanitarie”.

“Ricordiamo – ha concluso il sottosegretario leghista – che per il rafforzamento delle forze di polizia in bilancio abbiamo investito 100milioni di euro all’anno per dieci anni. Quest’anno assegniamo alle questure più poliziotti di coloro che andranno in pensione. Purtroppo oggi paghiamo scelte sbagliate fatte in passato, tra riduzione del contingente di Strade Sicure, voluta appunto dall’allora ministro Guerini, tagli della legge Madia, cartolarizzazioni e chiusure delle scuole di polizia”.

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