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“No al pedaggio sulla Milano-Meda: per i pendolari costi fino a 120 euro al mese e traffico a rischio collasso”

Nella seduta di ieri, il Consiglio Provinciale di Como ha discusso e approvato una mozione congiunta presentata dai gruppi consiliari Democratici e Civici per la Provincia di Como e Centro Destra in Provincia per “esprimere la ferma contrarietà all’introduzione del pedaggio sulla tratta B2 della SP ex SS35 Milano-Meda. Questa iniziativa nasce dalla preoccupazione per le pesanti ricadute economiche e sociali che tale misura comporterebbe sui cittadini della provincia e sull’intero sistema viabilistico locale”. [Qui tutte le cronache sul pedaggio in arrivo per la Milano-Meda]

Le ragioni della contrarietà

Il progetto viabilistico finanziato da Regione Lombardia prevede la realizzazione delle tratte autostradali B2 e C del Sistema Viabilistico Pedemontano Lombardo. Tuttavia, la tratta B2, che si sovrappone all’attuale Superstrada SP 35 (Milano-Meda-Lentate), comporterà l’introduzione di un pedaggio su un’arteria attualmente gratuita e percorsa da circa 80.000 veicoli al giorno.

“Questa decisione rischia di trasformarsi in un pesante balzello per i pendolari comaschi – dice Claudio Ghislanzoni, capogruppo del Centrodestra in Provincia e consigliere provinciale di Fratelli d’Italia – Oltre 135.000 residenti della nostra provincia, che ogni giorno utilizzano questa arteria per motivi lavorativi, vedranno aumentare i costi di trasporto fino a 120 euro mensili, senza alcuna alternativa valida in termini di trasporto pubblico”.

Impatto viabilistico e ambientale

Aggiungono dal partito: “Oltre all’aggravio economico, l’introduzione del pedaggio potrebbe causare uno spostamento massiccio del traffico verso altre arterie gratuite come la SS36 (Valassina) e la SP 32 Novedratese, già fortemente congestionate. Questo non solo allungherà i tempi di percorrenza, ma avrà anche un impatto ambientale significativo, con l’aumento delle emissioni inquinanti e dell’inquinamento acustico, oltre a un probabile incremento dell’incidentalità stradale”.

“La mancanza di uno studio viabilistico aggiornato che valuti le conseguenze di questa misura è inaccettabile – sottolinea poi Ghislanzoni – non possiamo permettere che decisioni di questa portata vengano prese senza una chiara comprensione delle loro ricadute sul territorio”.

“Il nostro obiettivo è proteggere i cittadini della Provincia di Como da una decisione che penalizzerebbe ingiustamente chi ogni giorno si sposta per lavoro – aggiunge Ghislanzoni – ci batteremo affinché questa misura venga rivista e affinché si trovi una soluzione che non gravi sulle tasche dei cittadini e non comprometta la viabilità del nostro territorio”.

Concludono da FdI: “I consiglieri provinciali del Centrodestra, Monica Colacicco, Francesco Cavadini, Giovanni Alberti, Umberto Cappelletti, Piera Antonella Mazza e Agostino Grisoni, sostengono compattamente questa posizione, ribadendo l’importanza di difendere gli interessi dei cittadini comaschi contro una misura che rischia di danneggiare pesantemente il territorio”.

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