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Perizia shock, Bulgheroni: “Proroga per Como Acqua. Ma ora la politica decida”

“Ora tocca alla politica, alle segreterie di partito essere chiari. Si dica se si vuole fare davvero questa fusione oppure no”. Fabio Bulgheroni, sindaco di Casnate, nonché vicepresidente della Commissione di Controllo analogo di Como Acqua srl, va già oltre la notizia a suo modo clamorosa emersa ieri. Ovvero, l’esito della seconda perizia realizzata sul valore effettivo delle 12 società che dovrebbero fondersi nel nuovo soggetto di gestione pubblica dell’acqua, che ha portato alla luce una differenza con la prima di circa 30 milioni di euro (da 86 iniziali a 56 circa, ne abbiamo dato conto con questo articolo tramite l’annuncio dell’assessore di Palazzo Cernezzi, Adriano Caldara).

Adriano Caldara

Uno iato effettivamente macroscopico che a questo punto giustifica ampiamente le tante impunture di sindaci di centrodestra dello scorso autunno (in particolare quelli di Como, Cantù ed Erba) prima di varare ufficialmente Como Acqua. Ma in termini concreti e appurato che, a questo punto, il valore delle società che si fonderanno è molto minore rispetto alle previsioni, cosa cambierà? E come si è arrivati a un simile divario? E’ sempre Bulgheroni che spiega.

“Innanzitutto una premessa – dice il vicepresidente della Commissione di controllo – Ieri non abbiamo approvato la perizia ma abbiamo preso atto. Per quanto riguarda invece la differenza di 30 milioni, nasce fondamentalmente da due metodi diversi di calcolo. In prima battuta ne venne identificato uno più complesso, forse troppo generoso e che per esempio ha considerato anche alcuni cespiti che invece andavano esclusi. Il secondo, invece, si è rivelato più semplice e nello stesso tempo più “avaro”, per così dire. Si tratta però di algoritmi, metodi di calcolo. Nient’altro. E soprattutto i bilanci delle società sono risultati corretti, nessun falso come qualcuno ha paventato nei mesi scorsi”.

Resta il fatto, però, che dopo l’iter faticosissimo del 2017, stoppato anche dall’assemblea dei soci che non raggiunse la maggioranza necessaria al momento del voto, ora è bloccato. “Sì, adesso bisogna ripartire con l’iter – conferma Bulgheroni – Ora il progetto di fusione ha un valore minore, che dunque determinerà una differenza della quota parte di ogni Comune. Poi toccherà ai consigli comunali approvare di nuovo il progetto di fusione rivisto e aggiornato. Si tratta di un percorso lungo, che difficilmente finirà prima di ottobre-novembre”.

La scadenza di legge per la piena operatività di Como Acqua, però, è fissata al primo ottobre prossimo. “Impossibile rispettare quella data – afferma secco il sindaco di Casnate – E’ già stata chiesta una proroga. Ma il vero punto è un altro e lo ribadisco: ora sono le segreterie dei partiti, è la politica che deve decidere in maniera netta e chiara. Serve dire un sì definitivo alla fusione e alla nascita del nuovo soggetto, oppure dire che non se ne farà nulla. Penso ovviamente che la prima ipotesi sia quella giusta, ma è necessario che su questo non vi siano più ombre”.

Un appello anche alla presidente della Provincia, Maria Rita Livio, che a fine 2017 spinse per chiudere la fusione sulla base delle perizie contestate dai big del centrodestra. “La presidente non ne faccia una questione politica – dice Bulgheroni – Alla fine i dubbi hanno trovato riscontro. Dovremmo ringraziare chi, in fin dei conti, ha chiesto approfondimenti che ora si rivelano utili per tutti”.

Per interventi: redazionecomozero@gmail.com

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