E’ arrivato in via Volta a Como letteralmente tra due ali di folla poco dopo le 14.30. Poi, dopo un incontro riservato con il prefetto Bruno Corda, con altri rappresentanti istituzionali comaschi e con gli autisti di Asf picchiati da un gruppo di stranieri lunedì sera, il neoministro all’Interno Matteo Salvini ha incontrato la stampa. E ha dato due notizie.
La prima riguarda alcuni dei 4 stranieri arrestati dopo l’aggressione ai due autisti di Asf: “Non prenderanno più l’autobus a Como. Dei 4 soggetti, uno non ottemperò a un decreto di espulsione e aveva precedenti penali.
Non fosse condannato martedì prossimo, sarà portato in un Centro per i rimpatri in attesa di espulsione. A un altro di questi 4 galantuomini aggressori è stata già revocata l’accoglienza, a un altro ancora con precedenti penali per droga non possiamo togliere la possibilità di fare ricorso. Era già stato arrestato per droga, ha fatto ricorso al Tribunale di Genova il 3 agosto 2017 ma da allora non c’è stata più notizia alcuna”.
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“Gli è già stata bocciata la richiesta di asilo – ha precisato il ministro – ma continua a fare ricorso. Bisogna tagliare i tempi e i costi. Tra 15 giorni arriveranno 250 nuovi operatori della Commissione prefettizie per sveltire le procedure”.
Salvini ha dunque ribadito che “due dei soggetti che hanno aggredito gli autisti erano già teoricamente espulsi, ma oggi serve un fogliettino per dire auto-espelliti. Ovviamente il fogliettino non basta, immaginate che fine possa fare. Stiamo lavorando anche su questo. Intanto ringrazio, Questura e Prefettura di Como e gli autisti stessi che sicuramente avrebbero preferito lavorare oggi pomeriggio piuttosto che essere qui”.
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Dopo l’incoronazione di Salvini, il colonnello Nicola fa il timido: “Aspettiamo”
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Salvini poi ha aggiunto che “uno dei soggetti preso a Como lo mandiamo a Torino o a Brindisi” per il rimpatrio.
Sul fenomeno dell’immigrazione in genere, Salvini ha aggiunto che “occorre chiudere o limitare il rubinetto a monte. Anche Angela Merkel ha detto che l’italia è stata lasciata sola ed è stato un errore, chiamerò Merkel per passare ai fatti. Penso a un’apertura dei centri sulle coste del Mediterraneo per vedere chi ha diritto di partire o non partire, spostare di là del Mediterraneo il confine”.
Poi Salvini ha confermato ha spiegato: “Oggi ho incontrato anche il sindaco di Como, Mario Landriscina, il vicesindaco e deputato locatelli e un altro deputato che sicuramente ci darà una mano al ministero dell’interno”, riferimento diretto a Nicola Molteni. Poi, a domanda specifica, ha chiarito “Stiamo componendo la squadra del ministero e mi piacerebbe davvero che fosse sottosegretario”. Insomma Nicola Molteni sembra il profilo perfetto.
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Qualche parola anche sui frontalieri e gli accordi fiscali tra Italia e Svizzera, intesa bilaterale sempre osteggiata dalla Lega. “Non mi fate intervenire su tutto, poi mi accusano di fare il ministro di ogni cosa – ha ironizzato Salvini – comunque saranno i parlamentari comaschi a occuparsene”. Di accordo fiscale “assolutamente dannoso, voluto dal precedente governo, per i frontalieri che si vedrebbero aumentare la pressione fiscale e per i territori di confine che si vedrebbero privati dei ristorni” ha parlato Molteni. “Quell’accordo non va bene – ha concluso – quell’accordo va cambiato”.