Nell’ultima seduta di consiglio comunale, a Como, si è parlato anche di tasse e imposte comunali. E’ un cavallo di battaglia della lista Rapinese Sindaco, che più volte ha accusato la giunta di centrodestra di aver tradito la promessa di abbassarle anche in virtù di un ordine del giorno approvato nel 2017 – 40 giorni dopo le elezioni – in si sosteneva che “l’amministrazione anno dopo anno tartassa i cittadini senza nemmeno riuscire a spendere i denari esatti”.
Il documento della lista Rapinese ottenne ben 26 voti favorevoli per l’approvazione e impegnava la giunta Landriscina “a valutare la riduzione delle tasse e un miglioramento della spesa”.
Pungolato sul vivo, ha risposto l’assessore al Bilancio Adriano Caldara che ha puntato il dito sulle giunte precedenti, in particolare citadino l’aumento dell’addizionale Irpef varato dall’esecutivo di centrosinistra guidato tra 2012 e 2017 da Mario Lucini.
“Vorrei sfatare quella che secondo me è una leggenda di cui si è parlato più volte. Ovvero quell’ordine del giorno del 25 luglio 2017 presentato dalla lista Rapinese – ha ribattuto Caldara – Nei eravamo in giunta da una settimana, dunque non poteva riferirsi a me, al sindaco Landriscina o ai miei colleghi quel passaggio in cui si diceva che anno dopo anno l’amministrazione tartassa i cittadini senza riuscire a spendere i denari esatti”.
“L’impegno di ridurre il carico delle imposte, siano esse l’addizionale comunale, l’Imu o quant’altro io lo porto ogni volta al tavolo della giunta come volontà politica anche seguendo quell’ordine del giorno del consigliere Rapinese. L’abbassamento delle tasse può sembrare quasi un lusso ma non lo è in termini generali, ma nel senso che giunte precedenti avevano alzato l’addizionale comunale dallo 0.2 allo 0.8 e quando si è arrivati a una spesa elevata e con questa spesa si danno servizi ai cittadini è effettivamente difficile. E comunque, in quell’ordine del giorno non c’era una promessa di abbassare le tasse ma di valutare l’abbassamento delle tasse. Questo lo facciamo, continueremo a farlo e spero di riuscirci”.
Per la precisione, la giunta Lucini mantenne invariata l’aliquota base dell’addizionale Irpef pari allo 0.2% per i redditi fino a 28mila euro, ma la portò fino al tetto massimo dello 0.8 a seconda degli scaglioni di reddito. Nel 2012 all’appello mancavano 14.5 milioni di euro al bilancio, anche a causa di una serie di tagli statali.
Un commento
Colpa di quelli di prima….(parte 1).
Da luglio 2017 a ottobre 2019 questa Giunta non ha fatto nulla di quanto aveva dichiarato in propaganda elettorale. Non solo non si sono ridotte le aliquote (come promesso a chi guadagna più di 28.000euro e oltre) ma.non si è fatto nient’altro. Per stessa ammissione del “buon” sindaco hanno provveduto solo ad asfaltature e parcheggi…
I baluba, anche se “perbene”, non riescono mai a distinguere tra la boriosa propaganda e la squallida realtà del loro operato. A volte meglio tacere…..si fa più bella figura.