Due metri di uomo e una tonnellata di fede (cristiana). Duro, senza perdere la tenerezza. La ben nota cattorivoluzione di Flavio Bogani è l’incarnato di scelte di vita, civili e religiose nette, coerenti al proprio credo.
Bogani, volto notissimo del volontariato cittadino, è in prima linea da anni per gli ultimi, i senzatetto e i migranti. Uomo di strada, con le braccia affondate nella miseria e nella malattia. Pensiero mai banale – comunque lo si giudichi – e attento all’altro con tale profondità e rigore da rispettare anche il più violento degli avversari. Timido ma capace di animare le piazze è stato il primo fondatore della mensa di Sant’Eusebio nell’estate del 2016, quando esplose l’emergenza migranti che portò all’apertura del Centro di via Regina.
Insomma, parliamo di un omone che ha scelto una strada e che la percorre, convinto che la risposta a ogni bisogno sia quella della Chiesa. Un metodo, e un’azione, alla don Giusto, parroco di Rebbio. Piacciano o meno, sono individui dalla caratura riconoscibilissima. Ultimamente Bogani ha spinto forte, di sicuro creandosi qualche problema all’interno della diocesi.
Il 2 aprile di un anno fa, durante un evento pubblico disse (sempre a proposito di senzatetto e migranti): “Occupiamo una chiesa”. Qualche mese dopo, 13 settembre, scrisse una lettera aperta al vescovo di Como, Oscar Cantoni: “Che vita vuoi donare se non offri due stanze?”. Quindi l’appello, il 26 ottobre: “Vescovo, partiti e sindacati aprano un dormitorio”.
Oggi con una lunga lettera inviata a ComoZero, spacca ancora una volta lo schema e di fatto annuncia la nascita di una lista civica. Mancano tre anni (salvo cataclismi) alle prossime elezioni comunali. E’ un manifesto politico a tutto tondo quello che pubblichiamo qui a fianco che non mancherà di scatenare il confronto. Attendiamo reazioni: redazionecomozero@gmail.com
Ecco la missiva:
Sabato 23, a Rebbio, un centinaio di cittadini, ha fatto una raccolta fondi per un progetto di riedificazione di muretti a secco. Una buona causa dove grazie alla formazione al lavoro, si riqualificano aree a rischio, riconoscendo al tempo stesso rispetto e dignità a giovani migranti disponibili ad apprendere questa arte che va scomparendo. Una serata dove la buona cucina e la musica popolare hanno fatto da cornice alle Associazioni Lachesi e Como Accoglie.
ALINA
Confesso che, a un certo punto della serata, tra un mestolo di pasta e fagioli e un piatto di riso alle mele, lo spettro delicato di Alina è tornato a farmi visita. Era agosto e nel caldo di Sant’Eusebio una sera vidi una giovanissima e spaventata donna eritrea; cercai di incoraggiarla con un sorriso e una carezza e per risposta la giovane urlò e scappò via.Restai attonito, credevo di aver fatto una cosa buona. Alcuni giorni dopo, il diacono eritreo che faceva da intermediario tra volontari e ospiti mi presentò la ragazza dicendo: “Ha abortito spontaneamente in stazione, è stata violentata in Libia e tu, bianco, l’hai toccata”. Restai senza parole, inerme e con tutte le mie buone intenzioni annichilite, frustrate.
La ragazza fece un timidissimo sorriso, mi offrì un cracker, ancora indigesto. Ricordo ancora il suo nome, gli occhi neri e profondissimi, non so dove oggi possa poggiare il suo capo. Sabato sera, durante una bella e colorata serata, per mio limite mi sono sentito un alieno, in mezzo a tanta gente positiva che vive per un mondo diverso.
MANGIAPRETI E CATTOBIGOTTI
Ho avuto bisogno di una lite con la mia amica Carolina, perché lei riuscisse a farmi intravedere uno spiraglio tra quel cracker e la pasta e fagioli. Provare a ripartire dal positivo di tante persone che quella estate hanno operato umanamente; gente di destra, sinistra, laici, mangiapreti, cattobigotti e papisti, no global e liberal. Una costellazione di umanità che ha saputo andare oltre le proprie convinzioni, spogliarsi delle proprie certezze.Una città che ha accolto la sfida della fragilità, di questi alieni di passaggio assurti a nemici della sicurezza, per essere persone migliori, per essere una comunità possibile. Oggi purtroppo non basta più raccogliere fondi, non basta più nemmeno essere generosi.
TRUCE POLITICA LEGHISTA, SINDACO IMPOTENTE
Quella bella Como subisce la mediocre angheria di un’assessora che punisce i poveri, invece di affrontare la povertà. Di un sindaco impotente di fronte a così tanta sicumera.Tutta la città è oggetto di miraggi di soldi facili e di un futuro radioso grazie al turismo, dimenticando le periferie. Più B&B a compensare un esile lavoro, meno università, politiche dove la famiglia è uno slogan e gli anziani, i giovani sono ricordati sporadicamente. Abbiamo tutti noi negli occhi baby gang, un papà che uccide i suoi figli di fronte alla paura e al suo limite.
Abbiamo le paillettes di una Como bellissima, dai palazzi agghindati di luce, dove rapaci marchi erodono piccole attività, laboriose, spesso a conduzione familiare. Abbiamo fatto il callo che quando non fa freddo si può dormire in strada, ma occhio all’arredo urbano. La cosa che più mi turba, sinceramente, non è la truce politica leghista in Como.
Mi turba pensare che di fronte a questa gestione miope e accidiosa, ci si rassegni ai piccoli segni (per quanto necessari, bellissimi e importanti). Non rassegniamoci alla condizione di essere impotenti. Non è più tempo di offrire cracker al nuovo mondo che avanza. La mia amica Carolina, mi ha posto uno scenario da sogno, da donare a mio figlio. E al suo.
DEVE NASCERE UNA LISTA CIVICA
Credo fermamente che sia il caso che le persone di buona volontà si costituiscano in una Lista Civica, facciano dono l’un con l’altro delle diverse provenienze culturali e politiche, come un dono, una occasione di vita che sa includere. Il confronto costruttivo alla base del rispetto e della libertà. Credo che il leghismo lariano non debba essere contrastato su basi polemiche o ideologiche.Serve andare oltre, essere luminosi e operosi, non contrastare, ma promuovere senza se e senza ma che essere buoni è giusto e umano, non di destra, non di sinistra. Ma serve cominciare ora, e non arrivare a scadenza mandato mendicando un voto, amministrare partendo dagli ultimi.
Perché chi parte dagli ultimi, non scorda proprio nessuno, nemmeno te. E allora parliamo alle nostre coscienze, ricordiamoci gli uni con gli altri, che questi alieni, questi invisibili (anche italiani, beninteso!) possono tirare fuori il meglio delle nostre vite.
ARMISTIZIO TRA DESTRA E SINISTRA
Sono convinto che la coscienza di un forzista e di un piddino, financo quella di un incallito fascistone e del suo antagonista rosso, possano e debbano riconciliarsi in un patto di concordia, di lealtà e benessere reciproco. Siamo tutti in cordata. Sono tempi bui? Sono occasioni straordinarie dove mettere in campo il meglio di noi!Prima, gli ultimi. Non è più tempo di pasta e fagioli. Serve un armistizio in questa città, un patto d’onore tra brave persone. E forse, anche il bimbo di Alina, avrà pur ben vissuto il sogno di una vita spesa per il bello. Grazie a voi. E grazie a chi ha provato ad aiutarmi.
Flavio Bogani
L’articolo che avete appena letto è stato pubblicato su ComoZero settimanale (nuovo numero in distribuzione ogni venerdì e sabato in tutta la città: qui la mappa dei totem.