Sebbene la questione della crisi idrica mondiale sia divenuta una voce quotidiana nell’agenda globale, c’è una data – il 22 marzo – che è stata scelta per celebrare questa risorsa, istituendo la Giornata Mondiale dell’Acqua (World Water Day).
Lo scenario attuale è allarmante e porta già in sé i segni di un disastro ambientale che denuncia una progressiva scarsità di acqua. Può sembrare paradossale dato che la Terra, detta non a caso “Pianeta Blu”, è ricoperta per oltre il 70% della sua superficie da mari e oceani. Di questa importante fetta però, il 97,5% risulta salata e, di ciò che resta, solo un’esigua porzione è di fatto utilizzabile per le attività umane.
L’acqua dolce quindi, nostra vera fonte di vita, è un bene estremamente prezioso e che parrebbe condannato a scarseggiare pericolosamente. Basti pensare che attualmente un abitante della terra su cinque non ha acqua potabile a sufficienza, ovvero 1,2 miliardi di persone! L’aumento demografico, la diffusione della coltura intensiva, l’espansione delle aree urbane, il galoppante cambiamento climatico sono alcuni tra i fattori concomitanti alla progressiva e inarrestabile distruzione perpetrata a danno degli ecosistemi d’acqua dolce del pianeta.
Istantanee dall’Italia
Anche nel nostro Paese, la disponibilità d’acqua diminuisce anno dopo anno, tant’è che il 15% della popolazione italiana, ossia circa otto milioni di persone per quattro mesi l’anno (giugno – settembre) è sotto la soglia del fabbisogno idrico minimo di 50 litri di acqua al giorno a persona.
“Il cambiamento parte da noi – spiega l’ingegner Enrico Pezzoli, presidente della società pubblica comasca che dal 2019 è Gestore Unico del Servizio Idrico Integrato – lo sappiamo bene in Como Acqua. Il nostro impegno, per quanto costante ed esteso all’intera Provincia di Como, non basta: la collaborazione dei cittadini è imprescindibile, e passa dalla responsabilizzazione e sensibilizzazione nell’uso di un bene – l’acqua – che è patrimonio vitale oggi ed eredità fondamentale domani”.
Cosa può fare il singolo? “Le trasformazioni, persino quelle epocali, possono prendere avvio da piccoli cambiamenti. Siamo chiamati tutti a contribuire al rispetto dell’ambiente, adottando nel nostro quotidiano abitudini capaci di innescare un circolo virtuoso”.
Un esempio? “Impariamo a chiudere l’acqua mentre ci laviamo le mani ed i denti. Preferiamo la doccia alla vasca da bagno, installiamo la cassetta del WC a scarico differenziato e un dispositivo di risparmio per i rubinetti. Se dobbiamo sostituire gli elettrodomestici propendiamo per modelli Energy Star. Avviamo poi lavastoviglie e lavatrice solo quando a pieno carico…In ultimo, interveniamo prontamente sulle perdite e, al contempo controlliamo con periodicità i contatori”.
E cosa può fare Como Acqua? “Direi piuttosto cosa già fa Como Acqua: il nostro “lavoro” è custodire l’acqua dalla sorgente fino a quando, dopo il suo impiego viene collettata in fognatura e depurata. Un servizio di qualità deve essere efficiente, e performante, ecco perché i nostri investimenti e le scelte strategiche puntano a rendere non solo la rete più capillare (creando infrastrutture ove non ci sono) ma anche a manutenerla nel tempo. Siamo una società giovane e, in quanto tale siamo propensi ad abbracciare nuove tecnologie nel nostro campo, che si tratti dell’impiego dei satelliti per la ricerca di perdite occulte, piuttosto che di droni per censire gli scarichi fluviali”.
Tecnologia a servizio della Natura
Se l’antropizzazione dell’ambiente spesso ha intaccato le risorse naturali, è altrettanto vero che talvolta l’intervento umano – quando ragionato – può essere un alleato per il nostro Pianeta. Un esempio è proprio il progetto “Seveso Stream” che nasce con l’intento di mappare l’intero corso del fiume Seveso tramite l’impiego dei droni per riconsegnare a questa risorsa fluviale sicurezza e salubrità.
Un progetto sinergico e che dimostra come l’impegno nella tutela dell’acqua sia un “gioco di squadra”: nel censimento sono infatti attivamente coinvolti, a fianco di Como Acqua, molti attori tra cui Regione Lombardia, Agenzia Interregionale per il fiume Po (AIPo) e Fondazione Lombardia per l’Ambiente (promotori dell’accordo), insieme a BrianzAcque e Gruppo Cap in veste di gestori del servizio idrico sui territori di Monza e Brianza e Milano.