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L’imprenditore Francesco Gentili: “Ecco perché voterò Barbara Minghetti al ballottaggio”

Mi chiamo Francesco Gentili e scrivo queste righe libero da vincoli ideologici, con la volontà di esprimere il mio pensiero, convinto che l’attenzione al bene della città sia precisa responsabilità di ciascuno. Anzitutto, al ballottaggio di domenica 26 giugno eserciterò il mio diritto/dovere di voto. Lo ritengo importante per il futuro della città in cui vivo e lavoro.

Sono un imprenditore che si è costruito un’azienda faticando e partendo da zero. Ammetto di essere un accentratore, nel mio lavoro. Molto diverse però le caratteristiche di chi si candida ad amministrare il bene pubblico: in questo caso, la capacità di fare squadra attorno a un progetto di sviluppo diventa fondamentale.

Per questo ho deciso di votare la candidata a sindaco Barbara Minghetti. Barbara è una persona seria, possiede una visione di città e mi ha convinto con le sue proposte. Como ha bisogno di alternanza e credibilità, quindi ho scelto la candidata che sa dialogare e non solo dire dei No, una persona che sa unire e non dividere. Per una città come la nostra è indispensabile costruire alleanze e relazioni anche al di fuori del contesto locale: Como deve tornare a fare rete su progetti che generino finalmente ricadute positive sull’intera comunità. Da sempre lavoro e dialogo con realtà internazionali che conoscono Como, amano il nostro Lago e non vedono l’ora di realizzare i loro sogni insieme a noi. Per questo, per lo sviluppo duraturo e la qualità della vita che i comaschi meritano, sostengo al ballottaggio di domenica 26 giugno la candidata Barbara Minghetti. Messaggio elettorale: committente Francesco Gentili

7 Commenti

  1. LA RIVOLUZIONE C’È GIA’ STATA

    V o t o M i n g h e t t i, non per certezza di fede o per un incoercibile sguardo ideologico. Ma perché a Como la rivoluzione è già passata, e insistere non sarebbe certo buon senso.

    La caduta degli dei, ossia della triade partitica del centrodestra che ha storicamente mancato il ballottaggio, è già avvenuta: possiamo quindi, come cittadini elettori, ritenerci soddisfatti, archiviarla e guardare al futuro. Il voto di protesta è giustificabile, e indispensabile, solo davanti a situazioni chiuse, bloccate. Non è questa la condizione politica che però la realtà di Como oggi mostra.

    Una Lista civica di sinistra, non nata ieri per l’occasione del voto, è stata capace di realizzare con vari partiti una promettente e larga intesa sia di percorso che di programma, sotto la leadership civica di una candidata donna. Vi sono dunque ulteriori elementi di grande novità: una lista civica non da burletta, intese a sinistra funzionanti tra lista civica e partiti, e quel nuovo “valore aggiunto” che un sindaco donna saprà comunque testimoniare nei fatti del governo.
    Non voler capire questo e sposare nuovamente l’oltranzismo antipartitico, è come mettersi a correre su una trave di equilibrio con una benda sull’occhio:
    si rischia di cadere facile e di farsi male parecchio, e per lungo e troppo tempo.

    La Città non mi sembra che debba impaludarsi con avventurieri esagitati, che ossessivamente, di giorno in giorno stiano lì a chiedere al proprio specchio:
    “Como delle mie brame, chi è in città il Sindaco più Sindaco del reame?”.

  2. A Lei sembra che il PD in questi anni di governo si sia preoccupato del bene pubblico?. Io credo che sia stato il più grosso disastro politico\economico dell’Italia Repubblicana ma contenti voi, io per l’età che ho posso stare alla finestra e guardare la fine igloriosa di questo Paese. Auguri.

  3. Questi spot per la donna-in-carriera sono fuori luogo e esagerati. Mica come ai miei tempi che c’era il carosello e poi tutti a dormire. Eh già… A che ora arriva la signora? Si le pastiglie le ho prese

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