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Como, dai residenti un no secco al parcheggio da 400 posti al Pulesin per il nuovo stadio: “Sarebbe il caos”

Era del tutto naturale: il progetto per rifare come nuovo lo stadio di Como – anzi, per ora un concept – non poteva che ingenerare dibattiti, opinioni e spesso anche pareri contrastanti. Anche a qualche distanza dall’impianto, tra l’altro, visto che per esempio, sul fronte della sosta, è prevista anche la realizzazione di un autosilo da 400 posti nella zona cosiddetta del Pulesin, praticamente all’altezza della rotonda che incrocia via per Cernobbio, via Borgovico nuova e via Bellinzona. Lì un’area di sosta a raso c’è già, ma verrebbe enormemente ingrandita.

Di seguito, proprio su questo punto specifico, ecco la lettera di un lettore, a nome di un gruppo più ampio di residenti della zona, che dice un fermo no all’eventuale arrivo del posteggio, pur apprezzando la ribadita volontà del Como 1907 di tenere in conto le opinioni dei cittadini e di avviare un iter costante di confronto e consultazione. Il testo a seguire, integrale (per pareri, opinioni, lettere, foto e video scrivere a redazionecomozero@gmail.com o al whatsapp 335.8366795 o alla nostra pagina facebook).

Spett.le redazione di Comozero,

leggiamo con preoccupazione dagli organi di stampa che, nell’ambito della ristrutturazione dello stadio “Sinigaglia”, si starebbe pensando di fare un parcheggio di 400 posti nell’area denominata “Pulesin” in via Bellinzona.

La scelta (parlo da residente della zona, anche a nome delle numerose persone incontrate in questi giorni) sarebbe assolutamente negativa per la cittadinanza, in quanto la zona risulta già congestionata dal traffico (traffico scolastico lavorativo dal lunedì al venerdì, traffico turistico/svizzero nel weekend e nei festivi).

Già scendere o salire da/per via Bellinzona fino alla rotonda da cui parte via per Cernobbio significa quasi sempre mettersi in colonna: figuriamoci con un parcheggio di 400 posti – l’autosilo Valduce ne ha 515, quindi a spanne si intuisce quali conseguenze possano derivare da una simile opera.

È stato fatto uno studio sull’impatto tout court di una tale opera, in termini di ricaduta sulla collettività?

Perché non pensare, per esempio, di ingrandire/migliorare parcheggi situati in zone più strategiche per la viabilità (quello di Tavernola zona Gran Mercato, vicinissimo all’uscita autostradale, per esempio, oppure quello della Ticosa)?

Si prenda esempio dalla gestione dell’Atalanta, tanto citata come paradigma in tema di efficiente ristrutturazione.

Certo, le sfide per il rinnovamento del Sinigaglia sono forse più ardue rispetto a quelle di Bergamo, data la molteplicità di fattori da considerare, ma la proprietà è partita col piede giusto, manifestando apertura verso i pareri della comunità.

E meno male, perché va ricordato che i primi e gli ultimi beneficiari di questa opera sono i proprietari del Como Calcio, checché ne dica l’amministrazione comunale – a tal proposito, è inquietante notare l’urgenza con cui il sindaco ha bisogno di demandare ad altri (=privati) la gestione del “panem et circenses”: asili nidi, scuole, mense, calcio…

Per far sì che il progetto avanzi, è necessario contemperare le esigenze di tutta la cittadinanza.

Altrimenti, c’è sempre la possibilità di costruire un efficientissimo stadio ex novo in periferia (un esempio su tutti: la Johan Cruijff ArenA di Amsterdam),

cordiali saluti,
Lorenzo Pellegrini

“Le critiche al nuovo stadio di Como solo da chi disprezza il progresso. I veri ecomostri sono i palazzi attorno”

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