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Como, la politica ridotta a fatto personale e gli esempi luminosi: due lettere nate dai fatti di questi giorni

Le polemiche scatenate dal voto contrario della lista Rapinese Sindaco alla mozione per intitolare un luogo di Como agli Angeli di Ponte Chiasso – voto scaturito da diretta indicazione del primo cittadino – e poi dal video di attacco ai giornali sempre da parte del primo cittadino, ha innescato una serie di riflessioni che vanno oltre i fatti specifici. E riguardano, più in generale, un clima generale che si respira in città. Di seguito, a questo proposito, pubblichiamo due riflessioni giunte in redazione rispettivamente dall’ex consigliere comunale Luigi Ciullo e dalla nostra lettrice Amanda Cooney (per segnalazioni, contributi, foto e video scrivere a redazionecomozero@gmail.com).

LA LETTERA DI LUIGI CIULLO

QUANDO LA POLITICA DIVENTA UN FATTO PERSONALE
Associazione Carducci, Stadio, Asili-nido, Luna Park: solo alcuni esempi di inconfutabile deterioramento dei metodi dell’amministrazione cittadina. Questo trova eclatante conferma persino in intolleranze verbali verso le minoranze politiche e i cittadini singoli e associati. Dimostrazioni palese dell’incapacità di trovare risposte nel rispetto delle sensibilità e in considerazione delle parti in causa.

Per conseguire qualsivoglia risultato operativo, condizione essenziale dovrebbe essere spogliarsi dei propri rancori e delle proprie velleità personali, dimostrandosi tolleranti e attenti alle motivazioni altrui, mai pretendendo spettacolari umiliazioni.

Occorre chiederci, infatti, come possa concludersi una mediazione con chi diffida di tutti, non risponde alle domande, è sempre alla ricerca di soddisfazione e nega dignità alle proposte migliori fino all’insulto personale. Come pensiamo, infatti, che si possa dialogare con persone egocentriche e vendicative al punto da accogliere solo la passiva accettazione di obbedienti collaboratori, non tollerando alcun parere in contraddittorio?

Con tutta la comprensione della sofferenza di coloro che tentano di rappresentarsi come gli uomini della provvidenza, ma non riescono neppure ad elaborare i propri vistosi limiti, ritengo che relazionarsi con questo tipo di soggetti sia operazione assai ardua. Ovvero, facile per chi accetta la sottomissione per finalità diverse rispetto all’interesse della collettività; quasi impossibile per chi viva il senso della propria rappresentanza con spirito di servizio, dignità di ruolo e desiderio di beneficio sociale e individuale equamente riferibile all’intera comunità.

A titolo di recente esempio: il Conservatorio, vittima emblematica dell’ennesimo conflitto, dopo aver registrato la volontà a lui favorevole da parte del Comune, nel suo ruolo terzo tenta invano di mediare tra due litiganti la cui disponibilità da una parte non c’è mai stata e, di conseguenza, pare completamente esaurita dall’altra.

La personalizzazione delle scelte che eccede purtroppo annulla e contraddice anche le migliori intenzioni. E per Como, oggi, questo è un problema serio e ineludibile.

LA LETTERA DI AMANDA COONEY

“Essere fiduciosi in tempi difficili non è solo ingenuamente romantico. Si basa sul fatto che la storia umana è una storia non solo di crudeltà, ma anche di compassione, sacrificio, coraggio, gentilezza. Ciò che scegliamo di sottolineare in questa storia complessa determinerà la nostra vita. Se vediamo solo il peggio, distruggiamo la nostra capacità di fare qualcosa. Se ricordiamo quei tempi e quei luoghi – e ce ne sono tanti – in cui le persone si sono comportate magnificamente, questo ci dà l’energia per agire e almeno la possibilità di mandare questa trottola di mondo in una direzione diversa” – Howard Zinn, storico americano

Non concentriamoci sui leader autoritari, egocentrici e autocompiaciuti di questo mondo di cui la storia è disseminata. Sono le piccole persone, i piccoli uomini.

Spostiamo il nostro sguardo e la nostra attenzione sulle persone gentili, coraggiose, auto-sacrificanti e compassionevoli di questo mondo e della storia. A persone come Giuseppina Panzica, Gavino Tolis, Paolo Boetti, grazie per esservi comportati magnificamente.

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