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Punti di vista

Como Nuoto-Pallanuoto Como, l’inespugnabile Fin e le parole del Comune che possono aiutare tutti

Una premessa è doverosa: benché legittimamente qualcuno possa pensare a teorie, complotti, macchinazioni e partigianeria, questa testata – sempre – ha seguito, segue e seguirà la disfida Como Nuoto-Pallanuoto Como in maniera del tutto disinteressata rispetto al vincitore. Le passioni anche feroci che la battaglia dell’acqua ha acceso si sono riversate per il loro stesso impeto su queste pagine, mai è avvenuto il contrario. Anzi, se proprio vogliamo, quando altrove addirittura si negava la possibilità che le due società – di cui una nata dalla “carne” dell’altra, e questo già aiuta a capire perché l’incendio era inevitabile – qui si titolava come si vede qui sotto, in rosso.

Como Nuoto vs Pallanuoto Como: c’è il bando per viale Geno. E’ un derby storico

Avevamo intuito la portata della sfida, insomma.

Chiarito questo, ora il derby storico per la sede di viale Geno – vinto da Pallanuoto Como – si sta trasformando in una brutta ferita per la città. Benché lontanamente, esiste persino il rischio che la questione possa sfuggire di mano e finire in qualche eccesso foriero di ulteriori spiacevoli strascichi.

Ma perché è accaduto questo?

In estrema sintesi, per un motivo di cui non sta a noi sindacare la fondatezza giuridica ma che almeno da osservatori è facile definire. E quel motivo è che di fronte a una richiesta di verifica da parte di Como Nuoto sulla reale consistenza degli elenchi degli atleti agonisti forniti come documento di gara da Pallanuoto Como, il Comune non ha potuto procedere all’approfondimento.

Viale Geno a Pallanuoto Como, c’è una “bomba” sotto l’assegnazione: la Fin ha negato i dati per le verifiche

La ragione, ormai arcinota, è che a due richieste partite dagli uffici dell’amministrazione verso gli uffici della Federazione Italiana Nuoto, che quegli elenchi ha fornito, quest’ultima ha negato la possibilità di accesso a tali dati adducendo la motivazione di essere un soggetto di personalità giuridica privata e come tale non soggetto agli obblighi di cui alla legge sul procedimento amministrativo che norma anche l’accesso agli atti.

Sia chiara una cosa: non è la “semplice” richiesta in sé di verifica inoltrata da Como Nuoto che autodetermina qualche ombra di irregolarità sulla documentazione di Pallanuoto Como, la quale anzi rivendica l’assoluta veridicità e fedeltà dei famosi elenchi, mostrati anche in un video.

Però, nello stesso tempo, appare come minimo esorbitante questa apparente inviolabilità delle “casseforti” della Fin, questa autorità assoluta nel negare a una pubblica amministrazione l’accesso a dati di una rilevanza così importante per una gara pubblica. Il che non significa che la Federazione Nuoto rivendichi poteri che non ha: suona però strano che non esista uno strumento tecnico, giuridico, amministrativo che permetta a un ente pubblico di poter accedere a questi incartamenti al fine di procedere a una verifica di tale rilevanza.

Ecco, allora forse a una domanda serve ancora una risposta. E quella risposta, che dovrebbe venire in maniera chiara ed esaustiva dal Comune, è: anche ammessa la ragione della tesi Fin secondo cui, vista la rivendicata personalità giuridica privata e quindi non soggetta alla legge 241/1990, davvero non esiste un modo per bypassare legalmente e tecnicamente questo radicale diniego? Siamo di fronte a un’autorità della Fin così assoluta, invalicabile, inespugnabile da poter mettere a tacere le richiesta di un’amministrazione comunale soltanto con due mail di diniego? Magari sì, ma almeno sapere su quali basi Palazzo Cernezzi si trovi davvero di fronte a un potere di rifiuto così totale e al di sopra di qualsiasi altra ragione, aiuterebbe a calmare gli animi (pur senza dimenticare che sull’esito del bando si sono già espressi Tar e Consiglio di Stato).

Perché al contrario – e cioè se invece emergesse che anche una sola strada esiste per poter ottenere quegli elenchi della discordia – il Comune la percorra a garanzia sua, delle richieste di verifica di Como Nuoto e anche della stessa Pallanuoto Como, altrimenti esposta a un’ingiusta e aleatoria campagna del sospetto che potrebbe essere spazzata via una volta per tutte.

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6 Commenti

  1. Il Comune ha chiesto a FIN i dati di entrambi i partecipanti al bando e non li ha ottenuti per nessuna delle due società.

    Quindi Como Nuoto è nella stessa situazione della Pallanuoto Como: vergognoso come vogliano far passare una sola parte come inadempiente.

  2. Un plauso a chi ha scritto un bando prevedendo di assegnare punteggi sulla base di parametri non verificabili. Possibile che uno non si ponga la domanda prima di redigere il testo? E l’assessore competente prima di apporci la firma non si è posto il dubbio?
    Possibile che tutto ciò renda nullo il bando stesso? Immagino avvocati che si fregano le mani fiutando l’opportunità…

  3. Soluzione semplice: il comune chiede la lista degli agonisti, la concorrente prende la letterina del comitato FIN con i soli nomi dei tesserati agonisti, percorre la A9, la consegna in comune e 10 minuti dopo prende giustamente le chiavi. A lui la daranno come l’hanno data all’altra concorrente.

    Alternativa: questo non accade e le chiavi non le prende più. E gli interrogativi diventano antipatici.

    Facile, facilissimo. Perfino per il comune di como.

  4. Nulla di cui stupirsi. È la burocrazia attualmente imperante che copre tutto con la sua onnipresente e onnisciente forza.
    Scriveva un grande letterato…. A quei tempi non è che le grida mancassero…… Anzi diluviavano….. e se qualche effetto producevano…… Era quello di render la vita dell’uomo comune… Ancor più grave e ingiusta…
    Dopo 400 anni siamo nella stessa identica situazione.

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