Esiste(va?) una coalizione politica di centrodestra, una volta a Como. Era quella sorta al principio del 2017, formata da Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega e lista civica “Insieme per Landriscina”, tutti a sostegno – ovviamente – dell’allora candidato sindaco Mario Landriscina. Il quale, poi, le elezioni le ha vinte. E passiamo all’oggi, tramite alcuni punti.
1) Fratelli d’Italia e Forza Italia vogliono, anzi battono i pugni per avere un nuovo dormitorio permanente in città destinato ad accogliere almeno i senzatetto regolari che affollano portici e vie del centro. La Lega dice un no categorico e invalicabile e nemmeno ipotizza di trattare su un tema che – opinione di chi scrive – potrebbe essere davvero l’unico a determinare una crisi definitiva e il voto anticipato.
2) Nel 2018, Forza Italia esce dalla giunta pur restando in maggioranza ma giocando al tiro al piccione contro il sindaco, che pure ha contribuito ad eleggere, pressoché su ogni argomento. Ora la stessa Forza Italia tratta per rientrare nell’esecutivo con i due assessori di una volta anche se nessuno capisce bene su quali basi politiche, con quali accordi amministrativi (tipo: sul dormitorio appena citato, come la si mette?) e con quali donne e/o uomini.
3) Nel volgere degli ultimi 8 giorni, due assessori, uno espressione della lista civica “Insieme per Landriscina”, ovvero Marco Galli, un altro figura di fiducia diretta del primo cittadino, ossia Vincenzo Bella, ingaggiano una sorta di kung fu a distanza circa le rispettive responsabilità del disastro piscina di Muggiò, chiusa da un anno e a oggi ancora senza concrete prospettive di riapertura.
4) Uno dei punti principali dell’intero mandato della giunta, il recupero della Ticosa, vede Fratelli d’Italia e lo stesso sindaco assolutamente decisi a tirare diritto sul trasloco del Comune nell’ex area industriale, mentre Forza Italia ha bombardato in ogni modo quell’ipotesi a colpi di no assoluti.
5) Sulla vicenda Pallanuoto Como-Como Nuoto meglio stendere un velo pietoso perché nessuno – forse nemmeno la stessa amministrazione – sa esattamente che cosa sia accaduto, cosa stia accadendo e cosa accadrà.
Cinque punti, se ne potrebbero aggiungere altri a piacere, ma possono bastare.
Le domande finali, dunque, sono semplici e conseguenti: partendo dal presupposto che oggi la giunta di Palazzo Cernezzi sembra un peschereccio senza guida nel mezzo della tempesta perfetta, esistono ancora le segreterie politiche (cittadine e provinciali) dei partiti? Esiste qualcuno a monte delle arene di palazzo che sappia dire una parola, esprimere una posizione ufficiale, prendere una posizione di fronte a questo profumo di naufragio, o che almeno intenda comunicare non tanto a noi, quanto agli 80mila residenti di Como, che vita ha e avrà l’amministrazione che oggi sembra in balìa degli eventi e di gruppi ferocemente avversi piuttosto che di alleati?