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Punti di vista

“Con tutti i problemi che ha la città di Como, siamo sicuri che lo stadio sia il problema principale?”

Nel vasto dibattito sul futuro dello stadio Sinigaglia di Como, ospitiamo la nota dell’ex consigliere comunale comasco Luciano Grammatica, ora esponente di Patto per il Nord (per contributi, lettere, repliche scrivere a redazionecomozero@gmail.com).

Luciano Grammatina, al centro della foto

Pensieri ad alta voce sullo stadio Sinigaglia

Purtroppo siamo arrivati al punto di non ritorno. Dobbiamo ringraziare l’amministrazione comunale per la situazione attuale di stallo sullo stadio di Como. Penso che servano più riflessioni in merito e vadano discusse non nei salotti riservati come fatto fino a ora dall’amministrazione Comunale e dal Calcio Como 1907.

L’area e lo stadio Sinigaglia sono un patrimonio della città di Como e dei cittadini di Como e questo deve essere un punto fermo da cui partire. Di conseguenza vanno coinvolti tutto gli attori e non solo chi ha maggiore interesse.

La prima considerazione da fare è se il gioco vale la candela, come si diceva una volta: un’opera cosi impattante per l’area attuale e forse tutta la città è nell’interesse della città stessa?

Siamo in una città che necessita di aree verdi (vogliamo parlare degli attuali giardini a lago e dei tempi in cui saranno terminati?), che ha parcheggi carenti, una viabilità critica e una pessima gestione del turismo, eppure con tutto questo non riusciamo a guardare oltre la costruzione dello stadio.

Certo a tutti piace vantarsi dello stadio con vista lago, della sua bellezza etc etc. Ma nel 2025 possiamo ancora permettercelo? Per alcuni questo pensiero sarà un’eresia ma senza il Calcio Como in serie A, la città di Como potrebbe sopravvivere? Perché a oggi mi sembra che questo sia diventato il problema principale.

Crediamo che la situazione ottimale sia quella di un confronto aperto dove gli attori non pongano ricatti (o lo facciamo li come vogliamo noi, o ce ne andiamo), ma che si ragioni sulla soluzione migliore. Per le caratteristiche attuali della città uno stadio nuovo, all’avanguardia, con i servizi che la società calcio Como richiede per potere avere degli utili in futuro, può essere costruito solo in periferia.

Perché diciamo questo? Perché sarebbe la soluzione ottimale per la città e i cittadini, riqualificare un’area in periferia e costruire una struttura adeguata alle esigenze. Magari facendola rientrare in quel progetto di cittadella dello sport a oggi fallito. Le aree disponibili per un’operazione stadio potrebbero essere la piana di Lazzago e forse l’ex area Consorzio Agrario in via Scalabrini, zone con la ferrovia adiacente e l’ingresso autostradale nell’arco di un chilometro.

Altrimenti, provocazione per provocazione, vista la gestione fallimentare della riqualificazione dei giardini a lago, andiamo oltre: spostiamo lo stadio su quell’area e, dove esiste l’impianto ora, facciamo i nuovi giardini a lago compresi nell’area stadio, riqualificando tutte le strutture esistenti dalla Canottieri, Mila, e Hangar fino ad arrivare a Villa Olmo. Troppo? Forse, ma visto che la società attuale del Calcio Como chiede molto, è giusto che in cambio dia molto. Se vogliamo osare, osiamo in grande.

Patto per il Nord non è contro o a favore del rifacimento dello Stadio Sinigaglia ma chiede un dibattito vero, aperto a tutta le città e che si decida nell’interesse di Como, un dibattito concreto veloce con dei tempi precisi che porti a una soluzione ottimale per tutti. Per come hanno governato fino a oggi, il sindaco, la giunta e il consiglio comunale non sembrano in grado di gestire da soli una operazione di questa portata. Prova ne sono tutte le operazioni intraprese in questi due anni su asili, scuole, associazioni e per ultimi i giardini a lago. Guardiamo le delibere attuate e le conseguenti sconfitte nei tribunali. Senza dimenticare le cronache di questi giorni che arrivano dal Comune di Milano.
Luciano Grammatica
Patto per il Nord Como

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