A volte si bisticcia e ci si lancia reciproci paragrafi al veleno – con il peso delle proporzioni, naturalmente, ne siamo consci – ma alla fine se vivi nel mondo dell’informazione a Como e dintorni, de La Provincia non puoi oggettivamente fare a meno. E non solo per la storia ultracentenaria del quotidiano o per l’ampiezza onestamente incomparabile della copertura delle news sul territorio, ma anche per avere a volte un barometro di come vanno le cose della politica tramite uno specchio riflesso che non sia il tuo. E questa volta, va ammesso, rincuora poter fare sponda sul giornale di via Paoli senza essere noi come di consueto i soli con la testa fuori dalla trincea per dare conto dell’ennesima vergogna che si sta consumando a Como città. E naturalmente – ma forse non c’era bisogno di dirlo – questa assurdità riguarda la concezione del sindaco Alessandro Rapinese e dei suoi assessori rispetto alla trasparenza verso i media, verso la città e i cittadini, e in ultima istanza verso il concetto stesso di democrazia che (non) alberga da quelle parti, come dimostra la sostanziale cancellazione dei consigli comunali dal 21 dicembre scorso a oggi manco fossimo un villaggio sperduto in Alaska.
L’ennesima prova della distruzione del Comune di Como inteso come pubblica istituzione e come casa di vetro dell’intera comunità, per trasformarlo in una sorta di trofeo personale, o al massimo di partito, dove chi ha lo scettro se ne infischia di ogni rapporto trasparente verso l’esterno (inutile star qui a rivangare l’incredibile assenza di un ‘reale’ ufficio stampa, i giornalisti con i telefoni bloccati, i ban via social, le testate nella lista nera, il mutismo dei consiglieri di maggioranza, la chiara sensazione di diktat pendenti su gran parte degli assessori rispetto a chi può parlare e a chi no, le assemblee pubbliche cancellate…), dicevamo, l’ennesimo segnale giunge da una prova di correttezza de La Provincia che però nello stesso tempo è rivelatrice dello stato delle cose. Non è semplice da scovare questo indizio, ma è assolutamente inappuntabile e, quando trovato, lampante. Tra l’altro, si tratta dello stesso modus che preghiamo i lettori di considerare virtualmente valido anche per noi anche se non lo mettiamo nemmeno nero su bianco, visto che più volte – ovviamente in maniera informale e amichevole – ci è stato confermato da esponenti dell’amministrazione che per chi fa parte del cerchio magico del sindaco parlare con ComoZero è come toccare i fili dell’alta tensione (unica eccezione gli eventi dove si partecipa di persona e ci si trova volenti o nolenti faccia a faccia, occasioni in cui si è tutti persone e basta e non mancano momenti di normale e sincero confronto).
Detto tutto questo, andiamo al dunque. Il dettaglio rivelatore di ciò che qui si segnala ormai da quasi due anni è la seguente frase che ricorre ormai da giorni al fondo degli articoli de La Provincia che trattano di amministrazione e segnatamente di opere pubbliche e cantieri: “Contattato in merito alla situazione, non è stato possibile avere un commento dall’assessore Maurizio Ciabattoni”. Oggi 3 marzo 2024 l’inciso chiude un articolo sulle strade cittadine martoriate da buche e scavi, ad esempio. Ieri 2 marzo, sul caso dei lavori apparentemente fantasma alla scuola di via Longhena, appariva nella forma seguente: “Contattato telefonicamente, l’assessore ai Lavori pubblici Maurizio Ciabattoni non ha fornito aggiornamenti”. Il 28 febbraio precedente, dopo il cedimento di un controsoffitto alla scuola media in via Cuzzi, la formulazione era leggermente variata nella forma ma non nella sostanza: “Contattato in merito all’episodio, non è stato possibile avere un commento dall’assessore ai Lavori pubblici Maurizio Ciabattoni”. E chissà quante altre volte ce lo siamo perso (non nel caso del servizio sulle piscine chiuse a Como realizzato dal Tg3 Lombardia, dove era stata fatta la stessa puntualizzazione nel corso del filmato).
Insomma, pare di capire che – oltre a Rapinese che ha tolto la voce a noi dall’estate 2022 e a La Provincia da fine 2023 – l’allineamento sulla consegna del silenzio produca i suoi effetti a cascata (soprattutto sui cittadini, privati della possibilità di conoscere correttamente ciò che accade nel loro Comune). Per il quotidiano di via Paoli siamo ancora a livello da dilettanti – non vorrei sbagliare ma con noi Ciabattoni non ha mai parlato a prescindere, nemmeno una sola volta dalle elezioni a oggi e nemmeno nelle rare volte in cui abbiamo cercato un contatto visto il clima respirato subito, forse eleggendoci immediatamente a livello “nemico pro” – ma la questione resta molto indicativa. Indicativa di cosa? Di una situazione semplicemente inaccettabile, spacciata per normalità, che forse solo una città placida e indifferente come Como può accettare e tollerare. Ma chissà che qualche occhio non si apra, prima o poi, su questa distopica realtà comasca.
29 Commenti
Il fatto che il Sindaco VIETI a chiunque dei suoi, giunta e maggioranza, qualsiasi interlocuzione con l’esterno, media ma non solo, dimostra la paura del Sindaco che un qualsiasi virgolettato possa scatenare polemiche, attacchi, mozioni, etc. Dietro tanta sicurezza e tracotanza c’è la paura dell’uomo solo al comando. Lascia però perplessi l’atteggiamento del quotidiano di via Paoli che ha osannato, celebrato e incensato il Sindaco fino all’altro ieri
LAPPROVINCIA del curial direttorissimo “io so io e voi…”
Quel giornale?
Devo dire che l’unica risposta sintetica e valida viene da una donna : LUISA
Bravissima Pollice in sù
E.V.
Ricordatevi quello che predico: A BREVE l’ASSESSORE CIABATTONI CADRA’ NELLA RETE “RAPINIANA…”, cioè lo solleverà dall’incarico, per giustificare le Sue manchevolezze…
o…no?
No, non penso. Finché sei allineato rimani al tuo posto.
Avete rotto con queste storie. Lasciateli lavorare, a noi non interessano le vostre beghe. A noi interessa vedere i cantieri che partono e la città che stá cambiando.
Dove ?
Basta che apra gli occhi !!
Dove ?
Nei cantieri aperti relativi a progetti delle precedenti amminmistrazioni ?
Cumasch rapifan…..
1) Chi gli impedisce di lavorare? 2) La città sta cambiando? Forse, ma non in meglio
Ahahahah il Rapifan sceso da Marte. Ma svegliaaaaaaaa
Guardati in giro sembra di stare a Beirut!
Portate pazienza, non vi resta che aspettare ancora tre anni e tre mesi !!! Trovatevi qualcosa da fare, siete sempre i soliti che scrivete, organizzatevi un torneo di carte…
Mi associo a Mario, attendere e poi agire, nel frattempo inutile continuare con i soliti che dicono le solite cose, quanta ipocrisia e commenti non tutti in buona fede, chissa’ perche’ i quotidiani in oggetto vengono snobbati, come si permette ??????? nessuno lo sa naturalmente………………………………..
La libertà? La libertà di parola? La libertà di stampa? Per fortuna che non ha la capacità di comunicare telepaticamente, altrimenti non potremmo neanche più pensare quello che ci suscitano le sue azioni.
Ma sono consapevoli di cosa significhi essere dei personaggi pubblici? Oppure dei politici ( polis)?
È un tuo preciso dovere , anche se oneroso, avete un colloquio/ confronto con la gente che , oltretutto, paga il tuo stipendio con le proprie tasse
E che stipendio…
condivido e complimenti!!!
Dopo aver letto questo articolo su Comozero, ho trovato questo articolo online. E senza voler mancare di rispetto a nessuno o di scomodare qualcuno, bisogna ammettere che esistono dei precisi parallelismi con l’attuale situazione dell’amministrazione locale – basta sostituire la parola ‘nazione’ con ‘comune’ o ‘Como’. E bisogna chiedersi se i comaschi sono veramente disposti ad accettare una forma di governance che abbia ben poco da fare con una piena democrazia. Comunque, bisogna anche fare i complimenti a Comozero che sembrano essere gli unici cane di guardia della democrazia locale tra i giornali.
Ecco alcuni stralci dell’articolo:
I leader autoritari vogliono che le persone siano così rassegnate e senza speranza e che sentano che il loro destino è quello di trovarsi in situazioni politiche prive di ‘agency’ e di diritti, da arrendersi…
I governanti autoritari di maggior successo sono quelli che sanno come giocare su quel “noi”, facendo di sé stessi l’incarnazione della nazione di quel “noi”. Spesso dicono: se attaccate me, attaccate l’intera nazione.
L’uomo forte è un leader autoritario che non solo danneggia o distrugge la democrazia, ma utilizza la mascolinità tossica e arrogante dell’uomo forte come strumento di governo.
Usano anche le minacce come mezzo per mantenere il potere e controllare le persone. Il loro è un tipo di mascolinità che riguarda il dominio, il possesso degli altri e si collega a una visione del mondo in cui questi leader hanno una concezione proprietaria del potere.
Un tema comune tra i leader uomini forti è che si presentano e incoraggiano l’idea di essere la figura del salvatore, e che solo loro possono fornire le soluzioni per salvare la nazione. Si atteggiano a modernizzatori (promettendo nuovi e massicci sviluppi edilizi) e allo stesso tempo incanalano la nostalgia e si appellano a un passato idealizzato in cui la loro nazione era grande. Attirano le persone facendo leva su fantasie di grandezza e potere.
Dal punto di vista della personalità, i leader autoritari tendono ad avere problemi di rabbia: sono tutti paranoici, narcisisti, molto aggressivi e amano umiliare gli altri.
Questo porta a certi stili di governo molto disfunzionali e pieni di turbolenze. Così creano dei santuari interni attorno a sé, affidandosi a una manciata di seguaci fidati e acquiescenti. Hanno bisogno di questo santuario interno per mantenere i loro segreti. Ma tutti gli altri vengono umiliati, licenziati e riassunti. Quindi i loro governi non sono affatto stabili.
Le loro personalità sono impulsive e a volte pensano di essere Dio e di essere infallibili. Prendono decisioni affrettate che non vanno bene per la definizione delle politiche. In definitiva, i loro governi sono molto distruttivi e instabili, anche se il mito degli autoritari è che si tratta di uomini che prendono il comando e che porteranno pace e stabilità.
Incoraggiano il culto della personalità, attualmente molto abilmente attraverso l’uso dei social media. Così si promuovono come un uomo qualunque che può entrare in contatto con chiunque. Allo stesso tempo devono essere superman, devono essere uomini al di sopra di tutti gli altri uomini. Hanno bisogno di essere qualcuno che sia onnipotente e che possa farla franca.
Una delle ragioni della loro popolarità e del loro successo (e del fallimento della democrazia liberale nel contenerli) è che gli autoritari riescono a far sentire le persone incluse e a dare loro un senso di comunità. Sono stati più bravi in questo con raduni e canti che possono sembrare superficiali, ma che fanno parte di una cultura politica. La democrazia liberale non è mai stata così abile in questo. I leader autoritari sono in grado di creare un legame emotivo. La democrazia liberale si basa sulla ragione e non sulle emozioni.
Un modo per salvaguardare la democrazia dai leader autoritari è quello di avere un numero sufficiente di articoli giornalistici che si concentrino sui sostenitori dei leader autoritari (le società di pubbliche relazioni, gli studi legali, la stampa acquiescente, ecc.) Bisogna svergognarli e farli uscire allo scoperto, e questa è una cosa che avrebbe un effetto pratico, rendendo questi autoritari dei paria.
Ruth Ben-Ghiat, docente di storia e italianistica alla New York University e commentatrice del fascismo, dei leader autoritari e della propaganda e delle minacce che essi rappresentano per le democrazie,
Anche a livello nazionale non siamo così lontani da quelle situazioni.
O meglio , chi vota “certa gente ” spera di arrivarci.
Anche a manganellate…..
La giunta è suddita del sindaco ?? E la stampa di chi lo è in questa città ?? Chi non ha peccato scagli la prima pietra…
Prima di tutto non parlarono con ComoZero e fui contento, perché ho sempre creduto che Emanuele Caso e Davide Cantoni fossero radical-chic vicini al piddì.
Poi non parlarono con quelli de La Provincia e stetti zitto, perché mi stavano antipatici i preti.
Poi chiusero centri civici e assemblee di zona e fui sollevato, perché a Como si mangia alle 19,30, poi Striscia la Notizia e tutti a dormire sul divano.
Poi non convocarono più i consigli comunali e io non dissi niente, perché non ero comunista.
Un giorno avevo voglia di capire cosa stesse succedendo nella mia città e non era rimasto più nessuno a raccontarmelo.
Però su Espansione TV il sindaco mi ha promesso che asfalteranno proprio fuori da casa mia. E a CiaoComo hanno detto che il vaso di ragù che avevo spedito in redazione era davvero ottimo.
😉
È quasi censura..
Ed invece la città è piena di buchi
Purtroppo dipendono al 100% da RN. I loro redditi dipendono dal “lavoro” che svolgono in Giunta, le variazioni di reddito da prima della nomina a dopo di quanto sono variate? Quindi giu’ la testa ed obbedire. Poi silenzio il nemico ascolta.
L’isolamento e il mutismo selettivo rappresentano la più evidente dimostrazione di debolezza dell’attuale amministrazione comunale. Si tratta, a mio avviso, delle prove inconfutabili non solo del dilettantismo, che di per sé può suscitare persino tenerezza, ma dell’indisponibilità a dichiarare pubblicamente il fallimento di tutti i progetti annunciati dal Sindaco. Evidentemente, essi sanno bene che rendere conto in Aula o alla Città equivale ad ammettere che per il bene comune sarebbe meglio dimettersi tutti. Considero persino benevola tale considerazione nei confronti della Giunta Rapinese, in quanto essa presuppone una qualche dignità residua dei protagonisti della peggiore stagione politica comasca dal dopoguerra ad oggi.
L’aspetto curioso non è l’ostracismo verso giornali e giornalisti o verso, più semplicemente, chi non è d’accordo con lui ma la trasformazione di Rapinese d’Opposizione in Rapinese Sindaco. I Consigli Comunali vissuti da Rapinese d’Opposizione come un palcoscenico alle sue esternazioni, alcune assolutamente doverose, altre, a dire il vero assai stiracchiate, Gli interventi a mezzo stampa utilizzati da Rapinese d’Opposizione per ribadire le sue esternazioni sui Sindaci e sugli Assessori, alcune politiche altre al limite dell’insulto personale. Interventi sempre in prima fila e se non c’era posto anche in seconda fila, polemizzava perfino con nome e cognome in bella mostra con i commentatori di CZ, ricordate? Oggi Rapinese Sindaco non convoca i Consigli Comunali e non rilascia dichiarazioni alla stampa. Perché? Perché evidentemente non è in grado di argomentare nulla in risposta a qualsiasi critica sia delle opposizioni sia dei giornali. E se non è in grado di argomentare nulla che spieghi le ragioni delle sue decisioni, è proprio convinto di governare bene? Mah…
PS. Complimenti. Splendido articolo.
Penso che sia lecito dubitare della buona fede degli interventi oppositivi di un consigliere comunale che, diventato sindaco, neghi, derida e mostri fastidio di fronte alle analoghe iniziative dei suoi colleghi e dei cittadini. Il silenzio stampa e la metamorfosi kafkiana da lei citata aggiungono dubbi sulla sincerità delle motivazioni in favore del bene comune ancor prima che di sé stesso.
Piuttosto che dare adito a polemiche.
“Meglio tacere e dare l’impressione di esser stupidi, piuttosto che parlare e togliere ogni dubbio!”