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Punti di vista

I cammini e la storia di Como dimenticati. Sindaco, ministro: il j’accuse (pieno di passione) di Ambra Garancini è per voi

Riceviamo e più che volentieri pubblichiamo una lunga lettera di Ambra Garancini, Presidente IUBILANTES ODV e RETE DEI CAMMINI APS, che – ci permettiamo – dovrebbero leggere tutti, anche coloro che di cammini, passeggiate ed escursioni tra natura, storia e architettura non se ne intendono o non hanno mai sentito parlare.

E questo perché la riflessione, pur sempre con il tono caldo della passione e senza un solo eccesso verbale, è da un lato una magnifica panoramica sulle attività delle associazioni e sulle meraviglie del territorio, e dall’altro diventa una denuncia forte, sincera, dettagliata sul disinteresse, sulle disattenzioni, sulle lacune e le assenze del mondo istituzionale a vario livello, di fronte a tanti tesori: dal Comune di Como al ministero della Cultura e del Turismo, a tutta la rete di enti territoriali distratti o incaponiti in interessi politico-particolari e dunque, in fin dei conti, dannosi. 

Di seguito il testo integrale di Ambra Garancini.

Si parla moltissimo, in questo periodo, di “cammini”, di riscoperta lenta del territorio, di turismo di prossimità, sostenibile ed “esperienziale”.

Ma, mentre in tutta Italia ferve l’interesse per questo particolare approccio al territorio, e si moltiplicano i cammini, stupisce l’assenza del territorio di Como e del Lario comasco dal quadro dei cammini italiani. Sulla base della lunga e specifica competenza dei due sodalizi comaschi, IUBILANTES ODV e RETE DEI CAMMINI APS, da me presieduti, vorrei sottolineare il paradosso di Como e il suo difficile rapporto con i cammini.

Colpisce, innanzi tutto, la clamorosa assenza di Como, del Lario, e dell’intero territorio della pianura lombarda centrale dall’ATLANTE DEI CAMMINI D’ITALIA prodotto dal MIBACT dal 2016, come “catalogo” ufficiale dei Cammini d’Italia.

IUBILANTES e RETE DEI CAMMINI, che nel 2015 aveva suggerito al Ministro Franceschini di indire il 2016 come anno nazionale dei Cammini, avevano seguito la gestazione dell’Atlante dei Cammini e fornito consigli (richiesti, ma non seguiti), dati e foto (le foto della via Spluga e di San Fedelino escono in gran parte dai nostri archivi). Cammini storici come la Via Regina, la Via Francisca o il Cammino di San Pietro erano stati inseriti inizialmente, su nostra proposta, nel nuovo portale come “cammini in progress” con un solo punto in meno rispetto al punteggio necessario per l’ammissione ufficiale immediata.

Ma poi il portale è stato cambiato, si è trasformato in una pletora di dati poco leggibili e poco efficaci nella grafica e nella resa cartografica. Insomma, un portale , più che un “Atlante” , che purtroppo ha confuso cammini e inserito cammini non sempre rispondenti ai criteri iniziali.

Un esempio, clamoroso: la storica Via Priula, anzi, strada Priula (Morbegno-Passo San Marco-Bergamo) ha “inglobato” , nell’Atlante, la Via Francisca (Chiavenna – Casenda frazione di Samòlaco) e la parte nord della Via Regina, e così ora la celebre antichissima chiesetta di San Fedelino, legata al martirio di San Fedele e prototipo del Romanico lombardo, compare assurdamente come monumento della Via Priula.

Un errore? No di certo. Questa invece è una delle eclatanti prove della forza di attrazione politica esercitata sulla geografia dei cammini da parte di Sondrio, Lecco e Valtellina, che, a differenza di Como e del Lario occidentale, hanno ben capito la positiva azione esercitata dai grandi cammini e dalle grandi infrastrutture di mobilità lenta sull’economia dei piccoli borghi.

A questa forza attrattiva poco o nulla risponde dalla parte occidentale del Lario e da Como, il nostro silente e ineffabile capoluogo.

E se aggiungiamo anche la forza attrattiva di Varese, da poco anch’essa impegnata nella riscoperta di grandi cammini storici, a Como e al Lario occidentale non resta che il ruolo di vaso di coccio fra i vasi di ferro di manzoniana memoria.

La risposta di Como e del Lario occidentale resta frammentaria. Si enfatizzano location cinematografiche, ville di star e e greenway lariane, ma si ignora volutamente che queste ultime di fatto ricalcano tratti della antica Via Regina, riscoperta e studiata, come è noto, dalla Società Archeologica Comense, a cui si deve anche il grande merito della riscoperta della Strada Regia nel triangolo lariano.

Iubilantes, dal canto suo, ha cercato di contrastare questa tendenza particolaristica utilizzando altri contatti istituzionali, nel ruolo di partner di progetto, ha fatto focus sul vero grande cammino del nostro territorio lariano: il grande asse storico della Via Spluga/via Regina. Lo ha rilevato, riconnesso e riproposto come potenziale itinerario culturale europeo nell’ambito del progetto “I Cammini della Regina. Percorsi transfrontalieri legati alla Via Regina”, realizzato nel Programma di Cooperazione Transfrontaliera INTERREG Italia-Svizzera 2007-2013 a cui, capofila POLIMI COMO, hanno partecipato importanti partner pubblici locali e prestigiosi istituti di ricerca. Il progetto ha prodotto in particolare un portale, www.viaregina. eu con il geoportale http://viaregina3.como.polimi.it/ViaRegina/ unico in Italia, interattivo, con dati turistici aggiornati e con mappe e tracce GPX scaricabili. Il percorso della Via Regina è tornato leggibile e praticabile; attraverso il passaggio del Bisbino (Cernobbio) e il passo di San Jorio la Via Regina è stata ricollegata al Ticino e alla via Gottardo….

Ma le istituzioni deputate alla valorizzazione culturale e turistica del nostro territorio hanno continuato a tacere.

Siamo allora passati a valorizzare l’intera tutta l’antica via delle Alpi centrali, da Coira al Po, attraverso lo Spluga. Una via che ha segnato il limes dell’espansione romana verso il nord e il fulcro del Sacro Romano Impero, ha collegato per secoli le città del Reno con Milano, con la pianura padana e, di fatto, con Roma e che per secoli fu percorsa anche da pellegrini jacopei e romei.

Per questo, nel 2015 abbiamo chiamato l’intero asse Via Francigena Renana. Fu, certo, via imperiale di Roma e del Sacro Romano Impero; ma fu anche via di diffusione del cristianesimo (l’Isola Comacina sul Lario e la Diocesi di Coira, la prima dell’area retica) ma anche via del romanico e dei “maestri comacini”, via di pensatori e riformatori (Lutero, Erasmo da Rotterdam), scrittori e poeti (Huygens, Goethe, Andersen, Browning, Conan Doyle …), pittori del “sublime” romantico (Turner), viaggiatori del “grand tour”.

La Via Francigena passa quindi da Como e da Milano. Transitante per lo Spluga e con punti tappa nodali Coira, Chiavenna, Como, Milano e Piacenza, la via Francigena “renana” è realmente un perfetto continuum “francigeno” (proveniente dalle terre franco-germaniche). La valle del Reno e la Valle del Po sono certamente i paesaggi culturali che portano a pieno titolo questo cammino nel cuore della identità culturale europea. Ma tutto questo Como non vuole saperlo.

Abbiamo cercato di dare voce e volto a questo grande itinerario: la FRANCIGENA RENANA è ora sul sito del TOURING CLUB ITALIANO.

È anche sul sito turistico di Regione Lombardia (nella seguente pagina: https://www.in-lombardia.it/it/visitare-la-lombardia/turismo-religioso-lombardia/itinerari-religiosi/via-francigena-renana).

La Via Spluga, tratto nord della Via Francigena Renana, è già inserita nel ministeriale Atlante dei Cammini.

Infine, la Via Regina, tratto lariano della Via Francigena renana, Iubilantes l’ha fatta interamente inserire nel progetto “LinC – Lombardia in Cammino tra reale e digitale” in corso di realizzazione, nella seguente pagina: https://www.camminidilombardia.it/via-regina e il suo tratto da Como al Sacro Monte di Ossuccio è stato inserito dalla Rete dei Cammini nel “Devoto Cammino dei Sacri Monti”, il grande cammino di 700 km con cui Regione Piemonte ha collegato i 9 Sacri Monti prealpini. La relativa guida, a cura di Franco Grosso, vicepresidente della Rete, e di Renata Lodari, presidente Ente di Gestione dei Sacri Monti, è in corso di stampa per i tipi di LIBRERIA GEOGRAFICA per la NATIONAL GEOGRAPHIC e sarà presentata il 20 settembre a Civate (LC) nell’ambito del Festival IMMAGIMONDO.

Infine in questo difficile periodo Iubilantes, nell’ambito del progetto della Rete “Ri-camminiAMO… il nostro Paese” e in collaborazione con la Cooperativa Imago di Dongo, dedica alla via Regina tutte le proprie uscite con brevi tratti ad anello e con piccoli gruppi, in sicurezza antiCOVID. Prossima uscita 21 agosto.

Ed ecco quindi il paradosso: Como si conferma come HUB e collettore di grandi cammini transalpini: la Via Francigena renana e la via Gottardo, ad esempio…Ma le istituzioni e gli enti di gestione turistica continuano ad ignorare il tema.

Iubilantes, che nelle relazioni con il Comune di Como svolge il ruolo di rappresentante del Coordinamento delle Associazioni per l’Ambiente e la Mobilità, ha sempre interloquito sottolineando questo importante ruolo della città, ma, purtroppo, con esito operativo deludente e inconcludente da parte del Comune capoluogo di Provincia.

Le istituzioni deputate al territorio si negano al confronto più ampio e rispondono solo ad interessi particolari e locali.

Ma negando i nostri cammini in questo modo miope, ci stanno negando la nostra storia e la nostra identità culturale.

Perché, piaccia o non piaccia, sono proprio i cammini, e specificamente i grandi cammini, la cartina di tornasole dell’identità di un territorio e il punto di forza della sua vera valorizzazione.

Cammino di Santiago e Via Francigena insegnano.

Ne parliamo finalmente?

Ambra Garancini –  Presidente IUBILANTES ODV e RETE DEI CAMMINI APS

NOTA Le riflessioni soprastanti nasco dall’esperienza di due Enti che hanno sede in Como, e che proprio in Como e da Como offrono, unici in Italia, specifica esperienza di cammini storici e mobilità lenta: IUBILANTES, attiva da 25 anni e premio EUROPA NOSTRA (Commissione Europea) 2014 per la sua attività a tutela e valorizzazione dei cammini locali, nazionali ed europei, e RETE DEI CAMMINI, da oltre dieci anni impegnata sui cammini nazionali. La Rete dei Cammini, di cui Iubilantes è co-fondatrice, annovera come soci quasi 30 Enti non profit di tutta Italia impegnati nella valorizzazione / nella gestione di altrettanti cammini. Soci della RETE sono, ad esempio , il MUVIS (MUSEO VIA SPLUGA ed ECOMUSEO) di Campodolcino oppure l’Associazione POZZO SELLA ONLUS, co-fondatrice e presidente della Fondazione del Cammino Minerario di Santa Barbara in Sardegna. Iubilantes e la RETE DEI CAMMINI siedono come co-fondatrici al tavolo nazionale di AMODO (Alleanza Mobilità Dolce) insieme a Kyoto Club, Legambiente, Italia Nostra, WWF, TCI e molte altre “major” dell’ambientalismo e del turismo di qualità italiano, e hanno dato vita, con il POLIMI e presso il POLIMI, ad E-SCAPES, l’Osservatorio dei territori attraversati dalle connessioni lente. Insomma, le due Associazioni hanno il polso dei cammini italiani. E hanno fatto di Como un punto di riferimento sul piano degli studi e delle ricerche sui cammini in Italia e in Europa.

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