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“In diretta dopo 8 ore al Pronto Soccorso del Sant’Anna tra scene surreali e un confronto col Kenya”

Disavventura, tra la notte di domenica 19 maggio e la mattina di oggi lunedì 20, per il nostro lettore Stefano Rossi di Como che per un’urgenza ha dovuto accompagnare la moglie al Pronto Soccorso dell’ospedale Sant’Anna di San Fermo. Dove, però, la coppia è rimasta in attesa per 8 ore tra momenti difficili, scene surreali e uno sconsolato ‘paragone africano’ conclusivo. Pubblichiamo di seguito il racconto [per segnalazioni, lettere, foto e video scrivere a redazionecomozero@gmail.com, al whatsapp 335.8366795 o alla pagina facebook].

Gentile redazione di ComoZero,
vi scrivo in diretta dal pronto soccorso dell’ospedale Sant’Anna, uno dei fantomatici “fiori all’occhiello” della tanto decantata sanità lombarda.

Sono qui per accompagnare mia moglie, accidentalmente scivolata in discesa mentre faceva una tranquilla passeggiata domenicale in montagna. Sebbene assai dolorante a un ginocchio, è riuscita con estrema fatica a tornare alla sua auto e, ancora più faticosamente, a guidare per decine di chilometri sino a raggiungermi dove mi trovavo per lavoro. Il ginocchio è in pessime condizioni (pur non essendo medico, di infortuni articolari un po’ me ne intendo in quanto ex giocatore dilettante e attualmente allenatore di basket), così optiamo per il pronto soccorso.

Che la domenica sera non sia il luogo ideale da frequentare ne eravamo consapevoli, ma mai ci saremmo aspettati di vivere tribolazioni di ogni tipo (lungi dall’essere concluse mentre sto scrivendo).

Nonostante la sofferenza, evidente pur se dissimulata con fierezza – grave errore, a posteriori me ne rendo conto – e la completa inabilità nel piegare la gamba come nel caricarvi anche solo il minimo peso, al triage una sbrigativa infermiera (perché non un medico?) classifica la situazione in codice bianco: nessuna urgenza, problema trattabile dal proprio medico in ambulatorio (la domenica sera?).

Questo ci sta condannando a un’attesa infinita, che definire surreale è poco. Oltre otto ore di attesa, senza che anima viva ci dicesse alcunché per le prime sei ore (ho dovuto chiedere cortesemente alla stessa infermiera del triage, la quale mi ha segnalato altre potenziali ore prima di essere esaminati e/o visitati).

Ovviamente, col passare del tempo in posizione seduta, mia moglie soffre sempre di più. Il tutto nella completa indifferenza del pochissimo personale presente, e in triste compagnia di altre persone che come noi soffrono invano da ore. Caso limite quello di un anziano signore, qui da solo e con chiari segni di demenza senile, in pronto soccorso da oltre quattordici ore e aiutato poco fa da me e da altri presenti a rialzarsi da una rovinosa caduta a terra (parcheggiato su una sedia a rotelle, quanto tutto ciò che chiede con garbo è una semplice barella per potersi sdraiare, negatagli con forza dalla “solita”, unica infermiera in zona anche dopo aver battuto la testa sul pavimento causa perdita di equilibrio).

Non bastasse, davanti a tutti sono passate alcune persone in chiaro stato di alterazione – violenta e non – scortate dalle forze dell’ordine. Sperando non ricapiti, o almeno non a breve, in caso di future visite al pronto soccorso vedrò di suggerire a mia moglie di commettere qualche potenziale reato “preventivo”, così magari i tempi di attesa saranno sensibilmente inferiori (sono sarcastico, sia chiaro).

In attesa di capire cosa accadrà a mia moglie, chiudo con un’amara constatazione. Lo scorso gennaio, da neosposi ci siamo recati in Kenya per un viaggio di vacanza e volontariato insieme. Nelle zone rurali interne al paese, dove la povertà è evidente, visitando un dispensario abbiamo rilevato che per una visita ortopedica (senza macchinari diagnostici, è chiaro) c’era circa un’ora di attesa a paziente. Nella “civile e avanzata” Lombardia, le ore sono quasi nove.
A ognuno le proprie conclusioni.

Grazie dell’attenzione, e cordiali saluti.
Stefano Rossi (Como)

Post Scriptum: dopo il primo messaggio delle ore 6.03, il lettore ha inviato un aggiornamento alle 8.30: “Siamo ancora in pronto soccorso (quasi undici ore), e ci hanno segnalato che prima delle 10 mia moglie non sarà visitata. A saperlo prima, neppure ci saremmo presentati”.

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35 Commenti

  1. Ho preso una scorciatoia nell’esprimere un pensiero.
    Allora viva il ramo del parlamento del centro destra con tutti i rappresentanti e le loro funzioni da parlamentari.

  2. Abbiamo ormai una sanità da terzo mondo, in parte in ragione del tentativo in corso di dare tutto in pasto ai privati, ma i commenti di alcuni operatori del settore alle disavventure del lettore, dimostrano implicitamente come la scarsa qualità del servizio dipenda anche dalla scarsa qualità di molti professionisti della medicina.
    O forse siamo così assuefatti allo schifo da considerare normali attese eterne per ottenere qualsiasi prestazione medica, l’incompetenza dilagante, la boria di chi porta un camice.

  3. La sanità DEVE diventare PRIVATA così in tanti potranno accomodarsi alla mangiatoia….. PRONTO SOCCORSO di Menaggio dicono sia INUTILE (Sanità Pubblica) senza considerare quanti potrebbero essere visitati in tempi accettabili e alleggerire Sant’Anna…. I nostri politici senza preparazione, senza visuale se non la propria poltrona… Mi raccomando: continuiamo a votarli

  4. lo scopo di portare la sanità pubblica è uno solo privatizzare la sanità, dove chi potrà si farà un’assicurazione e per chi non potrà sarà un calvario !

  5. mi chiedo come mai l’utente che, come egli sesso afferma, non è un medico e di conseguenza non ha competenze in materia si arroghi il diritto di giudicare chi debba svolgere le operazioni di triage o stabilire quali siano le priorità di assistenza; chi si lamenta del “tu”dovrebbe sapere che che viene utilizzato apposta per tranquillizzare il paziente (da evitare invece arroganza e maleducazione). Detto questo, capisco che per chiunque è prioritaria la propria situazione ma bisognerebbe mettersi dalla parte degli operatori, spesso in carenza di organico e costretti a turni massacranti ed a riposi saltati. Consiglio poi, prima di recarsi al pronto soccorso per un caso non urgente, di contattare il servizio di Continuità Assistenziale (ex Guardia Medica) operativo tutti i giorni dalle 20:00 alle 08:00, ed H24 nei giorni festivi e prefestivi, tel. 116117

  6. Non c’è un Giornalista (si, Maiuscolo) che assolva al suo dovere professionale e ricostruisca, passaggio per passaggio, politico per politico, le ragioni e gli obiettivi di questo sfascio della sanità pubblica? Perché si tratta di dire nomi e cognomi, atti e omissioni.Tutto il resto è noia.

    1. Poniamo anche che non sia colpa del governo attuale. Ma quali sono i progetti di questo governo in merito alla sanità pubblica. La bionda o Salvini ne hanno mai parlato? Esiste un ministro della sanità? Se c’è non si vede.

      1. Con la riforma costituzionale del 2001 la gestione della sanità è a totale appannaggio delle regioni. Il sistema sanitario pubblico in Lombardia è stato via via depotenziato dalle amministrazioni regionali di destra che si sono succedute: Formigoni (1995-2013 ben, quattro mandati!, Maroni (2013-2018) e Fontana (2018- ).

  7. E’ noto da tempo che il pronto soccordo del principale ospedale provinciale abbia letteralmente assunto le sembianze di un girone infernale, inutile fingere di non vedere.
    Non attribuisco direttamente le responsabilità di questa penosa situazione agli addetti (infermieri e medici) bensì a chi ha il dovere, ha la funzione di gestire la sanità a livello provinciale e regionale.
    Ricordate che avere accesso alle cure mediche è un diritto sacrosanto riconosciuto dalla Costituzione.

      1. “mi chiedo come mai l’utente che (…) non è un medico e di conseguenza non ha competenze in materia si arroghi il diritto di giudicare chi debba svolgere le operazioni di triage o stabilire quali siano le priorità di assistenza”.
        Quindi stabilisce lei le urgenze o le stabilisce un medico? (possibilmente in tempi “accettabili”)

        1. di preciso dovrei avrei scritto che stabilisco io le urgenze? assegnare i codici di priorità è compito dell’operatore di triage, stabilire chi sia l’operatore di triage NON E’ compito dell’utente che si reca in PS, stabilire se l’operatore di triage abbia le competenze per farlo NON E’ compito dell’utente che si reca in PS.
          Mi pare semplice da capire

  8. Il triage in pronto soccorso è compito dell’infermiere che, adeguatamente formato e con esperienza, possiede tutti gli strumenti per svolgere efficacemente il suo compito. Da nessuna parte nel mondo viene svolto da un medico (non so in Kenia..). Assegnare un codice bianco ad un trauma articolare è una sottostima, in ogni caso il paziente va valutato periodicamente e nel caso si innalza il codice colore. Se la paziente lamentava un forte dolore,sembra strano che non sia stato somministrato un antidolorifico, che è competenza del triagista che si attiene a dei protocolli condivisi così come inviare in visita ortopedica tramite fast track. Probabilmente il caso si poteva gestire meglio, tenendo conto però che la situazione del personale (numerica e qualitativa) è in costante peggioramento.

  9. Il degrado della sanità, sempre più evidente! Serve una radicale poi organizzazione in primis! Ormai tutto venduto ai colossi privati, l’ importante è il bisness! Avanti con il ponte e olimpiadi! Denaro pubblico c le strutture, poi demolite! Evviva i dirigenti dei “piani alti” ! Propaganda x la corsa a Bruxelles……

  10. Gente che va al pronto soccorso con una storta o con il raffreddore e poi si indigna se deve aspettare ore. Io li avrei tenuti in sala d’attesa fino alle 9 del mattino del lunedì e poi gli avrei detto “ha visto che non è morta? Fra mezz’ora apre il suo medico di famiglia vada da lui come le abbiamo consigliato ieri sera”.

  11. Sabato 6 aprile sono entrata al PS del S.Anna alle 18, con radiografia già effettuata privatamente, e un piede rotto. Sono riuscita a lasciare il PS alle 9 dell’indomani, domenica mattina: 15 ore passate in un vero girone dantesco. Ho vissuto esattamente quanto descritto sopra… Non è umano. Non c’è dignità nell’essere trattati in questo modo, ancor più perché in un momento di sofferenza… Ho preferito cercare di dimenticare quella nottata terribile, ma resta assolutamente vergognoso. Tanto più che pare che nessuno di coloro che dovrebbero farsi carico di questa situazione stia minimamente cercando dí risolverla. E’ così, punto. Terribile.

  12. Buongiorno, vorrei condividere con voi quanto successo pure a me mercoledi 08/05. Primo pomeriggio mio padre, persona che ha avuto una encefalite erpetica con conseguente necrosi di una zona del cervello destinata alla memoria breve, ricorda a sprazzi gli ultimi minuti, per lui ogni mattina e’ il 29 giugno 2022, prende diversi medicianali, tra cui antiepilettici e calmanti, dopo la presentazione, era al paesello ad attendere il bus per accompagnare mia madre in valduce per una fisioterapia la ginocchio, ha avuto un mancamento ed e’ caduto di faccia, via con SOS e, per mia sfortuna, scelgono sant’anna anziche valduce.
    E’ rimasto dalle 16 alle 22 in attesa, la sera non aveva preso le sue medicine quindi dalle 20 iniziava a scalpitare, poi mi diventa quasi ingestibile, cosi chiedo ad un “dottore” quanto ancora avremmo dovuto aspettare. Il “dottore” si avvicina a mio padre, seccato dal disturbo, e gli chiede cosa fosse successo, al che alla risposta candida “Non lo so” mi guarda trionfante dicendomi “vede che non sta bene la botta e’ seria”. Ho contato mentalmente fino a 10000, non volendo finire sui giornali, e gli ho spiegato la patologia di mio padre dicendo che se almeno si fossero degnati di intervistarmi avrebbero saputo che era una persona, non dico da precedenza, ma non da tenere fermo oltre 6 ore in attesa con ferite al volto non indifferenti. Dopo la figuraccia fatta si e’ addolcito e ha valutato in circa altre 4 o 5 ore l’attesa.
    Bon, lo porto, nessuno si e’ nemmeno degnato di farmi firmare i moduli, credo lo stiano ancora cercando.
    Mattina successiva ore 8 Valduce, PRESO al volo e fatto checkup completo e rattoppato controllando anche la cura cambiando un dosaggio di un farmaco.
    Inutile dire quanto il “dottore” e’ stato non professionale e quanto il sant’anna sia diventato una ultima spiaggia solo se stai morendo.
    Se questa e’ la “mala”sanita’ lombarda…..

    1. Qualche anno fa in ferie a Boavista mi viene 1 infarto vengo indirizzata a Dakar x gli eventuali accertamenti vengo ricoverata 8 GG in attesa di rientrare in Italia col medico reanimatore arrivo a Malpensa dove mi aspetta la croce bianca e poi al San Anna di Como x le prassi del caso mi posteggiano in 1 angolo e dopo 4 ore di attesa firmo x venire a casa della disperazione fortunatamente non mi e successo nulla di grave ma x 1 infarto sono stata curata meglio a Dakar che al San anna

  13. È inutile anche commentare… prevedo qui sotto la solita divisione in fazioni ultrà. Chi si indigna per le ore di attesa, ecc e chi se la prenderà con il signore e la moglie perché avrebbero dovuto andare a casa , mettere il ghiaccio, andare dal curante il giorno dopo (ammesso fosse giorno di ambulatorio), farsi fare una impegnativa per una visita ortopedica, lastra ed eventuale ecografia, contattare il cup, prendere appuntamento tra 4 mesi, (oppure il mattino seguente a pagamento), e quelli che la
    Buttano in politica… resta il problema che se è sacrosanto gestire con diverse priorità i casi che arrivano in pronto soccorso in base alla gravità, è altrettanto sacrosanto quantomeno venire visitati per essere rassicurati ed indirizzati correttamente

    1. Oltre alle lunghe attese, riscontro purtroppo peria esperienza professionale, che medici ed infermieri trattano i malati dando del tu (manco fossimo amici o parenti) e soprattutto con distacco e quasi arroganza, umanità ZERO

      1. Certo, avanti così con il mito dell’uomo (o della donna) forte al potere.
        Avete studiato? Vi ricordate cosa sia il Parlamento e quali siano le sue funzioni?

      2. Con la riforma costituzionale del 2001 la gestione della sanità è a totale appannaggio delle regioni. Il sistema sanitario pubblico in Lombardia è stato via via depotenziato dalle amministrazioni regionali di destra che si sono succedute: Formigoni (1995-2013 ben, quattro mandati!, Maroni (2013-2018) e Fontana (2018- ).

        1. Ad onor del vero i tagli alla spesa sanitaria sono iniziati con il governo Monti. Gli ultimi governi regionali sono stati incapaci di gestire i minori soldi e il calo dei professori sanitari.

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