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Punti di vista

“Le critiche al nuovo stadio di Como solo da chi disprezza il progresso. I veri ecomostri sono i palazzi attorno”

Il tema stadio – dopo la presentazione del nuovo progetto da parte del Como 1907 – fa inevitabilmente discutere. Era ovvio: il progetto, che lo di ami o lo si detesti per quanto si è visto finora in ciò che è soltanto un concept senza elementi specifici, potrebbe cambiare per decenni il profilo di una delle zone più pregiate di Como. Per questo noi abbiamo aperto a pareri e opinioni (sempre se in termini civili e argomentati, ovviamente) per discutere della questione. La mail come sempre è redazionecomozero@gmail.com.

Ecco di seguito, dunque, la lettera di un lettore che tra l’altro – anche in risposta alle durissime critiche dell’architetto Attilio Terragni – ribalta la visione. Il testo a seguire.

Da quello che si vede il problema non è il nuovo stadio, che di certo sarebbe rimodellato con cura e sensibilità (ara fa abbastanza schifo e senza un criterio logico). La proprietà da quello che si legge vuole il dialogo con Como e i comaschi per rendere la struttura migliore, accogliente e moderna, cosa che in Italia non ha precedenti. Penso all’ arroganza di Milan, Inter, Roma e via dicendo dove l’ unico scopo è costruire uno stadio nuovo per monetizzare.

Lascio la risoluzione delle problematiche di burocrazia, spese di investimento, manutenzione, e quant’altro alla vostra comunità ma tutto può essere risolto con il buon senso e la logica. Avete avuto una botta di c… che questa famiglia indonesiana zeppa di soldi abbia deciso di investire su Como che non è esattamente il centro del mondo.

I veri ecomostri sono quei palazzoni intorno al Sinigaglia e di certo, tra i maggiori critici di questo progetto, ci sono proprio i proprietari di questi immobili che, poverini, potrebbero non avere più la loro bella veduta sul lago. Ma questo è un ragionare da singolo, non da comunità, in cui un individuo rinuncia a qualcosa di suo per un bene comune.

Poi ho letto altre idiozie di eventuali danni a patrimoni artistici, fatte da persone che si arrogano il diritto di pontificare, solo perché sono discendenti di artisti che hanno artisticamente arricchito la città, ma che vogliono difendere solo i propri interessi e manifestano un disprezzo verso un progresso che in questo caso sembra sano. Un conservatorismo sciatto e vomitevole.
Sarebbe un peccato cedere a queste maschere. E profondamente ingiusto.

Spero troviate la forza per quello che è giusto fare.
Con rispetto
Marco Maurich

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