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Lettera di Simona: “Statale Regina, il semaforo a Griante e i due ciclisti irresponsabili. Mi sono permessa…”

A volte si può perdere così tanto la pazienza da arrivare a segnalarlo alla redazione. E’ quanto accaduto alla nostra lettrice Simona, per esempio, che ieri è transitata in auto da Griante – tratto regolato dal semaforo per i lavori della Variante della Tremezzina – ma si è imbattuta in un episodio poco piacevole che ci segnala (e che, a dire il vero, in tema di disciplina dei ciclisti sulle strade, propone anche una questione più generale). Pubblichiamo la breve lettera di seguito (per segnalazioni, opinioni, foto e video scrivere a redazionecomozero@gmail.com).

Gentile redazione,
scrivo per raccontare cosa mi è accaduto ieri transitando sulla strada lariana da Menaggio a Como. Premetto che percorro ogni giorno la strada lacustre per lavoro. Alle ore 12.00 di ieri (sabato 15 aprile) a Griante nel tratto a senso unico alternato, interessato dai lavori di realizzazione del muro a lago, io ed altri automobilisti ci siamo trovati di fronte ciclisti (2) che provenivano nel senso opposto di marcia e che non hanno rispettato il semaforo. Mi sono permessa di epitetare questi irresponsabili come “deficienti”. Credo che un atto del genere non abbia giustificazioni e/o scusanti.
Cordiali saluti.

Cantù amica dei ciclisti: posati i cartelli che invitano le auto tenere una distanza di un metro e mezzo

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21 Commenti

  1. Hai ragione perché è facile dire che quello in bici è quello più debole , andando su a Magreglio e facile trovare qualcuno in bici che le regole non le rispetta , le regole vanno rispettate da ambedue le parti ma non sempre e così , certe volte l’arroganza prevale sul buon senso e poi succede l’irreparabile .⁷

    1. io abito a Zelbio. Tutta l’estate è un gran viavai di ciclisti, che io rispetto ( e ammiro per la fatica che fanno). La strada è stretta e piena di curve, ci vuole tanta pazienza, anche perché superarli in curva potrebbe essere pericoloso. A Sormano e Asso hanno messo il cartello – superare a 1,5 metri- . Ma chi ha messo quel cartello dovrebbe provare, di domenica, a salire da Longone a Zelbio. C’é la linea continua, non si può passare!! Tutti in coda dietro al gruppone!!

  2. Vogliamo parlare della strada per SanFermo? Dove ci sono le curve e due piccole gallerie c’è sempre dietro o un ciclista anziano che arranca in mezzo alla strada ondeggiando oppure uno più giovane ma senza le mani sul manubrio al cellulare che conversa come se fosse al bar!

    Poi, dovesse mai succedere che vengano investiti, poveriiiiiiini, erano sempre prudentiiiiii, son capaci di farsi risarcire come ligi alle regole!

      1. ahahah Mario+

        dalla risposta un po’ “piccata” sembra tu sia uno dei ciclisti dietro le curve sulle strade del lago, la prossima volta ti saluto. Ovviamente si rallenta! Ma tirati da parte dai.

        Ciaooooooo!

        1. Mai sul lago e sempre da solo in CH dove ci sono delle semplici ed efficaci strisce laterali per i “malefici ciclisti”.
          Ma anche così ti “fanno il pelo” appena rientri da questa parte…..
          State attenti non ci sono solo i SUV in strada !

  3. La regina è una strada molto stretta, non ci stanno sia automobili che ciclisti. A mio avviso andrebbe vietata alle biciclette, so che non è un’idea che piace ai ciclisti, ma è proprio della loro incolumità che mi preoccupo

    1. Se si avessero davvero a cuore i ciclisti e la loro incolumità allora si invocherebbero tutti gli interventi atti a consentire ai cliclisti di percorre la Regina, in questo caso, in sempre maggior sicurezza.

      Dunque interventi per contenere il traffico veicolare, bloccare i mezzi sopra taluni ingombri, implementare a tappeto una segnaletica che ricordi agli automobilisti di porre attenzione e di non mettere a rischio le biciclette, di fare uso della bici invece che dell’auto, e, perché no, tentare di attuare linee ciclabili ovunque materialmente possibile.

      Invece no, siamo alle solite: “Per la sicurezza dei ciclisti vietiamo loro di andare in strada!”

      Un comma dell’Art. 182 del codice della strada contiene : “I velocipedi devono transitare sulle piste ciclabili loro riservate, quando esistono.”
      Quel “quando esistono” andrebbe fatto ben notare a tutti quelli che invocano divieti e interventi draconiani ignorando che uno Stato è già dotato di impianti normativi che sono appunto legge, non mere indicazioni ignorabili in base a come ci si è alzati al mattino.

  4. Forza, avanti con i commenti prepotenti, egoisti e rancorosi verso una attività, quella del ciclismo, tanto salubre per mente e corpo quanto assai più rispettosa dell’ambiente rispetto all’uso dell’auto.
    Ma osservare pochi (eventuali) ciclisti irrispettosi del codice della strada porta a sentirsi legittimati nel perpetrare l’usuale logica dell'”andate a lavorare invece che stare in strada!”
    Quasi una sorta di invidia profonda della quale gli stessi portatori ne risultano all’oscuro.

  5. Concordo sul fatto che sulla strada ci si deve rispettare tutti, e che (molto) spesso gli automobilisti sono i primi a non osservare le regole del codice, mettendo a repentaglio la vita propria e altrui. Detto questo, ciclisti, motociclisti, monopbattinisti ecc. spesso passano con il rosso anche in città, dove evidentemente non ci sono problemi di “tempo di percorrenza”; senza contare quelli che si infilano al contrario nei sensi unici, anche dove magari ci sono curve con scarsa visibilità; e quelli che in bicicletta viaggiano appaiati sulla strada statale tranquillamente chiacchierando, infischiandosene del fatto che rendono difficoltosa (e pericolosa) la circolazione delle auto (e se suoni si inca**ano pure). Insomma, mi pare che a volte costoro si sentano un poco al di sopra del codice. Basterebbe, però, moltiplicare le piste ciclabili per eliminare il problema (ma ho visto anche, in Alto Adige, molti ciclisti che vanno sulla strada statale anche in presenza di una lussuosa pista ciclabile)

    1. Il problema è che le piste ciclabili,nella maggior parte dei casi(zona Lario),sono marciapiedi a uso promisquo,cosa che molti patentati non sanno,quindi non obbligatorie per i ciclisti…

  6. Io invece sulla ciclabile di Cernobbio ho trovato un mezzo parcheggiato che consegnava bancali per hotel Villa dei Fiori. L’autista che mi ha costretto ad andare sulla strada per continuare il transito mi ha detto “denunciamo se vuoi”. Come vedete, i maleducati sono ovunque e di ogni tipo.

    1. Premesso che se sono passati col rosso hanno torto, guardi che tutti hanno diritto di transito sulle strade ……anche se LE rompono i …..
      Dal tono magari lei è uno di quei “duri” che fanno il pelo visto che si sentono forti nella propria scatola di metallo…
      Tutti devono rispettare le regole e GLI ALTRI !

  7. A volte i tempi dei semafori vengono calcolati sulle auto e non su altri mezzi che utilizzano la strada.mi spiego meglio.a semaforo verde vengono calcolati ipotetici 70 secondi ad una macchina per percorrere il tratto interessato quando ad una bici per velocità vuoi leggermente inferiore ne servono 140.du conseguenza il ciclista si ritrova sulla carreggiata quando dall’ altro lato è scattato il verde..ciao.ho fatto lavori su strade per circa 10 anni e tuttora le percorro come utente debole..9

  8. Premetto che vado in bici…in questi casi(non sempre),bisogna calcolare che i tempi di percorrenza di una bicicletta sono maggiori di un’auto,e puo succedere che si imbocchi con il verde e si percorra/esca con il rosso,(lunghezza tratto interrotto,tempo attesa semaforico)se invece ha visto,che hanno impegnato con il rosso,ha pienamente ragione…

  9. I ciclisti che non rispettano i semafori sono tanti. Io ho esperienza diretta e frequente del semaforo di Musso dove il comune ha perfino affisso un cartello in italiano ed inglese con la scritta “ciclisti rispettate il semaforo rosso ” Direi che circa il 50% passa lo stesso.

    1. Tipo quei due che ho superato stasera nella galleria di Porlezza, dove sarebbe loro interdetto il transito e per di più senza neanche mezza luce

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